Lampi di Colore – 23 Giugno 2015

Ieri sera, i commenti post Summit dei Leaders non hanno smentito quanto emerso all’Eurogruppo della mattina. Il Presidente del Consiglio d’Europa Tusk ha definito la proposta un passo avanti, e dichiarato che tutte le parti stanno lavorando alacremente ad una soluzione. Junker si è detto fiducioso in un accordo entro la fine della settimana. Il presidente della Commissione Europea ha dichiarato che non si è discusso ne di controlli di capitale, ne di sgravio della Grecia dal debito, perchè non era la sede appropriata. Ma, interpellato sulla restrittività delle misure oggetto di studio, ha ricordato l’esistenza di un piano di investimenti da 35 miliardi in 5 anni per la Grecia, che potrebbe vedere la luce nel secondo semestre, invitando a guardare all’accordo come parte di un piano generale per supportare l’economia greca. Anche Hollande, prima del Summit, aveva esortato a guardare al deal come parte di un progetto mirato a restituire sostenibilità all’economia greca e dichiarato che la chiusura di un accordo apre la strada a dialogo su un rimodellamento del debito.
Un nuovo Eurogruppo è stato indetto per domani sera, con l’evidente intento di giungere ad una bozza di accordo.
Nel Parlamento Greco, come era da attendersi, iniziano le levate di scudi contro il deal, che in termini restrittività ammonta, secondo un calcolo di DB, al 3% del PIL nazionale. Tsipras avrà il suo daffare a vendere l’accordo ai suoi, e, nel caso di successo, un rimpasto di governo è pressochè certo.

L’euforia europea ha indubbiamente contagiato i mercati globali, con Wall Street intenta a testare i massimi ieri sera, e l’Asia generalmente positiva.
Spettacolare Tokyo (+1.85%) ai massimi dal 2000. Difficile dire cosa abbia alimentato l’entusiasmo (certo non il PMI manifatturiero flash di Giugno, che ha deluso, uscendo in calo di un punto a 49.9 vs attese per 50.5). L’improvvisa forza del $ iniziata stanotte non deve essere dispiaciuta. Per il resto, sembra che vari investitori che avevano ridotto l’esposizione all’azionario giapponese a causa della risk adversion globale, stiano rientrando a tappe forzate a causa del breakout rialzista.
Seduta ancora volatile in Cina, con gli indici locali in pesante lettera al rientro dal bank holiday, per poi recuperare violentemente su indiscrezioni che il governo rallenterà l’approvazione di nuove quotazioni (Shanghai +2.2%). Positivi anche gli altri principali indici, con progressi compresi tra il +1.3% di Sydney e il +0.32% dell’India, che però ha recuperato il 5.5% dai minimi relativi, grazie a ben 8 sedute positive a fila.

La seduta europea è partuta nuovamente con un sentiment costruttivo. Tra l’altro i PMI flash di giugno hanno sorprendentemente battuto le stime. Dico sorprendentemente perchè, alla luce dell’intensificarsi della crisi greca e dell  moderato stallo di primavera, c’era ragionevolmente da attendersi, nella migliore delle ipotesi, una tenuta delle survey.
Invece il dato complessivo europeo è uscito mezzo punto sopra il consenso (54.5 vs 54) facendo segnare, se pur di poco, il massimo da maggio 2011. Il progresso è dovuto a miglioramento del manifatturiero (52.5 da 52.2 vs 52.2 atteso) ma soprattutto dei servizi (54.4 da 53.8  vs 53.6 atteso). Dal punto di vista geografico si regista il recupero della Germania (54.0 da 52.6 e vs attese per 52.7) guidato principalmente dai servizi , e finalmente un buon balzo della Francia (53.4 da prec 52 e vs attese per 52.5).
Il confronto col dato complessivo lascia intendere che la periferia europea (non disponibile nel dato flash) ha subito un calo di circa mezzo punto. Sicuramente la vicenda greca costituisce la causa primaria di questo moderato assestamento. Peraltro, il miglioramento del sentiment negli ultimi giorni, se mantenuto, punta a revisioni al rialzo in sede di pubblicazione dei dati finali, tra 2 settimane.
In generale un discreto livello di attività, coerente con una crescita di 0.4%-0.5% trimestre su trimestre.
Il quadro è completato dagli ordinativi all’industria italiani di aprile, in rialzo del 5.4%.

Il sentiment ne ha tratto ulteriori stimoli e cosi gli indici hanno superato metà giornata con progressi ben superiori all’1%, e lo spread ha messo il naso sotto 120. Ulteriore recupero anche del credito europeo, e udite udite, robusto calo dell’€, a tratti giunto a perdere 2 figure contro $.

La discesa dell’€ ha ovviamente alimentato un bel dibattito, in quanto la dottrina comune vorrebbe che, a fronte di dati macro buoni e un rientro di attese di uscita dall’€ di uno dei paesi membri, questo salisse.
In realtà, come osservato più volte, la divisa unica è a larghi tratti dominata dai flussi di portafoglio. La particolare situazione in cui versa l’Europa (economia in ripresa, tassi negativi e QE ) vede gli investitori smontare posizioni su vari asset finanziate indebitandosi in € nelle fasi di risk adversion, e rimontarle in quelle di risk appetite.
In altre parole la price action odierna mostra che, con la situazione greca in rapido progresso, sta tornando di moda il QE trade, che ha caratterizzato il primo trimestre, e sofferto parecchio durante il secondo.

Nel pomeriggio, complici dati USA meno buoni di quelli europei (I durable goods di maggio, in particolare le revisioni, e il PMI manifatturiero di Giugno – buone invece le vendite di case nuove) e qualche indiscrezione di Market News in base alla quale l’IMF non sarebbe contento della soluzione che si profila in Grecia (IMF DISAGREES WITH GREECE ON CORPORATE TAX, VAT, PENSIONS –IMF, COMMISSION STILL HAVE DIFFERENT APPROACH ON GREECE) sono comparse comprensibili prese di beneficio. D’altronde, dai minimi di giovedi scorso il rimbalzo dell’Eurostoxx ammontava a circa l’8%.
Peraltro, lo storno pomeridiano non ha impedito all’azionario europeo di chiudere un altra giornata in guadagno (Eurostoxx + 0.8%) . Più convinte le vendite sui bonds periferici, con lo spread che chiude in calo di un solo bp (126). La parte breve delle curve pero’ continua a recuperare, con il 2 anni BTP sotto lo 0.25% (era giunto allo 0.55%).
Sorprendentemente restio a recuperare l’€/$  (1.1175 mentre scrivo) nonostante la debolezza dei dati US.
Domani altra giornata di passione, nel run up verso il nuovo Eurogruppo che dovrebbe siglare l’accordo (o per lo meno andarci vicino). Ma il mercato ci crede.