Intoppo a Washington sul Debt Ceiling, Wall Street consolida.

Chiusura roboante ieri sera (giovedì) a Wall Street, sull’onda dell’ottimismo per il debt ceiling e il tema della cosiddetta AI (Artificial Intelligence) che sta causando l’ennesima bolla sugli asset interessati (e presunti interessati). L’S&P 500 ha chiuso a +0.94% e il Nasdaq 100 a 1.81% trainato dalle Faang stocks (+3.45%). Coerentemente i rendimenti sono saliti con la Fed Fund Strip tornata a scontare un 35% di probabilità di rialzo al FOMC di giugno.

Una volta di più, la seduta asiatica è stata contrastata. Tokyo ha messo a segno  la settima seduta consecutiva di salita. Il tema  è quello illustrato ieri, la forza dell’economia e la politica monetaria che resta super espansiva. Oggi è uscita l’inflazione di aprile, ed è stata grosso modo in linea con le attese, ma pur sempre ai massimi dagli anni ’80, contrariamente alle altre principali economie che al momento il picco lo hanno alle spalle.

Vediamo che dirà Ueda al prossimo meeting BOJ il 16 Giugno.
Per contro, il China Complex continua a mostrare un andamento disastroso, se confrontato con le piazze occidentali. Anche ieri Hong Kong e HSCEI hanno ceduto in maniera importante, depressi dal cattivo impatto della trimestrale di Ali Baba. Perdite modeste per le “A” shares, che risentono della crisi di fiducia nel rimbalzo congiunturale cinese che ora sta impattando anche sulla divisa tornata, con cruccio delle autorità, sopra il livello di 7 vs $, osservato l’ultima volta a dicembre. Oggi si sono osservati i primi segnali di disagio.
** CHINA URGES INSTITUTIONS TO MAINTAIN FOREX MARKET STABILITY
** CHINA CENTRAL BANK: WILL STUDY THE STRENGTHENING OF SELF-REGULATION OF THE U.S. DOLLAR DEPOSIT BUSINESS
Moderati progressi dagli altri indici, ad eccezione di Vietnam, giù di un decimale.
L’apertura europea ha visto gli indici rapidi a capitalizzare la forza di Wall Street ieri sera. Oggi era giornata di scadenze tecniche e i livelli più gettonati hanno funto da punti d’attrazione (tipo 4.400 di Eurostoxx 50). Meno in forma il settore bancario, frenato dalle aspettative di un aumento dei ratio di liquidità da parte dell’ECB, allertata dalla vicenda Credit Suisse. In Italia il settore ha patito la minaccia di una tassa sugli extra profitti, se le banche non si decidono a remunerare meglio la raccolta.
L’unico dato stamattina è stato il PPI tedesco, che ha sorpreso al rialzo (+0.3 da precedente -1.4% e vs stime per -0.5%).
La price action della mattinata si è quindi assestata su azionario in progresso, tassi in rialzo, cambi in consolidamento e commodity in rimbalzo.
Nel pomeriggio non c’erano dati di alcun tipo in US. Il panorama era dominato da un discorso di Powell, particolarmente atteso ora che l’effervescenza legata all’AI e il calo della tensione sul debt ceiling avevano prodotto un repricing della curva USA, e una probabilità crescente di un nuovo rialzo al FOMC di Giugno.
Il presidente Fed però non si è lasciato influenzare dal sentiment di breve. Ha dichiarato che il tightening erogato è considerevole, c’è incertezza sull’entità dell’impatto che ancora si deve dispiegare, e sull’entità del tightening dei lending standards derivante dalle vicende bancarie recenti. Per cui, loro possono permettersi di guardare i dati e fare delle valutazioni prudenti.
*POWELL: RATES MAY NOT NEED TO RISE AS HIGH GIVEN CREDIT STRESS
*POWELL: WE’VE COME A LONG WAY IN POLICY TIGHTENING
*POWELL: WE CAN AFFORD TO LOOK AT DATA AND ONGOING OUTLOOK
*POWELL: MARKET RATE PATH REFLECTS DIFFERENT FORECAST THAN FED
*POWELL: FED WAS EXPECTING FURTHER TIGHTENING UNTIL RECENTLY
*POWELL: HAVEN’T MADE A DECISION ABOUT FUTURE POLICY TIGHTENING
Con queste indicazioni, le probabilità di un rialzo al FOMC del 14 giugno sono calate al 12% circa, e il Dollaro ha perso forza. I bonds hanno respirato un po’.

Quasi contemporaneamente, un colpo di scena a Washington. I Repubblicani hanno abbandonato il tavolo delle trattative sul debt ceiling, e si sono presi una “pausa” perchè le discussioni sono diventate “improduttive”. Anche la Casa bianca ha ammesso che la trattativa ha incontrato un intoppo, perche la distanza è eccessiva tra le parti sul budget. Politico.com fa un buon riassunto ( link ). Resta da capire da dove arrivava l’ottimismo degli ultimi 2 giorni.
Queste news sono andate ad impattare su un mercato azionario USA che era partito con moderati progressi, e lo hanno spinto in marginale calo. In questo contesto, sono tornate a scendere le banche, eventualmente danneggiate dalla notizia che gli importi presi a prestito alle finestre di rifinanziamento Fed sono tornati a salire (vedi grafico di Bloomberg)

Inoltre anche la Yellen lascia intendere – volontariamente o involontariamente –  che i problemi non sono finiti
US TREASURY SECRETARY YELLEN TOLD BANK CEOS MORE MERGERS MAY BE NECESSARY – CNN.

Dalla modestia della reazione si intuisce che l’ottimismo dei giorni scorsi è stato solo il trigger del rally, che è stato spinto poi dal positioning e da una mancanza di catalyst negativi. Certo, forse in assenza di queste news, il mercato avrebbe accelerato grazie alla dovishness di Powell, ma insomma al momento la reazione all’impasse è decisamente sottodimensionata rispetto al rialzo favorito dallo sblocco. Vi è anche la questione del movimento parabolico del Nasdaq 100 sull’AI, ma questa nuova tecnologia non è certo una novità dei giorni scorsi.  Il fatto è che il consolidamento in range ristretto delle ultime settimane sembra risolversi, per motivi più o meno validi, al rialzo, e ogni trigger era buono per dare il “la”.
Comunque sia, questo consolidamento è giunto a temperare le performance europee, che restano positive ma ad una certa distanza dai massimi. Questo non ha impedito al Dax di chiudere ai nuovi massimi storici, mentre l’Eurostoxx 50 ha superato nel durante ma chiuso sotto la soglia di 4.400 punti. I bonds Eurozone sono rimbalzati nel pomeriggio, l’€ ha chiuso sopra 1.08 grazie all’effetto combinato di Powell e Debt ceiling, che ha supportato anche i preziosi, anche se tutte le commodities sono rimbalzate, a parte i grani.
Dopo la chiusura EU Wall Street è rimasta a consolidare poco sotto la parità, ma si vede che al momento fa parecchia fatica a scendere.
E’ possibile che, una volta rotti i range, la fase positiva duri un po’, se non ci sono news negative. Potenziali candidati a fornire volatilità sono la prossima settimana i PMi flash, la situazione banche (continua o no il recupero?), e naturalmente il decorso del debt ceiling, visto che la Yellen spergiura che la deadline del 1 Giugno è seria, e sul TGA sono rimasti una settantina di bln $. Dall’altro lato c’è chi osserva che la bolla della AI è ancora agli inizi, secondo i canoni comuni.

Personalmente sono certo che quando cambierà il sentiment, si tornerà a vedere i potenziali effetti occupazionali di questa novità, che restano comunque incerti, e non necessariamente negativi in aggregato.

Detto questo, breakout o meno, nonostante indubbie indicazioni tecniche positive, io resto molto scettico sulla possibilità che questo sia un inizio di un nuovo duraturo ciclo rialzista del mercato e che il bear market del 2022 sia consegnato alla storia con un minimo appena 9 mesi dai massimi storici. Questo perchè attualmente si riscontra una serie di condizioni che è tutt’altro che coerente con un inizio ciclo, in US ma anche altrove :
1) I cicli di rialzo dei tassi delle principali banche centrali sono più vicino alla fine che all’inizio, Fed in testa, e sono stati storicamente assai estesi.
2) le curve sono invertite, a livelli record, in particolare in US
3) la disoccupazione è ai minimi storici, in US ed EU
4) i prezzi delle case hanno fatto i massimi storici su livelli elevatissimi e stanno correggendo
5) i margini aziendali sono nei pressi dei massimi storici
6) i multipli in USA sono piuttosto elevati storicamente parlando (18-19x).
Poi, sarebbe la prima volta che il bottom del bear market avviene prima che la Fed abbia smesso di alzare i tassi e abbia cominciato a tagliarli.
Detto questo, in Europa i massimi sono stati ritoccati, e quindi nessuna legge impedisce che lo siano anche negli USA, anche se io non lo ritengo probabile.