Lampi di colore

Lampi di colore 67

Ieri sera, Wall Street ha continuato a macinare, dopo la chiusura europea, mettendo a segno una performance analoga a quella del giorno precedente. L’eccellente Sentimentrader.com osserva che una performance superiore a +1.5% per 3 giorni a fila, dopo un minimo a 52 settimane, per la borsa US è un evenienza piuttosto rara, essendosi verificata solo 7 volte dal 1928. Delle 3 volte in cui è avvenuto nei tempi moderni, si è notato consolidamento nei giorni immediatamente successivi, ma buone performance nel seguito. Volendo rendere più significativo il campione (ad esempio abbassando a +1% il livello soglia) si nota che nella grande maggioranza dei casi la performance nel mese successivo è stata buona. In generale, quando ad un minimo sono seguiti 3 giorni robusti (in questo caso abbiamo avuto anche 3 gap up sul future di oltre 1%), le statistiche indicano una tendenza a consolidare nei 2 giorni successivi e quindi una certa persistenza, in media, del movimento rialzista.

Le minute FED non hanno offerto particolari spunti. I membri sono sembrati particolarmente incerti circa il quadro macro, combattuti tra rischi al rialzo e al ribasso sullo scenario centrale, e preoccupati dell’impatto dell’inasprimento delle condizioni finanziarie sulle prospettive di rialzo dei tassi, un concetto ripreso da Bullard ieri sera .

Il buon tono US ha contagiato l’Asia, che ha prodotto buone performance ad eccezione di Shanghai, che va sempre per i fatti suoi. Il CPI cinese ha marginalmente deluso (1.8% da prec 1.6% e vs attese per 1.9%) ma se non altro è salito (a ottobre eravamo a 1.3% YoY), e il PPI ha ridotto il ritmo di contrazione.

Dopo un iniziale tentativo di consolidamento, gli indici europei sono ripartiti, trascinati da un mercato del credito ancora dominato dai compratori. Cosi l’azionario europeo ha chiuso la mattinata con guadagni superiori al punto percentuale.
Alle 13.30 sono state pubblicate le minute del meeting ECB di gennaio. Le aspettative di ulteriore azione a marzo ne escono marginalmente rafforzate. Si è convenuto che alcuni rischi allo scenario illustrati in precedenza si sono materializzati, e altri si sono intensificati. Sebbene la maggioranza abbia preferito attendere , alcuni membri si erano dichiarati favorevoli ad un azione preventiva. Alcuni hanno osservato che dopo un lungo periodo con inflazione sotto il target, un breve periodo di inflazione sopra il 2% sarebbe stato più utile che dannoso.
L’€ ha preso atto delle minute scivolando temporaneamente sotto 1.11 vs $.

Nel primo pomeriggio si è infine materializzato quel consolidamento fisiologico che era lecito attendersi dopo 4 giorni di baldoria. Wall Street è passata in negativo subito dopo l’apertura, finendo con l’azzerare i guadagni europei. Particolarmente colpito il settore bancario, che resta ovviamente il più fragile, in Europa come in US. Cosi, non sorprende trovare le piazze ad alto contenuto bancario (Milano e Madrid) in negativo, mentre Francoforte, che ne ha poche, in positivo.
Ritracciamento anche sul credito,  anche se modesto. Il grosso dei bonds bancari ha mantenuto il segno +, pur riducendo l’entità dei guadagni.
Il ritorno di un po’ di risk adversion ha ridato le ali all’oro e ai bonds core, mentre i periferici hanno perso un po’ della recente baldanza. Sorprendentemente tranquillo (fatti i dovuti distinguo)  il petrolio, nonostante la ridda di news: L’Iraq ha sostanzialmente ripetuto le dichiarazioni nebulose dell’Iran ieri, ovvero che è favorevole a cooperazione ma non si assume impegni. Ieri l’Eia aveva comunicato che le scorte avevano raggiunto i massimi da 86 anni.
Per il momento, il tutto resta nell’alveo della normale presa di beneficio, dopo il rally forsennato degli ultimi giorni. Sarebbe preferibile che la correzione non portasse S&P 500 e Eurostoxx sotto i supporti recentemente recuperati, rispettivamente 1900- 1910 e 2860-2870.

Sul fronte macro, in US il Philly Fed di febbraio è rimasto grosso modo stabile, mentre i jobless claims continuano a segnalare un mercato del lavoro tonico.

Domani parte il Summit  EU, ma gli argomenti saranno il potenziale accordo tra EU e UK per evitarne l’uscita di quest’ultima dall’unione, e la crisi rifugiati. Non è escluso che si parli di banche europee e regulation, ma non è all’ordine del giorno.