Lampi di Colore

L’evento più atteso di oggi era la decisione dell’IMF sull’inclusione dello Yuan cinese nel  paniere SDR. Ma la notizia è arrivata solo in serata europea e ha pienamente rispettato le attese ( la divisa cinese è entrata con un peso del 10.92%), per cui non c’è stato motivo di agitarsi.

In ogni caso, la seduta  asiatica non ha avuto toni particolarmente positivi. Shanghai ha pensato bene di aggiungere, entro metà seduta, altri 3 punti di discesa al crollo di venerdi, prima di trovare la forza di rimbalzare, per chiudere con un marginale progresso (che non impressiona dopo il -5.5% di venerdi). L’incombere dei PMI ufficiali manifatturiero e servizi di novembre ha eventualmente innervosito anche gli altri indici dell’area, in particolare quelli più legati all’economia cinese come Taiwan.
Anche Tokyo ha continuato a correggere, con un occhio ai dati macro e uno a Kuroda. Il secondo non ha fornito indizi di ulteriore stimolo in arrivo, continuando a segnalare ottimismo su crescita e trend dei prezzi. Anche l’accenno alla debolezza nelle price expectations usato nell’ultima conference, oggi è sparito. Quanto ai dati, una marginale delusione sulla produzione industriale di ottobre (comunque positiva a +1.4% mese su mese) è stata bilanciata da un balzo delle retail sales nello stesso mese (+1.1% da +0.8% e vs + 0.3% atteso).

Tutt’altra aria tra i consumatori tedeschi (-0.4% da 0.0% e vs attese per +0.4%), ma ovviamente qui conta l’ECB di giovedi e la debolezza iniziale degli indici è rapidamente evaporata sotto  i colpi di un € in indebolimento, e previsioni sempre più aggressive per giovedi da parte di vari analisti.
Se il CPI tedesco di novembre non ha comportato alcuna sorpresa (0.1% da prec 0.0%) quello italiano ha deluso (-0.4% da +0.2% e vs attese per -0.1%) principalmente a causa dei servizi  turistici (ristoranti e alberghi).
Ironicamente, le misure di mercato delle attese di inflazione (personalmente uso gli inflation swap, nonchè il famoso 5 anni forward tanto caro alla Fed) hanno accelerato  il trend di salita inaugurato nelle ultime 2 settimane, facendo segnare i massimi da fine luglio (il 5 anni Forward si è riportato in area 1.8%). Come a inizio anno, il mercato inizia a scontare l’impatto delle nuove misure sulle aspettative di inflazione.

Non credo che questo risveglio debba, di per se, modificare le attese di politica monetaria. Intanto, Draghi ha ripetuto più volte che, perchè il Governing Council si dichiari soddisfatto,  l’inflazione e le aspettative di lungo periodo della stessa devono tornare ai target e dimostrare di potersi stabilizzare su quei livelli.
In secondo luogo, è mia opinione personale che, sebbene la crescita non sia direttamente un target dell’ECB, all’interno del Governing Council, regni la preoccupazione per la lentezza dei progressi su questo fronte. Non a caso Draghi ed altri membri del board hanno più di una volta dichiarato che la ripresa è inferiore alle loro attese, e ai precedenti storici, e hanno ripetutamente sottolineato i rischi al ribasso derivanti dallo scenario globale. L’impressione è che i nostri fremano perchè l’Eurozone decolli prima che il tightening FED entri nel vivo, rendendo il ciclo globale meno supportivo. In fin dei conti questo ciclo espansivo dura ormai da 7 anni, in gran parte sprecati dall’Europa mentre si dibatteva nella crisi sovereign  e nell’austerity. Se non si recupera ora, il prossimo rallentamento troverà il continente impreparato. Per questo Draghi ha sorpreso tutti ad Ottobre, e con ogni probabilità varerà un pacchetto robusto ed articolato Giovedi.

Peraltro, dal 22 ottobre il mercato ha fatto passi da gigante nell’anticipare le misure in arrivo, con l’€ che ha perso quasi il 7% contro $, l’azionario europeo che è salito di un altrettanto, e il 40% dei bonds governativi europei che ha ormai tassi negativi (vedi il grafico di Deutsche bank in fondo). E’ evidente che, ad un certo punto quest’eccesso di posizionamento condurrà ad una robusta presa di beneficio.

In US nel pomeriggio erano previsti alcuni dati minori (se non altro rispetto a quelli dei prossimi giorni) che hanno uniformemente deluso. Il Chicago PMI è tornato sotto la soglia di contrazione (48.7 da prec 56.2 e vs attese per 54) confermando le difficoltà  del manifatturiero (domani l’ISM). Le pending new home sales sono rimbalzate meno delle attese, mentre Dallas FED e ISM Milwuakee si annullano tra di loro.
Non che il dollaro se ne sia dato per inteso, visto che il dollar index si conferma sopra 100, a una virgola dal massimo di marzo. Wall Street continua a consolidare lateralmente, sottoperformando l’Europa. Vediamo cosa dice la Yellen Mercoledi.