Lampi di Colore

Lampi di Colore 282

Giornata interlocutoria, quella odierna sull’azionario, come spesso succede alla vigilia del market mover del mese, ovvero il labour market report US. Certo, in questo caso l’attesa non è spasmodica come in altre occasioni, perchè il prossimo FOMC utile per alzare i tassi è distante (14 dicembre, dando per scontato che il 2 novembre, a una settimana dalle Presidenziali US, la Fed non si muova). E poi, dopo tanti allarmismi, gli investitori iniziano a dubitare che dati macro possano indurre la FED ad agire (vedi reazione tiepida dei FED Funds Future all’ISM non manufacturing di ieri.

La seduta asiatica, sempre orfana di Shanghai e Shenzen, ha avuto comunque un buon decorso. Tokyo continua a giovarsi della persistente debolezza dello Yen, nientemeno che all’ottava seduta in calo a fila. Qui, le recenti speculazioni su una BOJ quanto mai focalizzata sul cambio stanno impattando su un positioning insolitamente lungo, e il movimento è aiutato anche dalla generale forza del $ negli ultimi giorni. Un bel regalo per le aziende esportatrici locali. E poi c’è il traino del settore energy, che aiuta diversi indici dell’area asiatica. Naturalmente anche le banche viaggiano, dopo le performance stellari dei settori omologhi in Europa e US ieri.

L’Europa ha iniziato sulla stessa lunghezza d’onda, ma ha successivamente perso slancio, passando in negativo in tarda mattinata, nonostante un settore bancario che resta in spolvero (Oggi Citigroup lo ha upgradato a buy citando, tra l’altro, un calo dei rischi macro, i multipli bassi del settore e un posizionamento assai difensivo degli investitori).
Sul fronte macro, factory orders tedeschi di agosto buoni, ma retail PMi europei di settembre generalmente scarsi. Il clou oggi in Eurozone erano però le minute del meeting ECB. Il testo è stato scandagliato alla ricerca di indizi di discussione su tapering degli acquisti: zero.
Difficile che i membri ne abbiano discusso animatamente negli ultimi 20 giorni. Ve la vedete l’ECB che fa tapering proprio mentre l’Inghilterra chiede ufficialmente di uscire dall’EU? Sicuramente non alle condizioni di crescita e inflazione attuali.

Così l’€ ha preso a dirigersi verso il livello predominante prima delle indiscrezioni dell’altro giorno, in questo agevolato da una sterlina che a sua volta segna un minimo dietro l’altro contro dollaro. Già, perche in UK la retorica nei confronti della brexit si irrigidisce sempre di più, con la May che parla di focus sull’immigrazione, attenzione alla middle class inglese, nessuno sconto alla “city” e alla finanza, il tutto soffuso di un sentore di salvaguardia dei diritti degli inglesi verso gli “ospiti”. Dura pensare, su queste basi, che le trattative con l’EU portino a particolari compromessi.

Interessante la reazione dei rendimenti globali alle minute. Dopo aver recuperato terreno in mattinata, i bonds hanno fatto i massimi poco dopo la pubblicazione, per poi restituire i guadagni tornando sui livelli di ieri (quelli europei) o sotto (i treasury). Una scena ripetutasi più tardi sulle dichiarazioni di Constancio (vedi sotto). L’interpretazione che do personalmente è che le pressioni rialziste sui rendimenti a lunga non avevano a che vedere solo con tapering, e non si sono ancora esaurite per il momento. Naturalmente l’oil sopra 50$ non aiuta.
Anche l’azionario ha gradito la prudenza ECB, pur senza particolari festeggiamenti, visto che era stato il primo asset a scuotersi di dosso le scorie del rumour.

Il pomeriggio in US non prevedeva dati di rilievo, ma comunque i jobless claims hanno fornito un altro segnale di forza del mercato del lavoro US, lambendo il minimo ciclico a 249.000 richieste. Dati da full employment, direi
Il dollaro forte e i rendimenti treasuries in rialzo non hanno ispirato granchè Wall Street, marginalmente negativa finchè, a mercati europei chiusi, è arrivata una nuova smentita di peso al rumour sull’ECB tapering:  CONSTANCIO: REPORT THAT ECB NEAR TAPER CONSENSUS NOT CORRECT – MNI.
La reazione è stata simile a quella delle minute, ovvero effimera sui bonds e più persistente su divisa e azionario, con Wall Street e i future su Eurostooxx che al momento recuperano le modeste perdite.

Sotto coi payrolls domani. Bloomberg pubblica il consenso (85 analisti intervistati) a 172.000 nuovi occupati, con disoccupazione stabile al 4.9%. Mi pare una previsione pessimistica, se mettiamo nel computo il sottoindice dell’employment dell’ISM non manufacturing (57), i recenti bassi livelli dei claims, e le risultanze dell’ultima consumer confidence. Ma si sà, questo numero è davvero imprevedibile.

Sul fronte tecnico, il quadro è invariato. Sebbene la price action sembri costruttiva, finchè non si esce dal recente trading range, non vi sono particolari indicazioni. Detto questo, vi sono un paio di situazioni interessanti da illustrare:
1) l’S&P 500 dopo la mini correzione di agosto si è impegnato in un cuneo, dal quale dovrebbe evadere, in una direzione o nell’altra, in tempi brevi. Vedi mai che i payrolls domani diano uno spunto per la rottura.

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2)  Simile, ma assai più di lungo corso, la figura disegnata dall’ €/$, la cui volatilità realizzata scende da oltre 3 mesi. Qui abbiamo le 3 medie (20, 50 e 200 giorni) praticamente coincidenti a dimostrare la lunghezza del consolidamento. In questo caso, sembra leggermente più probabile un uscita al ribasso, anche perche il Dollar Index, a fronte di una figura simile, sta emergendo al rialzo, quindi in rafforzamento. Qui i payrolls sono anche più determinati, avendo un impatto potenzialmente diretto sulla politica monetaria FED (per gli ottimisti rimasti).

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