Lampi di Colore – 23 Luglio 2015

Continua il tema della “garbata” presa di beneficio sui mercati, seguita all’esaurirsi dell’euforia post accordo greco.

La seduta asiatica ha avuto un andamento contrastato.  Positivi gli indici cinesi grazie alle nuove iniezioni di liquidità della PBOC. Sul  China Securities Journal è anche uscito un pezzo a difesa dell’operato delle autorità per sostenere i mercati locali. Positiva anche Tokyo, nonostante il trade balance ancora in deficit, vs attese del primo surplus da marzo scorso. Ma il petrolio basso e attese di buoni utili continuano a sostenere il mercato. Negativi per contro il resto degli indici, con Taiwan (-1.4%)ancora zavorrato dai tecnologici (effetto Apple) e Sydney dai miners e dal calo delle commodities. Anche l’India ha restituito un po’ della baldanza di ieri (-0.5%).
Stanotte, il Parlamento Greco ha approvato la seconda serie di provvedimenti necessari per iniziare le negoziazioni per il nuovo programma di aiuti. Agevole la vittoria dei si (230 a favore vs 63 contro, 5 astenuti). Il dissenso interno a Syriza è sceso a 31 contro e 5 astenuti, dai 39 del primo voto. Un risultato incoraggiante, anche se segue un rimpasto di governo. I toni continuano ad essere però cupi, con Tsipras che ha ribadito di non credere nel piano e di averlo accettato perchè le alternative erano peggiori. Il ministro delle finanze Tsakalotos  ha chiarito che il meccanismo di risoluzione bancaria entrerà in vigore nel 2016, dopo la ricapitalizzazione degli istituti, a indicare che per il momento i depositi sono salvi.

Il successo di Tsipras ha offerto all’azionario europeo un apertura positiva. E’ durato un attimo, e le vendite sono ricomparse, spingendo gli indici sui livelli della chiusura di ieri. Coerentemente, l’€ ha ripreso a salire, portandosi rapidamente in area 1.10 vs un $ generalmente deboluccio, in linea con lo scarso appetito per i risk asset. Debole anche la sterlina, dopo che le retail sales UK di giugno hanno deluso, causando una raffica di stops sulle posizioni £/€ messe in piedi i giorni scorsi, grazie alla retorica di Carney e C.
Gli unici asset parzialmente  immuni dalla correzione che interessa tutti i beneficiari del rally di Tsipras, sono i bonds europei, intenti a consolidare poco distante dai massimi. Il fatto è che le commodities, petrolio e metalli preziosi in testa, continuano a scendere di buon passo (oil 48.30 $ mentre scrivo). Nemmeno la correzione del biglietto verse sembra dargli conforto. L’ovvio impatto sulle attese di inflazione costituisce un buon supporto per i rendimenti, che infatti continuano la loro lenta discesa (in chiusura Bund 0.74%, Btp 1.89%, spread -3 bps a 115).

Nel primo pomeriggio, buone notizie in US. I jobless claims settimanali hanno fatto segnare i minimi dal 1973 (255.000 da prec 281.000 vs attese per 278.000). In questo periodo la destagionalizzazione da problemi (vi sono le chiusure estive degli impianti auto da mettere in conto), ma tant’è, il dato o forte ed è proprio la settimana della survey del labour market report. Anche il Chicago Fed national Activity Index ha sorpreso in positivo (+0.09 da prec rivisto -0.08 e vs attese per -0.05) segnalando una crescita superiore al trend per il mese di giugno. Stesso discorso per il leading index di giugno (0.6% da prec 0.8% vs attese per 0.3%). Comprensibilmente negativo il Kansas Fed manufactoring index (-7 da -9 ve attese per -5). E il calo dell’oil non lascia intendere nulla di buono per il distretto.
Detto questo, visto il -20% del greggio in un mese, c’è da attendersi un buon effetto sulla confidence nelle settimane a venire, e nel caso questi livelli vengano mantenuti, eventualmente anche sui consumi. E l’impatto sulle attese di inflazione di una discesa continuata renderà difficile alla FED mantenere i suoi propositi di primo rialzo entro il 2015.

Nulla da fare. La debolezza dellle commodities (il Bloomberg Commodity Index è ai minimi da 13 anni) sembra impattare sul sentiment, alimentando dubbi sulla consistenza della domanda globale e sull’entità del rallentamento cinese (vedi Caterpillar, che però è particolarmente impattata dalla crisi del mining). E visto che il denominatore comune delle trimestrali sembra essere la lamentazione sul canale estero e sull’impatto della forza del dollaro sul fatturato, a fronte di una domanda di beni e servizi ridotta , Wall Street (-0.5% mentre scrivo) ha preso  stabilmente la via del ribasso, mortificando le timide ambizioni di rimbalzo dell’azionario europeo (Eurostoxx -0.02%).
Insomma, la fase correttiva continua, a dispetto dei fondamentali, alimentandosi, a livello di catalyst, di quello che trova. Vediamo come gioca l’entrata nel vivoo, anche in Europa, dell’earning season.