Lampi di Colore

Lampi di Colore 2

Infine, l’Asia si è scossa dal recente torpore, dando luogo ad una seduta spumeggiante.
Tra i principali motivi indicati in particolare per l’esuberanza degli indici locali cinesi, apparentemente vi è un equivoco. Sul sito della PBOC è comparso un pezzo recante la possibilità di aprire un link tra le borse di Shenzen e Hong Kong in tempi brevi. Successivamente la stessa PBOC ha chiarito che il pezzo riprendeva un articolo pubblicato a maggio, ma la  parziale smentita non ha attenuato l’euforia. Evidentemente, dopo diverse sedute opache, per l’azionario cinese oggi un catalyst valeva l’altro.

Ovviamente, al  clima positivo ha contribuito anche la robusta sorpresa del PMI MARKIT services cinese, uscito a 52 vs attese per 50.5, massimo da luglio scorso. Per effetto del rimbalzo dei servizi e del miglioramento del manifatturiero emerso lunedi, il PMI composite di ottobre è balzato a 49.9 da 48 di settembre, sulla soglia dell’espansione. E i new orders hanno mostrato crescita per  la prima volta da 3 mesi. Si tratta del primo segnale serio di rimbalzo congiunturale che viene da queste survey.
PMI in crescita anche in India (52.6), Giappone (52.3)e Hong Kong (anche se resta in contrazione a 46.6), a rafforzare l’impressione di una generale stabilizzazione dell’area.

Il buon sentiment globale e l’€ in ulteriore calo hanno permesso all’azionario europeo di digerire senza problemi l’ennesimo allargamento del Volkswagen-gate, con l’indagine interna che ha portato alla luce “incongruenze” in altri 800.000 veicoli (anche a benzina). Inevitabile la pressione sul titolo e sul resto del settore, in grado di penalizzare anche l’intera borsa tedesca, che ha sottoperformato gli altri indici durante tutta la seduta.

Sul fronte macro europeo, marginale revisione al ribasso per il PMI  composite, principalmente a causa di un rallentamento dei servizi tedeschi. A 53.9 (da 53.6 di settembre) il dato continua a segnalare una moderata accelerazione autunnale dell’attività e resta coerente con una crescita di 0.4% a trimestre. Nessuna novità particolare.

Cosi l’azionario europeo ha chiuso la mattinata sui massimi di periodo, fuori dal recente range, con l’unico neo del ritardo del DAX, che faticava a tenersi in positivo.
L’ADP survey, uscita in linea con le attese proiettando 180.000 nuovi occupati del settore privato a ottobre, e il PMI MARKIT Services di ottobre, leggermente sopra consenso, non hanno modificato questo stato di cose.

Assai più sorprendente si è rivelato l’ISM non manufactoring di ottobre (59.1 da precedente 56.9 e vs attese per 56.5), al secondo maggior livello degli ultimi 10 anni dopo il 60.3 di luglio. La survey indica che il settore servizi in US continua a girare a pieno regime, al di la di modeste oscillazioni mensili. I dettagli accentuano la sensazione di forza, con i new orders e la business activity ben sopra la soglia di 60 e l’employment, a 59.2, al secondo miglior livello del decennio a sua volta.

Il settore servizi, come noto costituisce oltre l’80% dell’economia US. Ne consegue che questo dato aumenta significativamente la probabilità di una sorpresa positiva dopodomani ai payrolls di ottobre.
In generale, l’immagine di fragilità dell’economia US che traspariva fino a pochi giorni fa dalle serie macro viene assai attenuata dalle ultime survey, un discorso che si può estendere globalmente (il JPM PMI Composite Globale di ottobre è salito a 53.4 dal 52.8 di settembre).

L’altro evento del pomeriggio era l’audizione della Yellen al Congresso. In estrema sintesi, la presidente Fed ha ribadito che un primo rialzo dei tassi potrebbe essere appropriato a Dicembre, ma che dipende dal giudizio che il FOMC esprimerà sui dati che usciranno. Ha aggiunto che i mercati dovrebbero focalizzarsi più sul percorso di rialzi (che sarà estremamente graduale) che non sul primo rialzo. Infine, ha dichiarato che l’Economia US sta “performando  bene”.

Messa insieme con le news macro, la testimonianza aumenta la probabilità di una mossa a dicembre, pur con l’incertezza derivante dall’erraticità di alcune serie, come, appunto, i payrolls. E’ evidente che i dati in uscita nelle prossime 6 settimane impatteranno in maniera robusta sulle attese, e saranno causa di discreta volatilità degli asset.
Con queste premesse, non sorprende che il $ abbia ottenuto ulteriore slancio, e le borse abbiano perso la loro baldanza, con l’Europa giunta a cancellare i guadagni in chiusura.
E’ probabile che l’incombere del labour market report terrà nervosi i mercati nelle prossime 36 ore.