Aumenta l’incertezza sulle politiche di Trump, la correzione colpisce anche Wall Street.


Un altro passo oltre le resistenze ieri (mercoledì) per l’S&P 500, con un +0.24% che costituisce un nuovo record storico, il quarto di questo 2025 finora più avaro di massimi del 2024. In linea teorica la resistenza a 6.120 punti è rotta, anche se ancora siamo un po’ troppo vicino (25 punti, uno 0.4%) per considerare del tutto valido il breakout. Meno brillante il Nasdaq 100 con un +0.05%. La peculiarità di questo nuovo record è che è stato raggiunto con l’indice trainato dai defensives,  Health Care, Consumer Staples, Energy, Utilities, mentre i settori ad alto beta, Information Technology, Industrials, Consumer Discretionary, Communication Services, Financials, Materials sono rimasti al palo o calati. Un effetto forse della crescente incertezza causata dalla galoppante rivoluzione delle alleanze, con Trump che flirta con Putin e attacca Ucraina ed Europa, e continua a lanciare ipotesi di misure di vario tipo, dai dazi, all’intenzione di tagliare dell’8% il budget del Pentagono, all’idea di creare un dividendo del DOGE, usando i risparmi per mandare nuovamente assegni agli Americani, e chi più ne ha più ne metta.
*TRUMP ADMIN ORDERS PENTAGON TO PLAN FOR 8% BUDGET CUTS: WAPO
*TRUMP ADMIN ORDERS PENTAGON TO SEEK CUTS OVER FIVE YEARS: WAPO
*TRUMP: COMMITTED TO MAKING AMERICA THE CRYPTO CAPITAL
*TRUMP: EUROPE OUGHT TO START TAKING BACK MIGRANTS TOO
*TRUMP ON BALANCED BUDGET: MIGHT NOT BE THIS YEAR, COULD BE
*TRUMP: CONSIDERING GIVING 20% OF DOGE SAVINGS TO AMERICANS
*TRUMP: 20% OF DOGE SAVINGS COULD ALSO PAY DOWN DEBT
*TRUMP: STOCK MARKET IS GOING TO BE GREAT
*TRUMP: WILL WORK WITH GOP CONGRESS TO PASS TAX CUTS
*TRUMP: ANNOUNCING TARIFFS ON CARS, CHIPS, DRUGS, LUMBER
*TRUMP: TARIFF ANNOUNCEMENTS OVER NEXT MONTH OR SOONER
*TRUMP: RECIPROCAL TARIFFS ON UNEQUAL TRADING COUNTRIES
*TRUMP: ZELENSKIY REFUSES TO HAVE ELECTIONS, LOW IN POLLS
*TRUMP SAYS US WILL CHECK, ENSURE FORT KNOX GOLD SUPPLY ACCURATE
*TRUMP REPEATS HE HAS VERY GOOD RELATIONSHIP WITH CHINA’S XI
*TRUMP SAYS NEW TRADE DEAL WITH CHINA POSSIBLE
*TRUMP SIGNED ORDER AIMING TO REDUCE FEDERAL REGULATIONS

Tra l’altro, ieri sera alle 20 sono state pubblicate le minute Fed, e tra le cose emerse vi è che, sono stati citati diversi fattori che potrebbero ostacolare il rientro dell’inflazione verso il target, tra cui gli effetti sui prezzi delle politiche commerciali e di immigrazione della Casa Bianca, appunto, e una domanda da parte dei consumatori forte. Vari contatti in aziende di diversi distretti hanno comunicato che cercherebbero di passare ai consumatori aumenti dei costi dovuti a dazi. Un altra notazione interessante è stata che vari partecipanti hanno indicato che, alla luce delle distorsioni che possono venire alle riserve bancarie dalla vicenda del debt ceiling, potrebbero considerare di rallentare o mettere in pausa la riduzione del bilancio Fed fino a conclusione della vicenda. Qualcosa che potrebbe andare a supportare i treasuries.
Per il resto poche differenze con quanto detto da Powell alle testimonianze al Congresso. Il resto delle minute li può leggere a questo link.

Tornando alla performance di Wall Street, rimane un ritmo poco entusiasmante per un breakout. Come si nota dall’aggiornamento del grafico pubblicato in fondo al pezzo, anche quello europeo era nato  un po’ titubante, cosa che non ha impedito che, dopo un breve test al supporto, sia partito. Per il Nasdaq 100, siamo ancora in mezzo al guado per il breakout. Tra i motivi per la sua minore brillantezza, il fatto che la dichiarazione di Trump riguardo il taglio al bilancio del Pentagono dell’8% ha impattato sui principali contractors, tra cui Palantir, l’azione più calda del Nasdaq attualmente e diverse aziende di software di sicurezza. Palantir ha perso il 10% aggiungendo poi altr in aftermarket.

La seduta asiatica ha avuto un tono opaco, con le “H” Shares cinesi e Hong Kong in consolidamento, cosa che ha forse contagiato gli altri indici visto che, se le “A” shares cinesi hanno perso poco o nulla, Tokyo, Taiwan, Sydney e Seul sono calate, Mumbai e Jakarta hanno ceduto un decimale e solo il Vietnam è salito. Considerando che l’intenzione di Trump di provare a raggiungere un accordo di ampio respiro campeggiava sui principali media, possiamo parlare di un moderato sell the news.
Link  Trump Says New China Trade Deal ‘Possible’ Despite Tensions
In tarda mattinata europea ha pero riportato Ali Baba e insieme al colosso dell’e.commerce e dell’AI tutto il tech cinese si è scosso e ha preso quota. Vedremo domani se la forza si trasferirà integralmente nel HS Tech.

L’azionario EU in mattinata ha messo a segno un tentativo di rimbalzo, dopo lo storno discretamente pesante di ieri, mentre i bonds sono risultati ancora un po’ shoccati dalle dichiarazioni della Schnabel, e sono rimasti in range. Il PPI tedesco si gennaio sotto attese è stato bellamente ignorato.

Nel pomeriggio era prevista la pubblicazione di alcuni report in US, ma l’unico dato rilevante erano i sussidi di disoccupazione, che non hanno fornito alcuno spunto. Il Philly Fed di febbraio è calato un po’ meno delle attese dai livelli surreali di gennaio, e resta un indicatore poco utile in questa fase come l’Empire NY e tutte le altre survey regionali manifatturiere. In generale però sembra che il manifatturiero si stia riprendendo in US.

Wall Street aveva altre gatte da pelare. C’era l’impatto del proclama di Trump, nel frattempo sostanziato dal segretario alla difesa Hegseth, a pesare sulle aziende dei vari settori colpiti ( link Hegseth Orders Pentagon to Draw Up Plans for Cuts), e il miss e la guidance di Wallmart a deprimere le aspettative sui consumi ( link  Walmart shares drop as retailer says profit growth will slow). L’S&P 500 ha aperto in ribasso e accumulato discrete perdite, levando supporto anche agli indici europei. La risk aversion ha supportato i treasuries levando d’impaccio anche i bonds europei.
Le ambasce di Wall Street si sono riflesse anche sul Dollaro, in robusto calo su tutti i principali cross, in primis lo Yen, tornato sotto la soglia di 150 per la prima volta da inizio dicembre.
Le chiusure europee vedono i principali indici in ordine sparso attorno all parità, con L’Eurostoxx 50 invariato, Milano giù di uno 0.25%, Parigi e Madrid in marginale progresso, e il Dax ancora il peggiore, frenato dalle prese di beneficio sul settore difesa europeo dopo giorni di fuoco e fiamme, e cali su auto e industria pesante. Dopo una seduta volatile, i bonds si trovano a chiudere con moderati cali dei rendimenti. Detto dell’€ forte, le commodity chiudono marginalmente positive, supportate dai metalli industriali, con i preziosi sempre forti.
Dopo la chiusura Wall Street al momento è rimbalzata un po’ dai minimi. Nel grafico sotto, utilizzato giorni fa per paragonare il breakout dell’azionario europeo con il quadro tecnico USA attuale, si nota la correzione del primo dopo un rally molto robusto (riquadro superiore), mentre sotto abbiamo il timido superamento della resistenza da parte dell’S&P 500, con il pullback odierno che lo riporta a contatto, per il momento, con il supporto orizzontale. Anche lo Stoxx 600 ci era andato vicino.


Personalmente ritengo che l’S&P 500 avrà ragione del supporto, ma non vedo in arrivo nell’immediato un rally forte come in Europa. In quel caso il consolidamento era stato molto più lungo, il pessimismo era marcato, e i fattori a supporto, earning season e aspettative di pace in Ucraina, più netti. Qui abbiamo il tech sempre alle prese con l’effetto Deep Seek (e un positioni strutturalmente molto lungo), un retail euforico, e parecchia incertezza sulle politiche di Trump, il cui effetto potrebbe prolungare anche il pullback in Europa.