Continua la fase positiva sui mercati, alla vigilia del FOMC.

Ieri sera, Wall Street ha continuato la marcia, chiudendo un’altra seduta positiva, la quinta su 6 (e l’unico calo è stato di 0,09%). Una serie positiva notevole, che forse potrebbe dare adito a qualche consolidamento i prossimi giorni. Tra l’altro, Sentimentrader.com osserva che la stagionalità invita alla cautela. La settimana successiva al Quadruple Witching di marzo (scadenza futures e opzioni su indici e titoli) si è rivelata negativa per l’S&P in ognuno degli ultimi 7 anni, e nella maggioranza degli ultimi 25. A ciò si aggiunge l’ipercomprato di breve. Ciò detto, questo rialzo (cosi come il ribasso che lo aveva preceduto) ha mostrato una buona tendenza a fare nuovi record.

La seduta asiatica è stata insolitamente piatta, con i principali indici a mostrare performance comprese tra il -0.18% di Shanghai e il + 0.6% di Mumbai, unica piazza a mostrare un rialzo non marginale. In assenza di news di rilievo, l’attenzione si è concentrata sul FOMC di domani sera, il che spiega forse il clima d’attesa che si è respirato. D’altronde la politica monetaria della FED è parecchio sentita nell’area, anche se ovviamente, dopo la svolta “paziente” di Powell, non si può dire che la parte emergente tema outcome particolarmente aggressivi. L’azionario locale cinese ha consolidato i forti guadagni di ieri con un assestamento marginale, e una continuata outperformance delle small caps.

La musica è decisamente cambiata con l’apertura europea. Superata una breve incertezza iniziale, l’azionario Eurozone ha preso nuovamente con decisione la via del rialzo, infischiandosene della della cacofonia di dichiarazioni di parte EU sull’estensione (che non è garantita, che deve essere motivata etc etc).
Alle 11 è stato pubblicato lo Zew tedesco di marzo. Se la current situazion si è deteriorata ( a 11 da 15 e vs attese per 13) le expectations hanno fatto un balzo (da -13.4 a -3.6 vs attese per -11). Personalmente non sono un fan di questa survey, che reputo autoreferenziale. Detto questo, su un mercato che già sembra rincorrere un quadro macro in miglioramento, un certo impatto questa release lo avrà avuto. Da notare che il dato sulle expectations per l’economia Eurozone è passato da -16.6 a -2.5. Sembra una buona indicazione del recupero delle attese di crescita europee.
A caccia di una motivazione per la rinnovata esuberanza degli indici europei, molti hanno sottolineato il circolare di un pezzo di market news secondo il quale, nel caso l’ECB decida di imbarcarsi in un altro programma di acquisti, la scarsità degli stessi la costringerà a allargare la gamma di asset idonei, prendendo in considerazione perfino le azioni, secondo fonti anonime.
Vista l’attitudine recente del mercato verso le news, non escludo che il pezzo abbia causato un sussulto. Ma non credo molto di più, visto che al momento un nuovo programma di acquisti non è in discussione, e il sentiment macro è tutt’altro che negativo, come sopra osservato. E comunque il track record di market News è tutt’altro che impeccabile.
Personalmente, ho trovato di maggior interesse alcune informazioni contenute nella Merril Lynch Fund manager Survey di marzo, in particolare dove osserva che l’azionario Eurozone è tra gli asset più sottopesati rispetto alla media di lungo periodo ed è quello che ha visto le maggiori uscite nel mese (vedi grafici). Inoltre, il corto Eurozone è indicato dalla survey come il trade più “affollato”.

La sorprendente forza del mercato azionario Eurozone delle ultime settimane dipende, a mio modo di vedere, dall’incontro/scontro tra il miglioramento delle aspettative di crescita europee e questo tipo di positioning.
Il circolare di questi dati oggi potrà aver accentuato la tendenza dell’azionario continentale a strappare in mattinata. Non a caso, a mostrare la performance più brillante oggi è il settore auto europeo (+2.4%) tra i settori più evitati secondo la medesima survey (il 15mo su 19).

Su queste basi, i PMi flash Eurozone di marzo, in uscita venerdi, costituitanno un test assai importante per l’attuale price action. Una sorpresa positiva validerà lo scenario di bottom per la crescita, e potrà aprire a ulteriore repricing, a seconda dell’entità del rimbalzo. Viceversa, una doccia fredda renderà il mercato vulnerabile, alla luce della recente modifica delle aspettative. Sono propenso ad attendermi una sorpresa positiva, quanto meno rispetto alle attese ufficiali rilevate da Bloomberg, che indicano stabilità sui livelli di Febbraio. Ma sospetto che a questo punto il vero consenso sia più ottimista.

Il sentiment ha raggiunto i massimi nel primo pomeriggio, in concomitanza con l’apertura di Wall Street. Dopodichè è partito un consolidamento, che si è accentuato quando hanno fatto la loro comparsa news sul trade meno costruttive (  *SOME U.S. OFFICIALS SAID TO SEE CHINA WALKING BACK TRADE OFFERS). L’allarme è parzialmente rientrato quando Dow Jones ha riportato che i progressi continuano e le trattative entrano nella fase finale. Mnuchin e Lighthizer si recheranno in Cina la prossima settimana mentre Liu He tornerà a Washingrton quella successiva. Ma ormai il catalyst per un po’ di sane prese di beneficio era sul tavolo, e così l’Europa ha dovuto accontentarsi di guadagni frazione di quelli accumulati a metà giornata, mentre Wall Street ha al momento sostituito i buoni progressi della prima parte di seduta con guadagni marginali.
Sul fronte cambi, continua lo stallo, con i principali cross a mostrare movimenti modesti, in attesa degli eventi. Sul fronte tassi invece, il risk appetite del mattino è sembrato infine fare breccia sulla curva tedesca, ed i rialzi dei rendimenti hanno resistito almeno in parte alla correzione del pomeriggio. Dovessero i PMI uscire forti Venerdì, ce n’è di strada da fare.
Sul Btp è continuato l’impatto del concambio fissato per domani da parte del Tesoro Italiano, ma alla fine l’allargamento dello spread è stato modesto.
Domani abbiamo il FOMC, nell’ambito del quale non è previsto alcun cambiamento. I principali punti di interesse sono l’eventuale annuncio delle modalità dell’interruzione della normalizzazione del bilancio, e il probabile abbassamento delle projection  dei movimenti sui tassi. Da un lato, ha senso aspettarsi una performance accomodante da parte di Powell, visto che la svolta “paziente” è avvenuta da poco, e non è che i dati macro stiano dando particolare motivo di dubitare della sua validità (specie quelli sui prezzi). Dall’altro, la curva US ha cancellato ogni traccia di rialzo per il 2019 (e prezza tagli nel 2020) e quindi è difficile per il Committee dare un messaggio più accomodante di quanto già scontato, mentre eventuali residue velleità di rialzo dei tassi nell’anno in corso da parte di Jay  e C. potrebbero cogliere il mercato di sorpresa.
E la Brexit?
Le tensioni alimentate ieri dal “no” dello Speaker della Camera Bercow alla terza ripresentazione del piano May sono fondamentalmente rientrate. E’ evidente che la May sarà costretta a richiedere qualche genere di estensione, mentre le dichiarazioni bellicose dell’EU sembrano più di forma che di sostanza. Sembrava trapelare dai media che la May era già intenta a scrivere una richiesta di estensione dell’articolo 50 di un anno. Ma metà giornata è trapelato che l’EU sarebbe disposta a concedere alla May una estensione che sarebbe corta a condizione che la Premier riesca a far approvare un piano sufficientemente diverso da essere ammesso al voto la prossima settimana. Viceversa, l’estensione diventerebbe lunga. Si tratta di indiscrezioni, ma la Merkel stamattina ha dichiarato che è disposta a combattere fino all’ultimo per un uscita ordinata dell’Inghilterra dall’EU.
Apparentemente, quindi, avremo un altro voto la settimana prossima, seguito da una estensione che potrebbe essere breve se il deal passa, oppure assai lunga. Vediamo però cosa emerge veramente di ufficiale nelle prossime ore, e al Meeting del  Consiglio D’Europa Giovedi e venerdi.