La price action resta costruttiva nonostante le news da Washington….

Le indiscrezioni del NYT sulle richieste di Mueller alla Trump Organization hanno imposto ieri a Wall Street la quarta seduta negativa a fila,  anche se a onor del vero  il calo dell’S&P 500 è  stato marginale (-0.08%), e  il  Dow Jones è andato in controtendenza (+0.55%).
Volendo vedere il  bicchiere mezzo pieno, si può  osservare che alla luce del tenore delle news da Washington negli ultimi giorni (Dazi, Tillerson/Pompeo,  Mueller, più il bonus delle  frizioni con la  Russia) la price action è rimasta composta e i supporti hanno, per ora, tenuto.

In Asia stanotte ha predominato  ancora il  clima incerto degli ultimi giorni.
In Giappone, lo scandalo che ha coinvolto Abe mesi fa sta  riprendendo quota. Intanto è emerso che Abe sapeva delle omissioni nei documenti giorni prima che il  Ministero fosse costretto ad  ammetterlo. Il consenso nei suoi confronti ha ricominciato a risentirne. Aggiungiamoci la forza  dello Yen e i il calo odierno stupisce poco. Dei principali indici, il Nikkei resta il più riluttante a staccarsi dai minimi della correzione.
Poco  ispirata anche Shanghai, a causa, secondo alcuni operatori, della chiusura del National People’s Congress. L’idea sottostante è che con il termine dei lavori, venga  meno, nel breve,  anche l’interesse delle autorità a sostenere il mercato, che resta  alla  mercè di un newsflow poco supportivo,  per via dell’incombere dei risultati dell’investigazione 301 sulla violazione delle proprietà  intellettuali negli USA. Se cosi fosse, aspettiamoci qualcosa di peggio del -0.65% odierno. Ma la trovo una spiegazione un po’ eccessiva.
Scarsi movimenti degli altri indici, se si eccettua il nuovo tonfo di Mumbai.

Con queste premesse,  giorni fa  avremmo  avuto un Europa  in calo  in apertura e invece, a testimonianza di un tono di fondo in lieve miglioramento,  gli indici hanno aperto,  dopo  i guadagni di ieri,  in ulteriore marginale  recupero. Un contributo al  movimento è venuto dal  rimbalzo del  settore bancario europeo , occorso senza catalyst precisi. Anzi, l’inflazione Eurozone finale  di febbraio, che  solitamente conferma il dato flash, è stata rivista al  ribasso, il che ha ulteriormente compresso i rendimenti europei. Ma  evidentemente il pessimismo sul  settore bancario nel breve non aveva margini di peggioramento. Forte anche l’energy, favorito dal  rimbalzo  dell’oil.

Il primo pomeriggio ha proposto in US nuovi cantieri e permessi di costruzione sotto attese in febbraio, in entrambi i casi a causa della volatile componente dei condomini, mentre le singole abitazioni continuano a crescere a ritmo buono. Ma è stata la sorpresa positiva della produzione industriale di febbraio (+1.1% da prec -0.3% e vs attese per +0.4%) a catalizzare l’attenzione. Importante anche il “beat” del U. of Michigan  consumer confidence (102 da 99.7 e vs attese per 99.3) che ha segnato il massimo da 17 anni. Spettacolare il livello delle current conditions, al massimo storico di 122.8. Ironicamente, anche le aspettative di inflazione si sono mosse al rialzo, proprio ora che i dati di febbraio hanno marginalmente deluso. Anche i job openings di gennaio hanno segnato il massimo storico, cancellando la recente debolezza.

L’impatto dei buoni dati si è percepito su varie asset class. Wall Street è partita in rialzo, il dollaro ha recuperato ulteriore terreno e chiude la settimana col Dollar Index nuovamente sopra 90, e i rendimenti dei treasuries hanno costruito sui modesti rialzi di ieri.
Cosi gli indici europei hanno portato a casa la seconda seduta di guadagno, cosa che ha permesso all’Eurostoxx di chiudere con un progresso di 0.5% non molto, ma meglio di quanto sembrava a metà gara. Dal punto di vista tecnico, sul grafico daily è presente un progetto di doppio minimo, che si completa però con un netto superamento di 3465.

A un ora dalla chiusura Wall Street sta mettendo a segno un esiguo rimbalzo. Onestamente, dopo 4 sedute di ribasso e a contatto con un rilevante supporto, non la price action non si può certo definire entusiasmante. Sarebbe preferibile una reazione un po’ più convincente, ma eventualmente vale il discorso fatto in apertura, sul fatto che il livello ha per ora tenuto nonostante il newsflow. D’altronde, con l’aria che tira a Washington, gli investitori temono un po’ il week end. E la settimana prossima abbiamo anche il FOMC.