Lampi di Colore

Lampi di Colore 123

Wall Street ha illuso ieri sera, per poi mettere giù una discreta perdita nella seconda parte di seduta. Apparentemente, il peggioramento del  mood è  stato favorito dalle dichiarazioni di Icahn, che ha giustificato la  sua uscita da Apple con preoccupazioni sul fronte cinese del business. Peccato  che il  finanziere abbia parlato  di atteggiamento delle  autorità  più che di debolezza della domanda. Una classica scusa per prese di beneficio.

L’Asia ha avuto nuovamente una reazione compassata, a fronte della generale risk adversion.  Certo, Tokyo era chiusa per festività. Ma lo Yen non ha nemmeno provato a correggere, e ha raggiunto quota 107 vs $ prima di metà seduta asiatica, fracassando il massimo della prima metà  di aprile, mentre il  future sul Nikkei ha aggiunto altre perdite al disastro di ieri.
Come accennato ieri, la  forza dello Yen si traduce in debolezza del $, vista con favore dall’area, il che ha contribuito a contenere il contagio, e spiega le modeste variazioni dei principali indici ad eccezione di Hong Kong e HSCEI.

Purtroppo, la stessa cosa non si può dire dell’Eurozone, che oggi ha sicuramente patito il superamento da parte dell’€ di quota 1.14 vs $. In passato, l’approdo a questi livelli della divisa unica provocava reazioni difensive da  parte dei membri ECB, principalmente sotto forma di retorica, volte a contenerne l’apprezzamento. Ma il nuovo ordine globale sul mercato  dei cambi, invalso dopo il G-20 di Shanghai,  lascia i mercati a chiedersi cosa possa arrestare l’ascesa dell’€, con le eventuali conseguenze negative per l’economia Europea ad essa connesse.
A parte ciò, trattandosi dell’ultima seduta del mese, prima di un week end lungo (lunedi è festa in UK e l’attività  sarà generalmente ridotta), e con un buon catalyst, il tema delle prese di beneficio era d’obbligo, e  cosi tutti i settori sono stati più o meno penalizzati, tranne le resources, supportate dalla forza delle commodities.

Sul fronte macro, notizie insolitamente buone sul fronte GDP europeo del primo trimestre, uscito a +0.6% da precedente +0.3% e vs attese per +0.4%. Il balzo lascia intendere che anche Italia e Germania, in uscita a metà maggio, hanno ben figurato (Oggi Francia e Spagna hanno sorpreso in positivo). Stracciati gli  USA che nel medesimo periodo hanno staccato un +0.5% annualizzato, nemmeno un quarto di quello EU.  Chi’l avrebbe mai detto.
Ottime notizie anche sul fronte occupazione con un calo a  livello europeo di 0.2% a 10.2%.

Tutt’altra musica sul fronte inflazione dove sia headline che core di marzo (flash) hanno mancato le stime chiudendo rispettivamente a -0.2% (vs attese per -0.1%) e addirittura +0.7% (dopo correzione del dato tedesco di ieri e vs attese per +0.9%). Tempo fa un dato del genere avrebbe prodotto una discesa dell’€,  in anticipazione di ulteriore easing, ma ora, con la parte cambi della politica monetaria monca, la notizia è stata snobbata. Anche se non è escluso che a depotenziare la notizia abbia contribuito la forza delle commodities.

Sul fronte italiano ha visto la luce il fondo Atlante, con capitale  di 4,25 bln e utilizzabile fino al 70% per le  ricapitalizzazioni e il restante 30% per i non performing loans. Un po’  di delusione per l’ammontare, che lascia poco spazio alle sofferenze, che non verranno rilevate ai prezzi a cui sono iscritte nei bilanci, e per  la  leva bassa (1.1%) può giustificare le vendite sugli istituti nazionali . Ma va notato che a fine giornata la perdita del settore bancario italiano è assolutamente in con quello europeo,  anzi un filo inferiore (3.5% vs -3.75%).
Nel pomeriggio è ufficiosamente emerso che Atlante avrebbe rilevato oltre il 90% della Banca Popolare di Vicenza mentre a istituzionali sarebbe andato  il 6.5% e il 2.5% sarebbe stato sottoscritto dai vecchi soci. Attendiamo stasera news sul decreto pe l’iter di escussione delle garanzie in discussione Consiglio dei Ministri.

In US, sul fronte macro, news mediocri. A marzo redditi solidi ma spesa per consumi fiacca. Chicago PMI e U. of Michigan consumer confidence entrambi deludenti. In generale, l’impennata delle survey regionali di marzo ha lasciato ad aprile spazio ad una correzione, che implica uno stallo  del  miglioramento del manifatturiero US  dopo appena un mese, anche se l’attività appare ancora sopra i livelli dei primi 2 mesi dell’anno. Vedremo lunedi l’ISM manufacturing.

Wall Street all’apertura ha ripreso il discorso dove l’aveva concluso ieri sera, e ciò ha accentuato la correzione europea trasformando la seduta in una disfatta.
Quel che rende peculiare la price action oggi è che :
** Le commodities continuano imperterrite a salire. Il CRB sta facendo nuovi massimi, l’oro lo stesso e  il petrolio sono nel  finale ha iniziato a correggere, a  fronte di una settimana che lo vede in progresso di oltre il  4% mentre ad un mese la performance è del 19%.
** i rendimenti salgono, in particolare in Europa dove il selloff sull’azionario è più violento. E la  salita è da ascrivere non ai rendimenti reali, ma alle attese di inflazione.
** Milano ha nuovamente outperformato il resto dell’Eurozone, e stavolta senza l’aiuto delle banche.

Sebbene vi siano motivi specifici (la debolezza del $ aiuta le commodities e il loro prepotente recupero alimenta attese di inflazione), è strano notare che in una giornata dominata dalla risk adversion i bonds scendano e i mercati a più alto beta come l’Italia ed alcuni Emerging facciano meglio del resto.

Sul fronte tecnico lo scenario si rannuvola un po’.
** L’S&P 500 sembra aver fallito nuovamente a quota 2100. Sarebbe la quarta volta in 6 mesi. Livello di supporto area 2040, sotto la quale si contempla correzione più profonda.
** Per l’Eurostoxx il -3% di oggi indebolisce parecchio il progetto di testa e spalle rovesciato, ma ancora non lo cancella. Primo supporto ovvio 3.000 con sotto la  trendline dai minimi che passa in area 2970 e protegge il movimento rialzista. Brutto, se confermato, il fallimento del testa e spalle rialzista sul Dax, anche se il primo supporto è vicino, a 10.000 punti.

In generale quindi un quadro tecnico deteriorato, grazie anche agli amici giapponesi. Lunedi si troveranno lo Yen a 106.70, vedremo se la  cosa  li smuoverà. C’è  sempre la possibilità di intervenire sul mercato dei cambi e i livelli mi paiono giustificarlo.

Detto  questo, dal punto di vista fondamentale ci sono, a mio modo di vedere, dei segnali positivi. Come accennato sopra, dopo lunga attesa, anche in Europa le attese di inflazione hanno preso la via del rialzo (vedi grafico in fondo). E lo hanno fatto nonostante l’€ in rafforzamento.
Ovviamente le commodities hanno una grossa parte in questo, ma vi si può comunque leggere un ingranare delle nuove misure di politica monetaria. Dovesse questo processo continuare,  risulterebbe difficilmente conciliabile con una forte correzione dell’azionario, in quanto attenuerebbe i timori di deflazione, restituirebbe credibilità all’ ECB (e in generale alle banche centrali, visto che un fenomeno confinato in Eurozone è improbabile) e profittabilità al business bancario.
Stiamo a vedere.

Lampi di Colore 122