La Fed si attiene al piano, nonostante i dubbi sull’impatto della crisi bancaria


Seconda chiusura positiva di seguito ieri sera (martedì) per Wall Street, con l’S&P 500 in progresso di 1.3% e il Nasdaq 100 a + 1.42%. La price action ha richiamato un rimbalzo delle aspettative di crescita, con Energy, Consumer discretionary e banche a trainare e utilities, consumer staples e real estate in negativo. Coerentemente, i rendimenti sono saliti su entrambe le sponde dell’oceano, con rialzi a 2 cifre e lo Schatz (2 anni tedesco) a mostrare il maggior rialzo dal settembre 2008 (+31 bps).

La giornata del FOMC è partita quindi con un tono positivo sin dall’Asia, con tutti i principali indici a mostrare progressi. La migliore, Tokyo, ieri era chiusa e doveva fare catch up. Bene finalmente Hong Kong e le “H” shares cinesi, senza un catalyst preciso visto che le prossime news macro pesanti arrivano a fine mese con i PMI ufficiali di marzo. Per il resto poche news e clima d’attesa.

L’apertura europea ha avuto il piccolo shock dell’inflazione UK di febbraio decisamente sopra attese.

Ovviamente la curva dei tassi UK ha subito una frustata, con tutte le scadenze a mostrare rialzi corposi (soprattutto quelle più brevi). I tassi Eurozone si sono mossi in simpatia, e messi sotto pressione anche dalla comparsa delle dichiarazioni del membro ECB – e Governatore della Banca Centrale tedesca – Nagel, decisamente aggressive.
*BUNDESBANK CHIEF SAYS FIGHT AGAINST INFLATION ISN’T OVER: FT
*BUNDESBANK CHIEF CALLS FOR MORE HIKES IN BORROWING COSTS: FT
*NAGEL: MUST BE ‘MORE STUBBORN’ IN INFLATION FIGHT: FT
*BUNDESBANK CHIEF SAYS NOT FACING REPEAT OF 2008 CRISIS: FT
*NAGEL: THERE’S STILL SOME WAY TO GO ON RATES
*NAGEL: WE ARE APPROACHING RESTRICTIVE TERRITORY
*NAGEL: I STILL ENVISION A SOFT LANDING ON GERMANY, EURO ZONE
*NAGEL: WE SHOULD DO MORE ON CUTTING BACK APP REPURCHASES
*NAGEL: AT LATER STAGE, SHOULD CONSIDER SLOWING PEPP REPURCHASES
*NAGEL: EURO-ZONE BANKING SYSTEM IS RESILIENT

Personalmente, farei notare a Nagel che ci penserà il sistema bancario Eurozone ad alzare i tassi attivi all’economia, visto che la tensione sulla raccolta renderà gli istituti in aggregato meno prodighi di credito e più avidi sulle condizioni.
In mattinata si è fatta sentire la Lagarde, insieme ad altri esponenti, in generale con toni più cauti, seppure sempre improntati al tightening.
*LAGARDE: INFLATION SHOCK WORKING THROUGH EURO ECONOMY
*LAGARDE: UNDERLYING INFLATION DYNAMICS REMAIN STRONG
*LAGARDE: ECB MUST AND WILL BRING DOWN INFLATION TO TARGET
*LAGARDE: ECB FOLLOWING DATA-DEPENDENT APPROACH
*LAGARDE: ECB HAS PLENTY OF TOOLS TO ADDRESS FIN STABILITY RISKS
*LAGARDE: RESTRICTIVE POLICY IS ONLY STARTING TO TAKE EFFECT NOW
*LAGARDE: NO EVIDENCE THAT UNDERLYING INFLATION IS TRENDING DOWN
*LAGARDE: READY TO ACT AND PROVIDE LIQUIDITY SUPPORT
*ECB’S LANE: IF BASELINE HOLDS UP, ABSOLUTELY THERE’S MORE TO DO
*PANETTA: MAY BE SOME TIME BEFORE EQUILIBRIUM SETS IN
*PANETTA: STRING OF SHOCKS CREATED UNCERTAINTY FOR ECONOMIES
*PANETTA: POLICY MUST REMAIN FULLY ADAPTABLE
*PANETTA: AT TIMES LIKE THIS, ABRUPT POLICY MOVES NOT NECESSARY
*INTEREST RATES ARE STILL RELATIVELY LOW, ECB’S VISCO SAYS
*WUNSCH: ECB CAN PURSUE PRICE, STABILITY SIMULTANEOUSLY
*WUNSCH: IF MARKETS STABILIZE, ECB MAY HAVE TO DO MORE ON RATES
*WUNSCH: BASE CASE IS ECONOMIC RECOVERY, JUST NOT VERY DYNAMIC

Con questi toni, e il FOMC in arrivo, normale che i rendimenti Eurozone e la Divisa unica abbiano trovato supporto. L’azionario però non si è scomposto più di tanto, ed anzi ha accumulato progressi in mattinata, inizialmente contando ancora sul traino delle banche, e successivamente con un maggior contributo di settori che avevano sottoperformato ieri, come i consumer staples.
In tarda mattinata l’unico dato degno di nota, le richieste settimanali di mutui in US sono salite del 3%, un incremento trascurabile per un indicatore che cede il 36% anno su anno e viaggia sui livelli post scoppio della bolla del 2009.

Nel pomeriggio l’azionario ha fatto il picco sull’apertura di WallStreet e poi sono subentrate prese di beneficio pre FOMC, mentre al contrario sui tassi i rendimenti Eurozone si sono rimangiati parte dei rialzi, in simpatia con il recupero del Treasury, che ha visto un po’ di domanda nel run up verso il meeting.
Le chiusure europee vedono progressi marginali per gli indici e prese di beneficio sul rimbalzo delle banche.

E veniamo al FOMC: alle 19 (causa ora legale) la comunicazione. Il Committee con decisione unanime ha alzato di 25 bps il tassi al 4.75-5%, come da largo consenso, e contrariamente alle mie temerarie aspettative.
Nello Statement ( link ) si è osservato che la creazione di posti di lavoro ha accelerato, e che l’inflazione, che nel precedente FOMC era definita in calo, è rimasta elevata. Si è sottolineata la resilienza del sistema bancario, ma si è osservato che i recenti sviluppi probabilmente produrranno un inasprimento delle condizioni di credito ad aziende e consumatori e peseranno sull’economia, e che l’entità di questi effetti è incerta.
Allora perchè alzare, dico io?
Infine la notazione sulla necessità di alzare ancora i tassi è stata “addolcita” passando da “rialzi continuati potrebbero essere necessari” a un più indeterminato “un addizionale tightening potrebbe essere necessario”.
Le projections sulla crescita sono state abbassate per il 2023 e il 2024, mentre le previsioni di inflazione sono state alzate, in particolare quelle della core sia per il 2023 che per il 2024. Conseguentemente il target di Fed Funds ha visto un modesto rialzo per il 2024 (da 4.1% al 4.3%), ma è rimasto invariato per fine 2023 al 5.1%. Prima delle vicende bancarie ci si attendeva almeno 25 se non 50 bps in più (vedi lo schema sotto per i numeri precisi). Alla fine, dalle projections si evince che il prossimo rialzo sarà l’ultimo.

Il mercato ha rapidamente recepito i toni dovish di statement e projections e infatti i tassi hanno preso a calare significativamente, il Dollaro ha ceduto terreno e la borsa è tornata in positivo.
E veniamo alla conference.
Powell ha definito i problemi bancari “isolati e relativi a un piccolo numero di banche” ma tali che, se non fossero stati gestiti, il settore sarebbe stato danneggiato. Lo schema di finanziamento lanciato garantisce ampia liquidità e la situazione sarà monitorata. Purtroppo l’inflazione resta elevata e non cala alla velocità che loro vorrebbero. Gli eventi delle ultime settimane inaspriranno le condizioni del credito, ma è troppo presto per determinare di quanto, e capire come la politica monetaria dovrebbe rispondere. Le decisioni saranno prese meeting per meeting sulla base delle informazioni disponibili. powell ha ammesso che hanno preso in considerazione una pausa, ma poi si è formato un ampio consenso per alzare, perchè i dati sono forti e anzi 2 settimane fa erano dell’idea di alzare di più.
In generale una Fed che ha deciso di mantenere la barra dritta, ma riconosce che vi sarà un impatto di tightening delle condizioni finanziarie dai recenti eventi (che sono essi stessi effetto dei rialzi, in parte). Purtroppo è presto per valutare quest’impatto, che verrà attentamente monitorato. In ogni caso la mediana dei membri stima di essere a un rialzo dalla fine del tightening.
Personalmente, penso che i motivi per prendere una pausa di valutazione di quanto fatto finora ci fossero tutti, e sono stati anche espressamente citati da Powell. Perchè alzare i tassi se si pensa che vi sarà un tightening riveniente da eventi recenti, sulla cui entità vi è incertezza, resta per me un mistero.
La reazione dei mercati deve ancora definirsi. Inizialmente Wall Street ha preso la via del rialzo e il dollaro ha accentuato il calo, mentre i rendimenti sono swcesi ulteriormente, a scontare un elevata probabilità che questo sia l’ultimo rialzo (50% al momento) e tre tagli etro gennaio 2024. Successivamente il rally dell’S&P 500 è sfumato, e e il Dollaro ha recuperato un po’, mentre i cali dei rendimenti sono ancora corposi. Vedremo dove sarà la chiusura.