Lampi di Colore – 16 Giugno 2015

Il dialogo Grecia – creditori si è fatto ulteriormente conflittuale nelle ultime ore. Alle numerose dichiarazioni di altrettanti leaders EU secondo cui sta al governo greco presentare approcci maggiormente in linea con le guidelines di Bruxelles, Varoufakis ha risposto a muso duro che dalla Grecia non sarebbero venute altre proposte all’Eurogruppo di Gioverdi.
Su queste basi, stamattina all’apertura europea, sui mercati obbligazionari continentali hanno fatto la loro comparsa i primi segni di serio stress, vale a dire liquidità ridotta, scarsa visibilità sui prezzi e totale assenza di proposte di acquisto su nicchie illiquide di mercato (vedi inflation link periferici).

Il parziale recupero di Wall Street ieri sera aveva prodotto una seduta asiatica, se non positiva, composta.  Tolti gli indici cinesi (-3.5%) che pagano ancora l’assenza di easing nel week end, e il circolare di studi secondo cui i multipli sarebbero più alti di quanto sembra, il resto delle piazze dell’area mostra ancora variazioni comprese tra il +0.4% dell’ India e il -0.7% di Tokyo. A quest’ultima non è bastata la ritrattazione di Kuroda, che ha dichiarato di non aver voluto fare previsioni sulla divisa giorni fa’.

Come accennato sopra, la compostezza è andata totalmente smarrita all’apertura europea, con un gap down del future sul btp e di quelli azionari. Per l’apertura del cash alle 9 il passivo era già superiore al punto percentuale su equity e bonds, con una marcata pressione sulle parti brevi delle curve, i cui rendimenti a tratti hanno mostrato incrementi di 15 basis points. Su inflation link periferici a lunga scadenza e alcune nicchie del mercato del credito è stato, nella prima parte della mattinata, assai difficile farsi un idea de livelli, con un assoluta inconsistenza dei “bid” (proposte di acquisto). Una condizione di stress del mercato difficile da ipotizzare, nel pieno di un robusto quantitative easing.

Il sentiment ha raggiunto il nadir poco prima delle 10 am e da li è iniziato un faticoso recupero, guidato dagli asset più liquidi, e seguito con riluttanza da quelli più illiquidi, dove la parte sinistra dei book ci ha messo un po’ a ripopolarsi.
Il clima in mattinata è comunque rimasto pesante, punteggiato dalle schermaglie tra le parti. Snobbato totalmente uno ZEW tedesco leggermente peggiore delle attese (intuibile, essendo una survey di analisti).

Il sentiment ha iniziato progressivamente a svoltare a metà giornata. A causare il recupero non è stata certo una schiarita nel dibattito. Anzi, Tsipras, rivolgendosi al Parlamento greco, è stato se possibile ancora più risoluto, dichiarando tra l’altro che la vera negoziazione inizia adesso, e che è tempo che l’Europa prenda  a cuore il futuro dell’ Euro Area. La Merkel dal canto suo ha dichiarato che sfortunatamente non c’erano molte novità di cui parlare sul fronte greco all’Eurogruppo di Giovedi.
In realtà, a mio modo di vedere, a far svoltare i mercati sono state 2 circostanze:

  • Il sentiment nel breve non aveva più margini di peggioramento e il mercato era tatticamente estremamente difensivo
  • Si è iniziata a percepire distintamente una volontà dell’ EU di stringere i tempi

Sono circolate diverse indiscrezioni che, in assenza di risultati concreti all’Eurogruppo di giovedi, verrà convocato un Summit di emergenza dei leaders europei nel week end, in anticipo rispetto a quello già previsto il 25/26 giugno. L’impressione che se ne ricava e che un nuovo fallimento giovedi genererà una reazione del Bruxelles Group nel week end. La possibilità di un cambio di marcia EU e una soluzione prima del 30 giugno ha sicuramente allettato i mercati.
A parte ciò, Tsipras ha incontrato i rappresentanti dell’opposizione, dando l’impressione di voler valutare eventualmente nuovi equilibri.

Cosi azionario e bond europei si sono ripresi e, complice una Wall Street a sua volta ispirata, sono riusciti a mettere a segno il più improbabile dei progressi (a giudicare da come si era messi alle 10.00). L’Eurostoxx ha chiuso a +0.45% (dopo essersi fatto un giro a -1.7%) e il BTP ha visto il rendimento scendere di un paio di basis points su tutta la curva, dopo aver segnato incrementi di 15 bps (in realtà il 30 anni  ha performato meglio del resto tutto il giorno).
Un occhio ai grafici vede sia Eurostoxx che BTP future mettere a segno vistosi “hammer” (figure di inversione di breve). In realtà, l’effetto di figure simili, di recente, è stato effimero, lasciando il posto, dopo pochi giorni, a nuovi minimi. Detto questo, ed eliminando la Grecia per un momento dal quadro, il susseguirsi di hammers nello spazio di pochi giorni è tipico di bottoms del mercato.
Vedremo.
Intanto domani abbiamo il FOMC con conferenza stampa della Yellen, interesante per capire se la ripresina US dell’ultimo mese è sufficiente a aumentare la probabilità di un rialzo a settembre, oppure la situazione internazionale consiglia prudenza al Committee.

Chiudo con 2 considerazioni:

  1. Le mosse dell’EU, se confermate, mostrano che effettivamente la Merkel e gli altri Leaders EU non hanno intenzione di concedere aTsipras ulteriori dilazioni, e in assenza di ulteriori progressi, vogliono mettergli una deadline assai più ravvicinata del potenziale default su IMF, o sui bond in mano all’ ECB. Non hanno alcun bisogno di aspettare, avendo in mano il  mezzo per far precipitare la situazione in Grecia, ovvero la sospensione dell’ ELA. Infatti, all’ ECB non mancano i motivi formali per prendere la decisione, prettamente politica, di sospendere l’assistenza al sistema bancario greco. Gli basta di dire che il collaterale a garanzia si è deprezzato, e quindi serve un haircut maggiore. La decisione è per domani, e andrebbe in vigore la prossima settimana, per cui il focus sulla riunione quindicinale ECB domani è massimo. Personalmente ritengo che a Tsipras entro la fine della settimana verrà posto dall’ EU una sorta di Aut Aut, per aver modo di organizzare per tempo il default greco in caso di risposta negativa.
  2. Non sarei stupito di vedere che, nelle prossime 48 ore, un qualunque membro del executive board ECB venga in soccorso dei mercati, inizialmente facendo uso di retorica (ad esempio dichiarando apertamente che la banca centrale è pronta modificare le misure per ripristinarne l’efficacia).

Infatti lo stress degli ultimi giorni ha riportato i tassi, ed in generale le condizioni finanziarie, a livelli ben più restrittivi rispetto a quando è iniziato il QE. Ciò, oltre a mettere a rischio i progressi dell’ ECB verso i suoi obiettivi, costituisce una minaccia per la sua credibilità. Draghi ha reiterato anche ieri che, “stanno monitorando i mercati in cerca di segnali di un inasprimento indesiderato della loro stance monetaria, ai quali reagirebbero” (We are closely monitoring conditions to detect signs of an unwarranted tightening of our stance, to which we would need to react).

Stamattina segnali di questo tipo abbondavano, con i rendimenti della parte breve delle curve quasi triplicati in 3 sedute e vaste parti del mercato in sofferenza. Forse non è probabile, ma è possibile che ciò sia sufficiente a creare una reazione verbale (mi pare che sia abitudine dell’ECB di attendere una stabilizzazione prima di agire, come avvenuto in occasione dell’ annuncio dello spostamento a giugno luglio di parte degli acquisti estivi). Se poi lo stress dovesse riprendere, è quasi certo che la reazione avverrà.
Come e probabile, per i medesimi motivi, che l’ECB incementerà gli acquisti se la vicenda greca dovesse giungere ad una conclusione traumatica, che faccia temere contagi ad altre aree dell’ Eurozone.