La festività US ha esercitato il consueto effetto soporifero sull’attività, a cominciare dalla seduta asiatica, che si è rivelata l’opposto di quella di ieri, ovvero con tutti gli indici positivi tranne quelli cinesi, marginalmente in rosso. La notizia che l’associazione dell’industria pesante cinese ha chiesto alle autorità misure a sostegno dei metalli industriali ha inizialmente dato un buon tono a Shanghai (e al rame etc), ma la decisione dei regulators di vietare ai brokers il finanziamento ai clienti tramite derivati ha depresso il sentiment. Il Nikkei ha dato un poco convinto assalto a quota 20.000 (abbandonata bruscamente il 21 agosto), per poi ritracciare, chiudendo marginalmente in positivo.
All’apertura europea si è confermato il buon tono instauratosi ieri in seguito alle indiscrezioni di Reuters, sia pure con volumi ridotti per la festività US. Ad accentuare la positività ha contribuito uno strappo del settore auto, dopo che un esperto (Dudenhöffer dell’ Università di Duisburg-Essen) ha stimato che i costi della modifica delle auto Volkswagen affette dal sofrware truffa ammonteranno a soli 500 milioni. Bisogna tenere a mente che le modifiche rappresentano solo una delle voci per il conto di VW e di chiunque altro incorra in questi rilievi. Poi ci sono le multe, le class action, il danno reputazionale etc etc. In ogni caso il settore oggi ha trainato i listini, insieme all’Energy (la geopolitica ha se non altro offerto un minimo supporto all’oil), e ai Materials, per le notizie cinesi.,
A metà mattina, l’ ECB ha comunicato gli aggregati monetari di ottobre, con M3 (+5.3% da prec +4.9% vs attese di invariato) ai massimi dal 2009. Sulla base dell’esperienza passata, la dinamica recente di questi aggregati resta coerente con una robusta accelerazione ciclica dell’Euro Area nei prossimi trimestri.
I dati sul credito continuano a indicare moderati progressi, recuperando la debolezza di settembre. I prestiti al settore privato sono passati da +0.7% annuale a +0.9%. Buona la quota diretta ai consumatori (1.1%) mentre in recupero ma sempre scarsa quella alle aziende.
Di sicuro, nulla che possa fermare la mano di Draghi il 3 Dicembre.
In ogni caso, le good news hanno costituito il catalyst per la rottura rialzista dell’Eurostoxx, che, dopo avervi a lungo consolidato sotto, ha superato di slancio quota 3475-80 e la media mobile a 200, scambiando a lungo sopra quota 3500, abbandonata a metà agosto.
Dopodichè, l’assenza degli Americani ha nuovamente compiuto il miracolo di azzerare le velleità degli operatori nel pomeriggio, cancellando praticamente l’attività sui mercati.
E’ un peccato che il breakout tanto atteso sia avvenuto in un giorno di borsa chiusa in US, il che ne riduce un po’ il significato. In ogni caso, con l’ECB tra una settimana, seguita dal labour market report US di novembre, l’analisi tecnica va presa con le pinze in questi giorni.
Arbitri della tenuta del rally in questo scorcio del 2015 sono i) la capacità di Draghi di superare le attese che lui stesso e i suoi colleghi del Governing Council hanno alimentato con forza ii) la possibilità per la Yellen di procedere all’ormai preclaro “dovish hike” (vedi Lampi del 20 Novembre) ovvero il primo rialzo dei tassi Fed da 9 anni, accompagnato dalla percezione che il ciclo sarà estremamente graduale e benigno, e la politica monetaria US resta sufficientemente accomodante per l’America e il mondo.