Draghi non cambia i toni… Via libera per l'euro che raggiunge nuovi massimi

Lampi di Colore 735

La giornata dell’ECB è  iniziata con un tono tranquillo in Asia. L’atteso meeting della BOJ si è  concluso con misure invariate, un upgrade del quadro macro e un downgrade del quadro inflattivo, comprendente un nuovo rinvio del raggiungimento del target di inflazione (al 2019). I toni accomodanti di Kuroda hanno indebolito un po’ lo Yen, supportato il Nikkey, e in generale alimentato attese di un atteggiamento ugualmente accomodante da parte di Draghi a metà  giornata.
Il resto dei mercati asiatici ha mostrato performance contrastanti, comprese tra il +0.5% di Sydney e il -0.25% di Mumbay.

L’azionario europeo ha aperto bene, confortato dal progressivo recupero del $, alimentato da attese di un Draghi teso a contenere il rialzo della divisa unica, e confortato dalla performance di Kuroda. Su queste basi, gli indici europei hanno accumulato discreti guadagni in mattinata, mentre l’€ si è progressivamente avvicinato al 1.15.

Alle 13.45 sono state annunciate le misure di politica monetaria ECB, invariate come da attese. La decisione di mantenere la guidance sugli acquisti (la dicitura che il  QE potrà  essere incrementato in size ed estensione in caso di peggioramenti del quadro) ha ulteriormente rafforzato le attese di una  performance cauta di Draghi, e cosi l’azionario ha fatto i massimi di seduta, e l’€ ha bucato temporaneamente 1.15 vs $.

Il quadro è decisamente cambiato alle 14.30,  con la conference.

Lo statement è praticamente rimasto quello di giugno scorso, con le note positive sulla crescita, quelle caute sul quadro inflattivo, e nessuna modifica alle varie guidance.
Le novità sono emerse nel Q&A dove eventualmente gli operatori si aspettavano qualche serio tentativo  di contenere la  forza della  divisa. Draghi ha invece tutto sommato definito giustificate le reazioni dei mercati dopo Sintra, e pur ammettendo che il livello della divisa è  oggetto di attenzione,  non ha accennato ad alcuna particolare reazione. Le condizioni finanziare sono state definite ancora generalmente favorevoli.
Sul fronte QE, ha chiarito che (contrariamente alle indiscrezioni di martedi sera) non sono stati dati incarichi allo staff di valutare ipotesi di tapering, e che in autunno prima di prendere decisioni bisognerà valutare l’inflazione. In altre parole, una decisione di riduzione degli acquisti è tutt’altro che scontata a settembre.

La reazione dei mercati è stata alquanto contrastante. I bonds, in particolare  quelli periferici che più hanno da perdere in un eventuale riduzione del QE, hanno recuperato. Particolarmente robusti gli acquisti su BTP e Bonos, mentre i bonds core hanno visto eventualmente la  performance frenata dalle considerazioni relative alle condizioni finanziarie e all’ appropriatezza delle reazioni dopo il discorso di Sintra.

Tutt’altra reazione sul mercato dei cambi dove l’atteggiamento tranquillo di Draghi è stato preso come una rinuncia, da parte della Banca Centrale, a controllare l’apprezzamento della divisa.
In altre parole,  se Draghi ha rinunciato a cercare di contenere l’€ dopo  un rialzo del 3% in meno di un mese, i) evidentemente giudica l’effetto di inasprimento delle condizioni finanziarie modesto e ii) si riduce il rischio che l’ECB si adoperi in questo senso in futuro.

Così, senza più lo spettro di interventi a difesa (tra l’altro, in base al calendario ufficiale vigente, Draghi non parlerà più fino a Jackson Hole a fine agosto), il mercato è balzato sull’€ e lo ha rapidamente spinto a nuovi massimi, con l’ausilio delle stops posizionate sopra 1.16.
In generale, il tono dei commenti che girano può essere riassunto con la considerazione che, in assenza della vigilanza dell’ECB, il trend rialzista sull’€ può riprendere tranquillamente,  trainato dai fattori che lo hanno fin qui guidato:  il recupero macroeconomico e la fiducia nel fatto che presto o tardi le misure straordinarie dovranno essere ritirate.

Naturalmente, l’azionario europeo ha progressivamente smarrito la brillantezza, finendo per chiudere marginalmente in negativo  una seduta che lo aveva visto in guadagno di oltre un punto.

Un eccesso? Può  essere.
In effetti, le  considerazioni relative al positioning fatte nei giorni scorsi vengono eventualmente esaltate dall’esplosione di volumi odierna. E di questo passo, dubito che lo scenario inflattivo che si presenterà in Eurozone nei prossimi mesi soddisferà particolarmente l’ECB (vedi le considerazioni fatte i giorni scorsi su Euro index trade weighted).
Nel breve però il mercato è  impegnato a cancellare ( o per lo meno ridurre ) l’ECB option, e per scatenare eventuali prese di beneficio serve un catalyst, che oggi è totalmente mancato (a latere, il Philly Fed di luglio a deluso, con new orders debolissimi).
E’ possibile che nei prossimi giorni,  se  la buriana continua, qualcuno intervenga a correggere il tiro. Ma la volta scorsa, con la storia Reuters della “Misinterpretation” non ha granchè funzionato.
In sostanza, continuo a ritenere che l’upside per l’€ da questi livelli sia moderato, nel breve. Ma bisogna smaltire la botta, e repererire qualche altro catalyst.