Lampi di Colore

Giornata di (parziale) pausa nel newsflow greco, in attesa che domani, presumibilmente a tarda ora, il Parlamento greco approvi l’accordo, o rigetti il paese nel caos, ammesso che la situazione attuale, con un  governo moribondo ma pieno di incombenze da portare avanti, possa essere definita “stabile”.

La seduta asiatica ha visto gli indici cinesi effettuare il primo assestamento (-1.1%) dopo 3 giorni di recupero. La comparsa di prese di beneficio non deve sorprendere, visto il robusto rimbalzo, oltre il 15% dai minimi di giovedi scorso. Nel frattempo, gli aggregati monetari di giugno hanno chiaramente mostrato tracce di easing monetario, con l’aggregate financing uscito a 1.86 trilioni di Yuan contro gli 1.4 attesi, e vs 1.2 di maggio. In salita anche M2 a +11.8 da + 10.8 e vs attese per +11.
La forza del $/Yen continua a mantenere di buon umore Tokyo (+ 1.47%) che ha posto in essere negli ultimi giorni un recupero paragonabile all’indebolimento della divisa. Domani abbiamo la BOJ, non vi è nessuna attesa particolare, ma ovviamente la conference di Kuroda risquoterà il massimo dell’attenzione.
Al palo gli altri mercati (ad eccezione di Sydney +1.9%) che ancora si devono riprendere dallo shock cinese. Detto questo, calmatesi le acque, diversi indici meritano considerazione (a cominciare da Hong Kong e Taiwan), avendo subito pesantemente lo storno, senza aver partecipato al rialzo (l’indice MSCI Asia ex Japan fa +1% da inizio annoe -2% a 12 mesi).

L’apertura europea  ha visto gli indici tentare un primo consolidamento dopo la corsa delle ultime 4 sedute. Una volta incamerato il deal, l’attenzione è passata sulle difficoltà di implementazione, a cominciare dal passaggio parlamentare di domani sera. Diversi leaders hanno ammonito che la negoziazione del bridge e del programma saranno lunghe e faticose. Varie sono le ipotesi allo studio per il primo, tra cui bilateral loans, profitti SMP, Fondi EFSF, o EU, etc. .
La pioggia di critiche giunta sull’Europa per la durezza delle condizioni imposte alla Grecia, con diversi commentatori a parlare di “vendetta”, non ha aiutato. Cosi gli indici hanno preso a oscillare marginalmente sotto la parità, con Milano appesantita dal circolare della comunicazione Consob sulle commissioni di performance non armonizzate, che ha pesato su alcuni nomi del settore del risparmio gestito.
Sul fronte macro, nessuna sorpresa sulla revisione del CPI europeo di giugno, mentre lo ZEW di luglio ha sorpreso in positivo nella current situation (63.9 da prec 62.9 e vs attese per 60). Invariate le expectations.

Per contro, doccia gelata dai dati macro US:
**  il NFIB small business sentiment di giugno ha deluso assai, perdendo oltre 4 punti e segnando il minimo da 13 mesi (91.1 da prec 98.3 e vs attese per 98.5). Improvvisamente ferma la creazione di posti di lavoro nella piccola e media impresa US.
** Non bastasse, le retail sales di giugno hanno deluso a loro volta (-0.1% da + 0.7% e vs attese per +0.3%per il “control group” – ovvero il dato depurato da auto, gas e materiali di costruzione ). Nonostante il “miss”, il dato continua a registrare un buon incremento (+3.3% annualizzato sul primo trimestre). Ma certo non risulta coerente coll’accelerazione che la Yellen si aspettava dopo i dati di primavera. Sarà interessante vedere cosa fa di questi dati la presidente FED nel Humprey Hawkings di domani.

La debolezza dei dati ha avuto un impatto temporaneo sul $, che è rimbalzato fino a 1.1080 contro la divisa unica. E’ durato incredibilmente poco, e l’€ si è rapidamente riportato in area 1.10, senza apparente spiegazione se non quelle strutturali, (QE e ritorno del risk appetite, citato ieri)  aggravate dal fatto che dopo domani abbiamo l’ECB (vedi mai Che Draghi rafforzi il messaggio) ed eventualmente dal potenziale danno alla credibilità dell’Unione Monetaria causato dalle ultime vicende.
Per contro, l’azionario US ha gradito la mediocrità dei dati, non cosi brutti da far temere per il ciclo, ma abbastanza da complicare la normalizzazione dei tassi al FOMC. Cosi’, gratificata anche da buoni risultati di JP Morgan (grazie al taglio dei costi però) Wall Street ha preso nuovamente la via del rialzo (+0.4 mentre scrivo) e ciò ha ridato brillantezza anche agli asset europei. Dopo aver passato la giornata in territorio negativo l’Eurostoxx chiude con un +0.45% mentre lo spread, a tratti sopra 130 bps nella prima ora di trading, chiude in calo di 3 bps a 122.

A parte Wall Street, non sembra vi siano altri catalyst al recupero finale degli asset europei. Il governo greco sta assemblando il progetto di legge da approvare domani sera. Pare che Tsipras abbia offerto ai ministri la scelta se firmarlo o dimettersi. Eventuali rimpasti sono rimandati a dopo l’approvazione, che dovrebbe avvenire senza troppi intoppi, visto che :
** Tsipras dovrebbe perdere i 40 parlamentari dell’ala estremista di  Syriza, più alcuni di quelli dell’alleato Independent Greeks (sono 13 ma non tutti potrebbero opporsi visto che alcuni avevano dichiarato favore al Si nel referendum).
** Queste defezioni saranno rimpiazzate da New Democracy (76 seggi), Potami (17 seggi) e Pasok (13 seggi), più che sufficienti alla bisogna.
** Quindi il Voto può naufragare solo se l’intero partito di Syriza si ribella, o il governo collassa.

In base alle notizie attuali, non dovrebbe succedere.
Dopodichè si aprono le incognite relative alla negoziazione del bridge e del nuovo programma: chi le porterà avanti (rimpasto/governo di minoranza/unità nazionale) quanto dureranno, quanto saranno aspre etc., e quelle relative all’attuazione delle misure approvate.
Non ci annoieremo.