La FED ruba la scena all’Eurogruppo.

Resta positivo il trend dell’azionario nel run up verso la pausa pasquale. Con il rialzo di ieri (+3.4%) l’S&P 500 ha portato a +10% il conto delle prime 3 sedute di questa settimana corta (domani è quasi tutto chiuso).
I temi inseguiti continuano ad essere gli stessi, ovvero, il tendenziale miglioramento dei numeri dell’infezione, il sentore di “exit strategy” dalle misure contenitive, e infine stimolo, stimolo, stimolo!
Sul primo punto, rileva il rallentamento delle infezioni nel mondo e in US, ma non sono sfuggiti i buoni dati italiani di ieri sera.

Riguardo il secondo, pare che alla Casa Bianca si stia cominciando a lavorare con gli esperti Fauci e Brix a possibili attenuazioni delle misure. Infine c’è stato l’annuncio dell’implementazione del pacchetto destinato agli small businesses (+250 bln a 600 bln).

Dal buon sentiment si è fatta contagiare anche l’Asia, con i principali indici in buon guadagno, ad eccezione di Tokyo e Taiwan. La prima piazza è in parte disturbata dalla recente ripresa del trend rialzista delle infezioni in Giappone, con la crescita da qualche giorno tornata al 9%. Un monito, in questa fase di discussioni sulle varie exit strategy in Eurozone e USA.

L’apertura europea è avvenuta a sua volta con un buon tono, gli indici azionari trainati dal rialzo di Wall Street.
Una certa attenzione ha attirato la notizia che il Tesoro UK estenderà la dimensione del conto che ha presso la BOE dagli attuali 400 milioni a 20 bln £. La “Ways and means facility” serve per offrire margine di manovra al Tesoro per le spese di breve termine e la sua espansione ha fatto gridare i media (e pure il sottoscritto, inizialmente) ad un nuovo passo verso il “monetary financing”, il finanziamento diretto della spesa fiscale da parte della Banca Centrale. Ma in realtà la facility esisteva già, è previsto un suo rimborso entro l’anno, ed era stata già usata, per importi simili a quelli ipotizzati, durante la grande crisi. Non che non stiamo andando rapidamente in quella direzione, in UK e altrove, ma il passo di oggi è stato piccolo.
Peraltro oggi era prevista la ripresa dei lavori dell’Eurogruppo, e il mercato europeo si è trovato di fronte la prospettiva di un’altra giornata di attesa, per un outcome che sarebbe arrivato a mercati chiusi. Il nervosismo si è notato inizialmente soprattutto sul BTP, depresso anche dall’incombere delle aste di metà mese, per 9.5 bln su 4 linee (BTP a 3, 7, 15 e 30 anni).
Sui media hanno cominciato a trapelare notizie non troppo positive. In Olanda al parlamento sono state approvate 2 mozioni (non vincolanti) per il rigetto degli Eurobonds, o Coronabonds. Vento freddo anche dall’ Austria (AUSTRIAN FINANCE MINISTER BLUEMEL SAYS WE CANNOT ACCEPT A MUTUALISATION OF DEBT IN EUROPE) ed in generale sui media la sensazione che anche l’idea francese di un veicolo finanziato comunemente sia al momento “dead on arrival”.
Così l’azionario continentale ha restituito i buoni guadagni iniziali assestandosi in tarda mattinata attorno alla parità. Ironicamente, i BTP, che erano partiti in lettera, hanno visto un risultato d’asta assai robusto, con i rendimenti usciti tutti sotto i livelli di secondario (il 3 anni di 5 bps). Così la carta italiana ha svoltato, e ha visto rendimenti e spread in calo durante tutta la giornata, a prescindere dal newsflow.

Oggi era prevista la pubblicazione dei jobless claims, e dopo i dati “monstre” delle ultime 2 settimane, il consenso aveva stimato 5.5 milioni di richieste, e 8.2 milioni di percepenti. I numeri sono stati rispettivamente 6.6 mln e 7.45 mln. Numeri sempre elevatissimi, anche se il record delle richieste è ancora quello della scorsa settimana (6.86 mln). Come per gli altri dati, si tratta di report tanto sconvolgenti, quanto inutili a valutare l’effettivo stato del ciclo, come ripetuto più volte di recente. Non a caso, le ultime 2 rilevazioni di questa serie, che hanno superato le attese di 2 o 3 milioni, hanno coinciso con buone performance dell’azionario (+6.24% e +2.28% per l’S&P) ed anche oggi sembra mettersi bene. Per questo motivo, recentemente dedico molto poco tempo ai dati macro, che normalmente sono il pane di questo pezzo.

Come ammazzare il tempo quindi in attesa dell’ outcome dell’Eurogruppo?
Al solito, ci ha pensato la FED a intrattenerci, varando un altra enorme integrazione dei suoi programmi, del valore aggregato di 2-3 trilioni di $ in termini di nuove forme di credito all’economia.
** facility di rifinanziamento dei loans erogati in base al Paycheck Protection Program per le piccole aziende
** Acquisti per 600 bln di loans erogati con il main Street Lending Program
** Espansione della Primary e Secondary Market Corporate Credit Facilities (PMCCF and SMCCF) e della TALF.
** istituzione di una Municipal lending Facility per 500 bln.
** Al programma di acquisti vengono aggiunti anche ETF contenenti credito High Yield, finora escluso
La Fed ha preso davvero sul serio il compito di rifornire di credito l’economia. Finanzia le banche per offrire credito alle aziende, compartecipa ai prestiti, li prende a sconto, rifinanzia una larghissima gamma di asset e compra corporate bonds su primario e secondario, ora pure high yield.
L’impatto si è visto sull’azionario, che ha preso a salire con gusto. Ma anche il credito ha reagito, e, a fine giornata, i progressi degli etf sono robusti mentre anche gli indici del credito mostrano violenti cali degli spreads. In US il CDX investment grade perde 22 bps a 82 e  quello high yield 82 a 533. In Europa l’Itraxx IG ha chiuso -15 bp a 80 e quello HY – 67  a 464.
A corredo della mossa, Powell ha tenuto un intervento (anche lui in remoto) in cui ha dichiarato che la FED utilizzerà tutti i suoi poteri “con forza, proattività e aggressività” per favorire la ripresa. Quando il contagio sarà sotto controllo, le aziende riapriranno e la ripresa potrebbe essere robusta. Non vede il motivo per vietare alle banche di pagare il dividendo (cosa che ha dato forza al settore).

Sul fronte Eurogruppo, impossibile pensare, visti i precedenti, a conclusioni prima della chiusura del mercato Eurozone. Le dichiarazioni sono state ambivalenti. La Merkel ha secondo indiscrezioni dichiarato ad una riunione interna che è molto disponibile a mostrare solidarietà ma per gli Eurobond non ci sono le condizioni. Successivamente sono comparse sui media dichiarazioni pubbliche
*MERKEL: URGENTLY AGREES WITH CONTE ON NEED FOR EU SOLIDARITY
*MERKEL SAYS GERMANY IS OBLIGATED TO EUROPEAN SOLIDARITY.
*GERMAN FINANCE MINISTER SCHOLZ SAYS IT LOOKS LIKE EURO ZONE FINANCE MINISTERS WILL REACH A DEAL ON ECONOMIC SUPPORT PACKAGE
Su queste basi, sembra improbabile che la proposta francese del European Recovery and Reinvestment Fund prenda il volo. Ma forse c’è la possibilità che sull’ESM le obiezioni dell’Olanda vengano superate. Altrimenti non si può assolutamente parlare di solidarietà. E comunque potrebbe venire fuori qualche sorpresa.
E’ comunque notevole la tranquillità con cui i mercati europei hanno chiuso (sia pure con l’aiuto di una Wall Street in gran forma). In fin dei conti, l’outcome, qualunque esso sia, arriverà a mercati abbondantemente chiusi, con la prospettiva di 4 giorni di festa (domani e Lunedi è chiuso quasi tutto). Eppure i progressi sono buoni, con l’Eurostoxx che conclude ai massimi dall’11 Marzo, ben sopra la resistenza di  2820-50, ora supporto. Buono anche il recupero dell’€, contro un Dollaro indebolito dalla largesse FED. E in calo generale i rendimenti dei bonds, con gli spread periferici in calo.
Lungo discorso meritano le commodity, in particolare il Petrolio, che ha aperto la giornata in denaro, con le attese del meeting OPEC+. In giornata l’altalenarsi delle headline ha causato balzi. Nel pomeriggio una fonte anonima OPEC ha dichiarato a Reuters che si parlava di un taglio da 20 milioni di barili al giorno ( link ) spedendo il barile oltre 28 $. Successivamente è emerso che il progetto è per 10 mln e il mercato si è normalizzato. In serata è emerso che i tagli saranno progressivi, per un ammontare che potrebbe raggiungere i 10 milioni di barili in meno, ma non si sa da quale punto di partenza. Per cui il petrolio ha invertito la rotta ed ora cede pesantemente, con l’effetto che anche Wall Street ha perso brillantezza. Verso nuovi massimi invece l’oro, sospinto dall’ondata di liquidità immessa nel mercato.

Uno sguardo al quadro tecnico mostra che l’S&P ha raggiunto 2.800 primo target dopo il superamento della resistenza in area 2630 e 505 del ritracciamento della discesa. Un estensione possibile sarebbe il gap a 2880-2900 apertosi il 6 marzo, un livello su cui incrocia ora anche la media mobile a 50 giorni.
Personalmente, da qui in avanti vedo un opportunità per ridurre i rischi. Tecnicamente lo spazio sembra esserci, ma non penso che target significativamente maggiori di 2.800 abbiano senso dal punto di vista fondamentale, non avendo ancora chiaro l’impatto sul ciclo dell’epidemia, l’impatto sugli utili, il successo delle varie exit strategy, e qual’è il rischio di riaccelerazioni del contagio.

Al momento di concludere il commento, l’Eurogruppo è iniziato da qualche minuto appena. Mettiamoci comodi.

++ Eurogruppo pronto a partire, inizio fissato alle 21.30 ++
(ANSA) – BRUXELLES, 9 APR – I contatti bilaterali sono terminati e l’avvio ufficiale dell’Eurogruppo, slittato dalle 17, sara’ alle 21.30: lo rende noto un portavoce del Consiglio. (ANSA).