Puigdemont dichiara l'indipendenza ma ne sospende gli effetti aprendo a una negoziazione

Lampi di Colore 826

Il ritorno degli USA sui mercati, dopo la  (parziale) festività di ieri, è coinciso con una accentuarsi della pausa nel “reflation, fiscal trade” che ha dominato l’ultimo periodo.

La seduta asiatica, tornata quasi a  pieno regime (manca Taiwan) ha avuto un buon tono, ben rappresentato dal balzo di Seul, al  rientro da 6 giorni di chiusura. La  piazza  sudcoreana, che comunque doveva fare un catch up coi mercati dell’area, ha festeggiato (+1.6%) l’assenza di lanci e/o altre provocazioni da parte  di Pyongyang. Positiva anche Tokyo, che si scrolla di dosso un po’ di incertezza politica,  visto che il nuovo partito di Koike sta calando nei sondaggi,  mentre Abe si rafforza.
Solo marginalmente positivi gli indici cinesi, contenuti dalle deludenti vendite di immobiliare a Pechino e Shanghai.  Ma la  divisa ha recuperato  ulteriore terreno contro $ oggi, eventualmente sostenuta dal buon dato delle riserve valutarie di ieri, anche se i malpensanti indicano anche l’inizio del Plenum del Partito la prossima settimana, un evento storicamente approcciato con la  divisa forte.

L’apertura europea ha visto  i mercati azionari confrontarsi con la  realtà  di un Dollaro inaspettatamente debole. Tra i motivi di questa correzione del biglietto verde contro i principali cross spiccano:
** Complicazioni sul fronte approvazione del budget e dei tagli alle tasse. Negli ultimi giorni Trump si è beccato via social col senatore Corker, che sembra opporsi a  qualsiasi misura che non goda di copertura fino all’ultimo cent. Politico.com riporta di altri senatori decisamente contrari ad aumenti del deficit.  Poiche al Senato US bastano 3 Repubblicani contrari a mandare in minoranza il partito, lo stimolo fiscale  che sembrava in arrivo incontra già  i primi ostacoli.
** Nella corsa alla FED, le  azioni di Powell stanno guadagnando terreno e quelle di Warsh sono in ribasso. Powell è considerato una colomba, e un segnale di continuità per le politiche della Yellen, ma poichè non è un economista di formazione, si teme possa indebolire l’istituzione, o quanto meno essere un Presidente meno influente e carismatico. Personalmente ritengo questo altalenarsi di speculazioni inutile.  Sono convinto che Trump aspetterà il più possibile prima di effettuare la nomina, per mettere in concorrenza i candidati e ottenere massima lealtà dal  prescelto. Essendo il Presidente imprevedibile, assisteremo a un continuo altalenarsi delle probabilità.
** Il rimbalzo dello Yuan cinese e l’assenza per il momento di deterioramenti sul fronte lira turca hanno alimentato un generale rimbalzo delle divise emergenti.

Dollaro a parte, oggi era la  giornata  nella quale i separatisti catalani dovevano decidere i prossimi passi, con il discorso di Puigdemont previsto per le 18, e un po’ di nervosismo era normale, anche se non è servito a contenere la forza dell’€. Infine, le nuove disposizioni ECB-SSM in fatto di copertura dei non performing loans non hanno finito di esercitare effetti negativi sul  settore bancario europeo, ed in particolare italiano, anche se oggi in maniera più  selettiva.
Sul fronte macro brusco rimbalzo del surplus commerciale tedesco in agosto, grazie ad un robusto rimbalzo delle esportazioni, dopo 2 mesi deludenti. Il ritorno su ul  percorso di crescita delle esportazioni può aver offerto supporto all’€ in mattinata. Deludente per contro la produzione industriale francese di agosto, mentre quella italiana ha sorpreso clamorosamente in positivo coronando con un 1.2% una serie di 4 incrementi a fila.
Chapeau.

Nel primo pomeriggio,  l’unico dato previsto in US ha deluso.  Il NFIB small business optimism è sorprendentemente sceso da 105.3 a 103 vs attese per 105. Il calo, dovuto a una discesa delle attese sulle vendite, non sembra interamente attribuibile agli uragani, perchè non è concentrato nei distretti interessati. Il problema principale rimane però  il reperimento di manodopera qualificata. In generale un passo indietro, ma l’indice si conferma su livelli elevati.

Supportata dalla debolezza del  $, e da  attese positive sull’earning season, Wall Street ha aperto positiva allungando rapidamente fino a segnare agevolmente nuovi massimi,  ma  successivamente gli indici hanno preso un atteggiamento più riflessivo, ed, eventualmente, anche più  in linea con la  reazione di divisa e tassi all’  ingarbugliarsi del quadro  fiscale.

I mercati azionari europei hanno chiuso, come ieri, con perdite marginali sugli indici nordici e un po’ più sostenute su Madrid e Milano, più  impattate dalle vicende politiche spagnole e dalla price action delle banche. I bonds hanno chiuso con i rendimenti core invariati e gli spreads periferici in marginale allargamento, mentre l’€ attende le  decisioni di Puigdemont poco sopra 1.18 vs dollaro, più  per i demeriti di quest’ultimo (vedi grafico Blumberg con le variazioni giornaliere delle principali divise)

Lampi di Colore 825

Al momento di concludere il pezzo, Puigdemont è infine venuto al punto del suo lungo discorso (partito in ritardo di oltre un ora), e, probabilmente perchè privo del  supporto della maggioranza per una dichiarazione unilaterale di indipendenza, a causa dell’ opposizione del CUP, ha “sospeso” l’effetto del Referendum, aprendo a una negoziazione con Madrid.
L’annuncio è stato salutato, per il momento, da un modesto rimbalzo dell’€ a 1.1820 e un ritorno in pari del Future Eurostoxx.