Lampi di Colore – 28 Luglio 2015

NB : Lampi va in ferie tra il 3 e il 17 agosto compresi 

Com’era forse intuibile, i mercati cinesi hanno aperto in ulteriore forte calo, con ogni probabilità a  causa di un ondata di margin calls seguite alla rotta di ieri. Successivamente gli indici sono rimbalzati, per chiudere poi marginalmente (per i loro standard) negativi a -1.7%. Alla stabilizzazione hanno sicuramente contribuito copiosi sforzi delle autorità. La China Securities Regulatory Commission  ha veementemente negato le indiscrezioni secondo cui sarebbero stati ridotti i finanziamenti al veicolo di sostegno ai mercati (China Securities Finance Corporation) e ribadito l’impegno a stabilizzare il sentiment e ridurre i rischi sistemici. Il regulator ha minacciosamente aggiunto che condurrà indagini sui movimenti di ieri.  La PBOC ha annunciato di aver iniettato 50 bln di liquidità nei mercati mediante reverse repo settimanali.
Il resto dell’area ha a sua volta dato segnali di timida stabilizzazione, con Tokyo, Sydney e Mumbay marginalmente negativi e Taiwan e Seul positivi di poco.
Vedremo se la linea Maginot delle autorità cinesi tiene, o se dovranno arretrare ancora. Ma, sebbene sia inevitabile che simili episodi di volatilità si trasferiscano nel breve ad altri mercati/asset class, finchè si tratta di un rientro da una fase di eccesso, non dovrebbero influenzare troppo la crescita cinese e quella globale (cosi come non l’ha influenzata il forte rialzo).

Migliore il sentiment all’apertura europea, grazie a trimestrali generalmente positive (tra le altre Luxottica,  Kering, Orange, in controtendenza Michelin) e un € in indebolimento fin dall’Asia. E’ possibile che, calmati gli animi, anche i buoni dati di ieri (IFO e aggregati monetari ECB) siano stati valutati con maggiore attenzione.
Cosi, a metà mattinata, in barba ad una consumer confidence italiana di Luglio comprensibilmente deludente (non si è parlato che di Grecia e Cina nell’ultimo mese) gli indici hanno preso il largo, guidati da banche e periferia europea, per giungere  rapidamente a progressi di oltre l’1%.

Gli intoppi sono iniziati nel pomeriggio, con i dati US. Se un Case Shiller  home price index di maggio sotto attese (-0.18% e secondo mese di calo a fila) è stato agevolmente controbilanciato da un PMI servizi buono (55.2 da prec 54.8 e vs attese per 55), la Consumer Confidence di luglio (90.9 da prec 99.8 e vs attese per 100) è stata un piccolo shock. Il calo, il maggiore dal 2011, è stato causato da uno scivolone delle expectations a 6 mesi (da 92.8 a 79.9), mentre più contenuta è stata la discesa della present situation (da 110.3 a 107.4), che resta livelli elevati.
Sulle attese, notoriamente volatili, ha pesato forse l’ 1-2 Grecia-Cina, visto che la survey si è svolta nella prima metà di luglio. Vedremo se la discesa dell’oil dell’ultimo mesi ridarà un po’ di ottimismo ai consumatori US.
Ovviamente, con il FOMC domani, il $ ha temporaneamente battuto in ritirata, e con esso una parte del buon umore europeo.  Cosi gli indici sono arretrati quasi sui livelli di apertura, anche se il settore bancario e la periferia hanno conservato brillantezza.

Ci ha pensato Wall Street a restituire vigore all’Europa. Dopo aver indugiato un po’, l’azionario US ha preso la via del rialzo (+0.95% mentre scrivo) permettendo all’Europa di chiudere poco distante dai massimi di seduta ( Eurostoxx +1.1%, Milano arrembante a +2.25%, Eurostoxx Banks +1.65%). Discreta anche la performance dei bonds periferici, che recuperano un paio di bps (spread BTP 118) al Bund.

Con il FOMC domani, non sorprende che il flop sulla confidence favorisca Wall Street. Se i dati son questi, difficile che una FED “data dependant” trovi spunti per segnalare una mossa  a settembre. Anche perchè le commodity non fanno che scendere, il che riverbera sulle attese di inflazione (breakeven a 10 anni a 1.75% e 5y forward appena sopra il 2%).
Oltre a ciò, il fatto che sia privo di conferenza stampa ed economic projections e segua di poco la testimonianza semestrale del Humphrey Hawkings lo rende poco adatto a comunicare particolari novità nella stance monetaria. Vedremo se la Yellen deciderà di sorprendere il mercato gettando indizi di un rialzo in autunno. Personalmente ci credo poco.
Questo contesto rilassato nei confronti del FOMC non impedisce al $ di recuperare terreno contro l’€, che scende di quasi mezza figura rispetto a ieri. Personalmente vi leggo in segnale di un ritorno del risk appetite, che induce gli investitori a rimettere in piedi carry trade (non a caso anche lo Yen cede). Anche le commodities confermano il messaggio, recuperando qualcosa del massacro dei giorni scorsi (oil +1.5%, rame + 2.3%, paniere CRB + 1% al momento).
Il tutto, ovviamente, Cina permettendo.