Lampi di Colore – 22 Giugno 2015

Schiarita sulla Grecia, e il mercato festeggia.

Che quella odierna sarebbe stata una buona apertura per gli asset europei lo si è capito dal corposo newsflow giunto durante il week end. Prima il rapido ritorno di Tsipras ad Atene venerdi sera, per partecipare all’elaborazione di una nuova proposta su cui il Ministero delle Finanze greco stava già lavorando. Poi la convocazione di un Eurogruppo straordinario per oggi alle 12.30. Quindi indiscrezioni riguardanti l’invio della nuova proposta al Bruxelles Group domenica in tarda serata, proposta che Tsipras avrebbe già illustrato sommariamente ai principali leaders al suo arrivo. Il tutto condito da vari report riportanti febbrili contatti ufficiosi tra le parti, e le consuete dichiarazioni ottimiste di parte greca.

Insomma non ci voleva particolare fiuto per capire che l’accelerazione data dall’EU alla crisi aveva ottenuto l’effetto di smuovere la Grecia dalle sue posizioni, per tendere una mano a Bruxelles.
Sui contenuti della proposta abbiamo solo indiscrezioni comparse sui media locali, ma ad un primo sguardo i progressi sembrano sorprendenti. Si parla di aumenti dell’ IVA, aumento della tassa di solidarietà per individui e aziende, eliminazione delle baby pensioni dal 2016, e un 4% di aumento dei contributi lavorativi da distribuire su lavoratori e aziende. Infine vi sono aperture su professioni protette e tagli alla difesa. In cambio si richiede un robusto bail out, e ripristino della sostenibilità del debito.
In generale, quel che sembra un deciso cambio di marcia da parte di Tsipras e C.

Il buon mood si è visto già dall’Asia, con i principali indici a mostrare buoni progressi, nonostante la chiusura opaca di Wall Street venerdi sera. Tokyo (+1.25%) si è riportata nei pressi dei massimi, complici indiscrezioni di Nikkei News secondo cui il governo avrebbe incontrato rappresentanti del settore privato al fine di trovare modo di incentivare gli investimenti. Ma ovviamente l’attesa di un apertura europea euforica avrà inciso su questo, come sugli altri mercati, che hanno mostrato progressi compresi tra il +1.55% di Mumbai e il + 0.25% di Sydney.

L’apertura europea non ha deluso, con un gap up di oltre 2% da parte dell’Eurostoxx, e lo spread in forte calo fin dai primi scambi. Per metà mattinata il progresso aveva superato il 3% e lo spread scendeva di oltre 15 bps.
L’esuberanza del sentiment ha portato alcuni esponenti EU a tentare di gestire le aspettative degli investitori. Junker ha dichiarato che non esistevano ancora le condizioni di un accordo, Schaeuble ha detto che la situazione era la stessa di giovedi scorso, Rajoy che le istituzioni non avevano ancora sufficienti informazioni per decidere. Ciò ha alimentato un po’ di prese di beneficio, ma è durato poco, e gli indici non sono mai scesi sotto i livelli di apertura.
La dimostrazione  che il mercato, più che attendersi un accordo nel pomeriggio, si limitava a registrare il cambio di marcia nelle negoziazioni, si è avuta nel pomeriggio, in occasione della conferenza stampa seguita al breve Eurogruppo: Dijsselbloem  ha dichiarato che:

  • la proposta greca è un passo nella direzione giusta, e che ora serve una lista di priorità per addivenire ad un accordo nella seconda parte della settimana.
  • non è stato possibile esaminare bene le proposte perchè il tempo era troppo poco (sono arrivare ieri a mezzanotte) e ne sono comparse 2 distinte (sebbene le differenze fossero poche).
  • le proposte sono “ampie e complete” e sufficienti a riaprire le negoziazioni. Nondimeno, i leaders EU che si riuniscono in serata potrebbero esprimere pareri diversi.
  • ora occorre esaminarle nello specifico e controllarne la coerenza con gli obiettivi, e se necessario, un nuovo Eurogruppo può essere convocato nei prossimi giorni per raggiungere un accordo definitivo.

I mercati europei hanno reagito con vigore alle news, per accelerare ulteriormente quando Junker ha dichiarato di supporre che ci sarà un accordo questa settimana, e il vicepresidente della Commissione Dombrovskis ha dichiarato che le proposte sono generalmente in linea con le richieste europee.
Spettacolare la chiusura europea, con l’Eurostoxx a +4.05% e i btp decennali a 2.15%, con lo spread in calo di 25 bps (a 126) vs un bund che ha perso supporto (0.88% + 13 bps). Buono anche il rientro della parte medio breve delle curve periferiche, che negli ultimi giorni ha ritracciato larga parte della fiammata vista una settimana fà (2 anni btp a 0.3%). Draghi si può tranquillizzare.
Ancora illiquido il credito europeo, autore a sua volta di un robusto repricing, ma con pochi volumi (giorni fa non si trovavano proposte d’acquisto, oggi scarseggiavano le offerte).

Riflessioni personali:

  • La proposta greca, cosi come appare dai dettagli disponibili, costituisce una chiara dipartita dalla piattaforma politica di Syriza, in quanto viola diverse “red lines” sulle quali il governo di Atene si era fin qui arroccato (in particolare sulle pensioni). In quanto tale, sembra indicare che Tsipras, al di la della retorica, non è intenzionato a portare il suo ricatto all’estremo, ed è restio a precipitare il paese in un default dalle molte incognite. In altre parole, la fermezza dell’ EU ha ottenuto i risultati sperati.
  • Le dichiarazioni di intenti di parte europea mostrano che lo sforzo è stato riconosciuto (ulteriori informazioni in questo senso le avremo alla conferenza stampa dolo il Summit di stasera) e quanto illustrato è più che sufficiente a far ripartire la trattativa.
  • l’atteggiamento dei leaders europei mostra che questi, prima di accettare un accordo, vogliono che questo sia  definito in tutti i particolari tecnici da parte dell’Eurogruppo. In soldoni, prima l’Eurogruppo prodice un ipotesi, e poi loro la approveranno e si daranno da fare per passarla nei vari parlamenti. Detto questo, il Summit di stasera è stato mantenuto, per consentire ai leaders di confrontarsi sui progressi, ed eventualmente discutere di eventuali sgravi sul debito greco, questione altamente politica che non può essere lasciata in mano ai tecnici.
  • Dopo aver sentito ripetere dai leaders europei innumerevoli volte che “la palla è nel campo greco”, mi sento di dire che oggi questa è tornata nel campo EU. Costretto dalle circostanze (principalmente dalla prospettiva di assistere al collasso del suo sistema bancario), Tsipras ha fatto un passo, ed ora tocca all’Europa di venirgli un po’ incontro, per 2 motivi:
    1.  fornirgli qualcosa con cui presentarsi in patria e vendere l’accordo come una (almeno parziale) vittoria al suo Parlamento e al suo elettorato. Altrimenti l’accordo rischia di essere Dead on Arrival .
    2. Avendo avuto fin qui un atteggiamento assai rigido, l’EU deve concedere qualcosa, per non mostrare al mondo accanimento contro i greci, e non vedersi attribuire da osservatori più o meno interessati la colpa di aver affossato il deal.
  • Finchè non viene trovato (e siglato) un accordo, c’è sempre un rischio che qualcosa vada storto. Ma a questo punto il gap è cosi ridotto che i costi di farlo saltare sarebbero esagerati per le parti.

Perciò ritengo che le probabilità che alla crisi venga messa una toppa, per lo meno di breve periodo, sono sensibilmente salite, e quindi la reazione del mercato è, a mio parere, giustificata.
Per valutare la validità della toppa, ci sarà, eventualmente, tempo.