Lampi di Colore – 31 Luglio 2015

NB: Lampi va in ferie da Lunedi al 17 Agosto compreso.

Contrordine, compagni.
Il peggior Employment Cost Index US dal 1982 affossa le probabilità di un rialzo FED a settembre, e mina, temporaneamente, il rally del $.

In Asia, la seduta finale della settimana (e del mese) è stata relativamente tranquilla. Shanghai ha come al solito mostrato forti oscillazioni, per poi andare a chiudere marginalmente negativa (1.1%). Certo, la performance settimanale è di quelle toste (-10%) a ricordare che la situazione non è ancora stabilizzata. Nel frattempo il Politburo ha dichiarato che la crescita nel primo semestre sarà in linea con le attese e che il governo proseguirà con politiche monetarie prudenti e politiche fiscali proattive e rafforzerà i controlli nel secondo semestre. E circolano indiscrezioni che il veicolo di investimento China Securities Finance ha finanziato 3 nuovi fondi con 120 miliardi di Yuan per continuare a sostenere il mercato. Vedremo.
Seduta estiva a Tokyo  (+0.3%) dove dati macro misti non hanno impattato. Meglio delle attese il CPI giugno (0.4% vs attese per 0.3% l’headline, e 0.6% vs 0.4% il core), ma la disoccupazione  (3.4% da prec 3.3% vs attese per 3.3%) e i consumi (-2% da prec +4.8% e vs atetse per +1.9%) deludono.
Tra gli altri indici spicca l’India (+1.3%) grazie all’intenzione del governo di aumentare a 1.9 miliardi di $ il capitale da iniettare nelle banche pubbliche entro il prossimo marzo. Poco variati gli altri indici.

La seduta europea è partita nuovamente con un sentiment discreto, nonostante il mini flop delle retail sales tedesche di giugno (-2.3% da prec +0.2% e vs attese per 0.03%). In linea con le attese il CPI europeo flash di luglio (0.2% da 0.2%) ma la core sorprende al rialzo (1% vs 0.8% atteso) mentre l’occupazione italiana di giugno ha deluso (12.7% vs 12.3% atteso, ma soprattutto per via di ingressi nella forza lavoro.
Sul fronte greco, Tsipras l’ha spuntata. Il Comitato Centrale di Syriza ha indetto un congresso straordinario per settembre (dopo l’approvazione del programma). Ciò dovrebbe nel breve attenuare l’opposizione interna e successivamente consentire  elezioni in autunno.
Le buone trimestrali (BNP e Airbus in particolare e alle 13 INTESA) sono state controbilanciate da prese di beneficio di fine mese, e dal rimbalzo dell’ €, e cosi gli indici hanno come di consueto ceduto i guadagni iniziali.

Nel primo pomeriggio l’Employment cost index US del secondo trimestre ha clamorosamente deluso il consenso, che attendeva una prosecuzione del trend di accelerazione del primo trimestre (+0.2% da prec 0.7% e vs attese per 0.6%). Ne consegue che l’indice torna coerente con le modeste pressioni salariali mostrate dagli average hourly earnings e il dato di Q1 sembra una distorsione di breve. Apparentemente, l’accelerazione dei costi del lavoro continua ad essere il tassello mancante del puzzle della normalizzazione del mercato del lavoro. Su queste basi, sembra nuovamente assai improbabile che il FOMC possa giungere già a settembre alla conclusione che l’occupazione US è migliorata a sufficienza da permettere un primo rialzo.

Lo shock è stato significativo sui mercati: la future strip sui Fed Funds è collassata fino a 8 bp sulle parti più lunghe (2016-2017) e il $ ha perso completamento supporto, in particolare contro l’€, il cui rimbalzo è più che raddoppiato. Ovviamente il movimento della divisa unica ha infastidito l’azionario europeo, che è scivolato in negativo nel primo pomeriggio.
Successivamente, vuoi perche il Chicago PMI di luglio (54.7 da prec 49.4 e vs attese per 50.8) ha ridato un minimo di compostezza al biglietto verde, restituendo l’immagine di un economia US in fase di accelerazione, vuoi perchè la prospettiva di tassi US eccezionalmente bassi più a lungo non può non allettare Wall Street, ma anche le altre borse, l’ azionario europeo si è riavuto, per chiudere in positivo con un robusto rally finale (eurostoxx +0.4%, Milano + 0.6%. Comprensibilmente robusti i bonds con i rendimenti che scendono un po’ ovunque: 10y us -5 bp a 2.2%, bund, in difficoltà in mattinata per la non cancellazione delle aste francesi di agosto, che chiude invariato a 0.65%, e BTP che vede lo spread chiudersi di 4 bp a 112 (yield 1.76%). Mentre scrivo, il $ scambia a 1.104 vs € (-1%) e Wall Street mostra un +0.2%.

Prima di chiudere per ferie, un rapido sguardo alle earning season (dati di Blooberg)
L’S&P 500, con 350 aziende su 500 che hanno già riportato, mostra un confortante  75% di beat (vs 25% miss) di EPS con sorpresa media +4.51%. Ma ovviamente le attese erano state gestite, col consenso che si aspettava se non erro, un -2% anno su anno di utili. Meno confortante il fatturato con 50% spaccato di aziende che hanno battuto le stime. Il $ forte pesa sicuramente, ma il trend dura da almento 3 anni.

Buoni i risultati dell’Eurostoxx 50 (36 aziende su 50) con un solido 70% che batte le stime, assai più ambiziose di quelle US in media di un 11%, e un 74% che batte quelle di fatturato (qui il dollaro lavora a favore).

Buone vacanze a tutti!

G.