Crescita senza inflazione in US spinge Wall Street a nuovi massimi.

Ieri sera  Wall Street non è riuscita a scrollarsi di dosso l’uggia ereditata dalla reazione delusa degli asset europei all’ECB. Al -0.5% del S&P 500 hanno contribuito anche alcune delusioni eccellenti sugli earnings ( Dow Chemical, Tesla, Paypal) anche se poi ci ha pensato Google in aftermarket a riportare l’ago della bilancia in positivo.
Su queste basi in tono in Asia è stato contrastato stamattina, anche se alla fine i danni non sono enormi, con gli indici compresi tra il -0.7% delle “H” shares cinesi (positive invece le “A” shares) e il + 0.3% di Mumbai. Grande attesa per gli incontri di Lunedì a Shanghai tra la delegazione USA e quella cinese, anche se la location, il periodo di vacanza per l’assemblea del partito Comunista e la presenza nella delegazione cinese del Ministro del Commercio Zhong (considerato un falco) hanno indotto alcuni commentatori a dichiarare che progressi significativi sono improbabili.

L’apertura europea è avvenuta con un tono cauto e conservativo. Dopo le indiscrezioni comparse subito dopo la conference, secondo cui alcuni membri nutrirebbero dubbi sull’efficacia del sistema di tiering per proteggere le banche, indiscrezioni che hanno eventualmente contributo alla reazione bipolare post Conference, non vi sono stati ulteriori “aggiustamenti di tiro” da parte di Francoforte. L’unico accenno odierno (  ECB BUYING STOCKS, BANK BONDS SEEN AS NON-STARTER: SOURCES ) ha alimentato qualche vendita in più su azionario e banche ma in generale poca attività.

In mattinata abbiamo assistito a una moderata salita della consumer confidence francese di luglio (+1 a 102 in linea con attese, ed al balzo di quella italiana (113.4 da precedente 109.8 e vs attese per 109.6) ai massimi da febbraio scorso.
Buono anche il recupero dell’economic sentiment (+1.9 a 101.2, mentre la confidence sul manifatturiero, coerentemente col resto del mondo, scende (-0.7 a 100.1).
Non che gli asset italiani abbiano guardato granchè a questi dati. Dopo la sbornia da attese di QE degli ultimi giorni, e le prese di beneficio di ieri, oggi borsa e BTP hanno continuato a consolidare, un occhio anche alla ripresa delle frizioni al Governo, Con Salvini che desidera una manovra fortemente espansiva, mentre Tria e Conte gettano acqua sul fuoco.

Ma il piatto forte oggi era la prima lettura del GDP US del secondo trimestre 2019, prevista per le 14.30 italiane. Il dato ha sorpreso in positivo (+2.1% da prec +3.1% e vs attese per +1.8%) grazie a consumi davvero forti (+4.3% massimo dal Q4 2017). Meno brillanti gli investimenti, zavorrati dalle costruzioni ma comunque deboli in svariate categorie. Forte supporto dalla spesa pubblica, cresciuta a ritmi insostenibili nei prossimi mesi (ma c’è di mezzo la ripresa post shutdown), mentre sia il canale estero che le scorte hanno sottratto (in aggregato un 1.5%) dopo aver drogato il dato del primo trimestre. Deboli, per contro, i riscontri sui prezzi con la Personal Consumption Expenditure Core Inflation sotto attese a 1.8%.

Un dato decisamente favorevole ai mercati, nella misura in cui segnala una crescita sopra attese (quindi buone business conditions) ma con un inflazione bassa, che quindi lascia tranquilla la Fed.
Certo, dati il ritmo di crescita e la forza dei consumi, la scelta della Fed di assecondare il mercato e correre a tagliare i tassi mercoledi prossimo (col mercato che sconta una ridotta possibilità di un taglio di 50 bps) lascia un po’ perplessi: siamo sicuri che il ciclo USA richieda questo stimolo? Più che la direzione, stupisce l’urgenza. Probabilmente Powell & C. avrebbero fatto meglio a imitare Draghi, e attendere qualche dato in più. Ma oramai il mercato prezza questo, e scontentarlo è imprudente.
E poi, c’è già chi si sta fregando le mani

Come osservato sopra, il dato è “equity frendly” e Wall Street non si è fatta pregare, e sta recuperando, al momento, con gli interessi, quanto lasciato sul campo ieri. La sua forza ha offerto un po’ di supporto ad un azionario continentale ancora un po’ traumatizzato dagli swing di ieri. Così le chiusure sono marginalmente positive, con le piazze periferiche (Milano e Madrid) in controtendenza.
Sul fronte cambi, la dichiarazione del Capo dei Consulenti economici di Trump Kudlow che la Casa Bianca esclude un intervento sul Dollaro ha ridato forza al biglietto verde.
Particolarmente penalizzata la sterlina, che soffre la radicalizzazione delle posizioni tra UK e EU. Boris Johnson ha riempito il Governo di elementi anti EU e pro Brexit, e ha aperto ad un patto elettorale con il Brexit party, cosa che rende ancora più incerto l’esito delle probabili elezioni. Bruxelles, per parte di Barnier e Juncker si è dimostrata ancora indisponibile a modificare l’accordo più volte bocciato dal Parlamento UK. Gli operatori quindi attribuiscono una probabilità crescente al rischio di una No deal brexit.
Scarsi i movimenti sui tassi, con il rimbalzo dello spread dovuto al citato consolidamento del BTP l’unico elemento degno di nota.