Election day in US, il mercato prezza la fine dell’incertezza

Election day finalmente!
Oggi si aprono le urne in US (anche se quasi 100 mln di elettori hanno già votato, probabilmente ben più della metà dei votanti totali). Da stanotte cominceremo ad avere risultati ufficiali, anche se la proclamazione del vincitore potrebbe non essere immediata. E’ proprio per l’enorme ammontare di voti via posta che il risultato potrebbe slittare significativamente. Come noto, la vittoria dipende principalmente dalla capacità di aggiudicarsi i grandi elettori degli swing states, ovvero gli stati che tendono a cambiare bandiera. Secondo i principali sondaggisti si tratta di Florida ( 29 grandi elettori), Pennsylvania (20), Michigan (16), North Carolina (15), Arizona (11) and Wisconsin (10).
In alcuni di questi stati il conteggio è già iniziato e quindi potrebbero essere in grado di dire a chi vanno i voti poco dopo la chiusura dei seggi, in altri inizierà alla chiusura dei seggi (vedi figura del FT), e potremmo avere forti ritardi, anche per in alcuni di questi verranno tenuti buoni anche voti che arrivano nei prossimi giorni.

Tra i primi spiccano Florida e North Carolina, 2 stati la cui aggiudicazione da parte di Biden metterebbe una seria ipoteca sulla presidenza (anche se conquista uno solo dei 2). Tra quelli per la cui aggiudicazione potrebbe passare del tempo abbiamo la Pennsylvania, altro stato fondamentale che Trump deve prendere per non finire battuto.

La posizione di forza di Biden viene dalla constatazione che se tiene tutti gli stati Democratici nel 2016, e conquista Wisconsin e Michigan, dove il suo vantaggio dovrebbe essere a prova d’errore, per vincere gli basta di prendere un altro “swing state” di quelli indicati nella figura, tranne Iowa, Nevada o Minnesota, che hanno meno degli 11 grandi elettori necessari.
Nella figura sotto, presa da FiveThirtyEight, alla quale ho aggiunto le aggregazioni fatte da Realclear Politics per quasi tutti gli stati, si nota come, in assenza di un serio errore sistematico a favore di Trump, è improbabile che il Presidente uscente riesca a prendere tutti gli stati in bilico che gli necessitano per vincere.

Ma i Michigan e Wisconsin non hanno iniziato ancora il conteggio (vedi sopra) e quindi il loro ritardo può rimandare la proclamazione, mentre margini ridotti possono aprire a riconteggi in particolare in Florida, ma ovunque. Dovesse la vittoria di Biden avvenire grazie a solo 1 o 2 stati, il problema si fa acuto. Trump si rifiuterà di concedere la vittoria e partirà la battaglia legale. Apparentemente entrambi le parti hanno assunto reggimenti di avvocati per quest’evenienza.
Secondo alcune indiscrezioni, nell’eventualità che i primi numeri ufficiali diano vantaggio a Trump, questi tenterà il colpo di mano autoproclamandosi vincitore e dichiarando nullo il voto postale non ancora contato. Non gli attribuirei una probabilità elevata di successo (anche per il presupposto di un suo forte vantaggio iniziale) ma situazioni estreme del genere (tipo Trump che si barrica alla Casa bianca) non sono da escludere.
Tutto ciò, per dire che io continuo ad attendermi una “blue wave” o “clean sweep” che dir si voglia, sulla base del presupposto che questa volta l’errore dei sondaggi non sarà sistematico a favore di Trump, o lo sarà di poco. Ma do una probabilità non trascurabile a complicazioni post elezione. Non sono il solo, visto che negozi e aziende stanno predisponendo protezioni in vista di eventuali proteste violente ( link )
E questo complica la previsione sulla reazione del mercato.
Infatti avere un presidente domani sera, o al massimo dopodomani ridurrebbe di parecchio l’incertezza e probabilmente porterebbe ulteriore sollievo sui mercati, chiunque esso sia. E’ forte negli investitori la convinzione che la nomina della nuova amministrazione porterebbe ad uno sblocco dell’impasse sul piano di stimolo fiscale ( piano di spesa o tagli alle tasse a seconda dei casi). Certo, la reazione sarebbe positiva in caso di blue wave, oppure in caso di conferma di Trump col Senato che rimane repubblicano. Un po’ meno con Biden ma senza Senato democratico. Ma comunque l’incertezza si risolverebbe.
Probabilmente il mercato è disposto a passare sopra una mancata concessione della vittoria da parte di Trump, se si intuisce bene che la sua è una lotta senza speranza, o una tattica per ottenere vantaggi personali. Ma se invece si percepisce effettivamente che la situazione resterà incerta per settimane, con riconteggi, un clima incandescente nel paese, e possibilità di tumulti, la reazione non sarà buona, e la positività che si nota nelle ultime ore non avrà seguito.

Già, perche la seduta odierna è partita fin dall’Asia con un tono positivo, i principali indici a mostrare guadagni superiori al punto percentuale (tranne Tokyo, chiusa per festività del culture day). Certo, Sydney sarà stata aiutata dal taglio dei tassi della Reserve Bank of Australia e dai 100 bln di nuovo QE ( link ). Hugo Boss ha fornito un altro indizio che in Cina le cose vanno bene (*HUGO BOSS: OCTOBER BUSINESS IN CHINA WAS ‘EXCEPTIONALLY STRONG’ – BBG). Il Presidente Xi ha intenzione di raddoppiare il GDP nei prossimi 15 anni. Salute (XI SAYS CHINA ABLE TO DOUBLE ECONOMIC OUTPUT BY 2035: XINHUA -Bbg).

Anche l’apertura europea è avvenuta con un sentiment spumeggiante. Gli indici hanno rapidamente accumulato buoni progressi, trainati da banche, finanziari e ciclici. Oggi non erano previsti dati macro, e i numeri sui contagi soffrivano ancora delle distorsioni del week end. Certo, c’era da mettere in conto le nuove misure di contenimento in discussione in Belgio e Olanda (DUTCH PM RUTTE: NETHERLANDS TO IMPOSE NEW RESTRICTIONS TO REDUCE CORONAVIRUS INFECTIONS), e il lockdown in considerazione in Grecia (e in Italia ovviamente, con la possibile creazione delle zone rosse).
Ma è ormai noto che il trend nel breve è quello.

Il focus però oggi era sicuramente sulle elezioni.
Come contestualizzare questa bonanza di fronte ad un evento così incerto? L’impressione personale è che le liquidazioni della scorsa settimana abbiano prodotto un posizionamento alquanto difensivo, accentuato anche dall’incombere delle Presidenziali, con la possibilità della coda di contestazioni. Questo positioning è andato progressivamente in crisi nel run up verso il voto, con il mercato USA che, a torto o ragione, sembra propendere per un outcome certo. Il position squaring pre voto ha accentuato queste ricoperture, sui settori più sottopesati nell’ultimo periodo.
Un discorso analogo può essere fatto per Wall Street, tornata a testare i minimi di settembre la scorsa settimana, e intenta in un violento rimbalzo nelle ultime 48 ore, con il tech a sottoperformare i ciclici e il value.
Una scommessa su Biden e blue wave? Può essere. Sicuramente la debolezza del Dollaro, e il rialzo dei rendimenti sulla curva vanno in quella direzione.  Ma, personalmente, ci vedo anche una paura di farsi trovare troppo corti sul rally post elezioni che solitamente segue le presidenziali, che l’amministrazione cambi, o meno (vedi figura, fonte Isabelnet).


Tra l’altro la performance opaca dell’ultimo mese e mezzo sembra propendere per un cambio della guardia: nel 90% dei
casi nell’ultimo secolo, e sempre dal 1984 in poi, quando Wall Street ha performato male nei 2 mesi precedenti le elezioni, l’amministrazione è cambiata. Vedremo se anche stavolta la regola funziona.
Poco da riportare nel pomeriggio, al di la dell’apparente euforia dell’azionario. I factoriy orders di settembre in US sono usciti più o meno in linea con le attese, e le news sono state poche e ignorate.
La chiusura europea vede gli indici mettere a segno progressi decisamente importanti, in particolare perchè seguono quelli di ieri. In 2 sedute (2.07% ieri e 2.62% oggi) l’Eurostoxx 50 ha recuperato quasi i 2/3 delle perdite della scorsa settimana. Auto e banche sugli scudi, ma in realtà attardati oggi troviamo solo telecoms e pharma. Corposo anche il rimbalzo dell’€, mentre i rendimenti core sono rimasti abbastanza stabili, e gli spreads si sono stretti. In ulteriore recupero commodities e preziosi.
A 2 ore dalla chiusura Wall Street continua a filare.
I primi seggi a chiudere, alla mezzanotte italiana, sono Indiana e Kentucky. I pezzi grossi arrivano all’ 1.30 (Nord Carolina) e 2 (Florida e Pennsylvania). In Florida le prime proiezioni dovrebbero essere precise, perchè il voto anticipato è stato altissimo ed è stato già contato. Avremo i primi colpi di scena.
In bocca al lupo.