Stamattina presto, nuova puntata delle telenovela giapponese sullo stimolo fiscale e monetario. Il Premier Abe, in un discorso tenuto a Fukoka, si è deciso a fissare alcuni punti relativi al pacchetto fiscale in arrivo: sarà di oltre 28 trilioni di Yen, conterrà 13 trilioni di misure fiscali e il resto in prestiti al settore privato sotto vari schemi, e verrà approvato il 2 Agosto. Non sono stati forniti altri dettagli, per i quali bisognerà aspettare la prossima settimana. Ciò lascia aperti parecchi punti di domanda (quanto è destinato a spesa pubblica? Su che periodo si estende?).
Ma, se non altro, è stata eliminata l’incertezza sull’ammontare, e le anticipazioni odierne permettono di tornare a fantasticare su un eventuale coordinamento con la politica monetaria, tanto più che ieri sera il Nikkei News ha riportato che alcuni funzionari BOJ si stanno convincendo che mostrare cooperazione con il governo renderebbe la politica monetaria più efficace.
Interessante anche un altro pezzo del Nikkei News in cui si suggerisce che il governo starebbe considerando la distribuzione di piccole somme (10.000 Yen, 95$) ai cittadini con redditi più bassi. Cos’è questa, se non una forma di “helicopter money” selettiva? Dal punto di vista della legge giapponese, la differenza la fa il modo in cui lo stimolo fiscale viene finanziato (la BOJ non può farlo direttamente). Nondimeno, l’invio di somme ai cittadini incarna alla perfezione il concetto di banconote gettate dall’elicottero.
L’ondata di news ha avuto un discreto effetto sui mercati locali, con lo Yen in calo di oltre una figura e il Nikkei in buon denaro. L’area asiatica ne ha tratto beneficio, ad eccezione di Shanghai, che ha reagito pesantemente alla notizia che i Regulators vogliono imporre ulteriori restrizioni all’investimento in azioni da parte dei wealth management products. In miglioramento anno su anno gli industrial profits (+5.1% da +3.7%) grazie al recupero dei prezzi alla produzione.
Il recupero di Wall Street ieri in serata (e i buoni risultati di Apple in aftermarket) e il tono discreto in Asia hanno supportato l’Europa in apertura. Sul fronte banche, in Italia sono circolate nuovamente indiscrezioni costruttive per una soluzione “privata” sul Montepaschi col supporto esterno del governo e il beneplacito dei regulator (aumento di capitale da 5 bln, previo sgravio di 10 bln di sofferenze con collaborazione dello Stato e varianti del caso. ). Ovviamente non c’è nulla di certo ancora.
Sul fronte macro, nuovi segnali che per il momento l’impetto della Brexit è impalpabile. La consumer confidence ha mostrato un marginale calo in Francia, dove abbiamo avuto gli attentati(96 da 97 in linea con attese), è rimasta pressoche invariata in Germania (GFK 10.0 da 10.1 e vs attese per 9.9), ed è addirittura salita in Italia (111.3 da prec 110.2 e vs attese per 109.2).
Su queste basi, nulla a disturbato il recupero mattutino degli indici, trascinati da un settore bancario in forma, nonostante la tiepida accoglienza dei risultati di Deutsche Bank.
La mini luna di miele è durata fino a pomeriggio inoltrato, quando scorte di petrolio EIA in inattesa salita hanno prodotto un nuovo minimo del contratto future, sotto la soglia di 42$. Perchè tanta sorpresa, visto che il numero di pozzi aperti in US sale da 4 settimane? Solo perche ieri sera l’API ha riportato un calo (comunque inferiore alle attese)?
In ogni caso la nuova discesa ha tarpato le ali a una Wall Street già nervosa per l’incombere del FOMC, e ridotto significativamente i guadagni dell’azionario europeo, che comunque ha archiviato una seduta positiva. Naturalmente positiva la reazione dei bonds.
Venendo al FOMC, lo statement ha riservato davvero poche sorprese.
Naturalmente il Committee ha preso atto del miglioramento del quadro macro, cancellando la notazione sul rallentamento del mercato del lavoro e rafforzando i commenti positivi sulla spesa per consumi. Pressochè invariata la parte sull’inflazione. Yellen e C. hanno riconosciuto che i rischi di breve per il quadro macro sono diminuiti, ma si sono ben guardati da fornire qualsiasi indicazione sul timing di un prossimo rialzo.
I Futures sui Fed Funds (quasi immobili) e in generale la reazione dei mercati segnalano che l’outcome ha rispettato in pieno le attese. Solo i treasuries al momento recuperano un po’, a indicare che temevano un linguaggio più aggressivo.
In generale un non-event. Possiamo tornare a concentrarci sulla BOJ e gli stress test.