Lampi di Colore – 8 Ottobre 2015

Che delusione la riapertura dei mercati cinesi. Nel periodo di chiusura (1-7 ottobre), lo HSCEI (Indice quotato a Hong Kong che contiene le principali aziende e banche cinesi) aveva messo a segno un +10%, e il Morgan Stanley Asia Ex Japan il 6.5%. E invece Shanghai si ripresenta con un misero +3%. I diversi livelli dei multipli possono avere una piccola parte in questa divergenza (Bloomberg riporta il P/E dello Shanghai composite a 15.7 e quello dello HSCEI a 7.3), ma certo questi non sono valori che si riequilibrano nello spazio di settimane.
Ovviamente, il “flop” ha pesato sul resto dell’area, e sul sentiment globale, cancellando l’effetto del significativo recupero di Wall Street ieri in serata.
A Tokyo non ha giovato un pessimo dati di machinery orders per Agosto. Sapevamo che Agosto non era stato un gran mese per l’Asia (resta da capire perchè il consenso si aspettava un incremento), ma la media degli ultimi 3 mesi segnala un chiaro indebolimento. Va detto che nel Tankan i piani di investimento erano in recupero, per cui nei prossimi mesi si dovrebbe avere un rimbalzo della domanda domestica. In ogni caso il prossimo meeting BOJ è vicino (30 ottobre) per cui ulteriori stecche macro riporteranno d’attualità l’aumento dell’easing.

Mercati cinesi a parte, ad agitare l’apertura europea sono intervenute un altro paio di news. A chiudere un agosto decisamente difficile per la Germania è giunto il trade balance, con esportazioni in calo del 5.2% e importazioni in deficit del 3.1%. Le festività hanno una parte in questa debacle che comprende anche retail sales e produzione industriale, ma sicuramente la crisi emergenti ha avuto un impatto.
A parte ciò, Deutsche Bank ha annunciato un robusto writeoff che probabilmente comporterà la cancellazione del dividendo. Nulla di drammatico, ma inizialmente ne è nata un po’ di volatilità sui subordinati bancari, che ha posto un tetto momentaneo al rally del credito. Anche indiscrezioni che Credit Suisse potrebbe varare un robusto aumento di capitale hanno avuto un impatto marginale.

Su queste basi, gli indici europei hanno preso a oscillare intorno alla parità, un comportamento durato l’intera giornata. Le minute del meeting ECB del 3 settembre, dai toni tendenzialmente accomodanti, hanno temporaneamente indebolito la divisa unica, e offerto un altrettanto effimero sostegno ai bonds, in particolare grazie al passaggio in cui si annuncia l’intenzione di anticipare gli acquisti a ottobre e novembre per non gravare troppo su Dicembre (cosi come avvenuto ad agosto). Peraltro, si tratta di un periodo assai troppo movimentato per attribuire troppo peso alle minute di un meeting avvenuto oltre 1 mese fa.
Un discorso che vale, con ogni probabilità, anche per le minute del FOMC del 17 settembre in pubblicazione tra meno di un’ora. Per avere un idea del cambiamento di scenario occorso negli ultimi 20 giorni, basta considerare che, ai tempi, la decisione di lasciare i tassi a zero attirò sulla Yellen le aspre critiche di quella metà dei forecasters che si attendevano un primo rialzo. In questi giorni, principalmente per l’effetto del labour market report uscito nel frattempo (e dei dati sul manifatturiero) molte delle case che si attendevano un azione hanno spostato la loro attesa a dicembre o per i primi meeting del 2016. In ogni caso, sarà una lettura interessante per capire di più sulle motivazioni della loro decisione, ai tempi.
Nel frattempo, i jobless claims settimanali hanno sorpreso al ribasso, con la media mobile a 4 settimane scesa a 268.000, a 2.000 dal minimo post crisi. Su questi livelli, questa serie non ha margini di miglioramento. Mostra che i licenziamenti restano bassi e in generale il mercato del lavoro dinamico. Un segnale che gli ultimi labour market report potrebbero essere soggetti a revisioni positive.
La giornata si chiude con un tono tranquillo, con l’S&P 500 che continua a cozzare contro la nota resistenza in area 1990-95, venendone respinto con convinzione che sembra decrescere marginalmente (per il momento i minimi di giornata sono a 1988).
Stasera esordisce l’earning season US per il terzo trimestre, tradizionalmente con Alcoa. Il consenso è abbastanza conservativo, con Bloomberg che riporta che gli utili dovrebbero calare del 6.9% anno su anno, principalmente a causa del settore energia, scorporando il quale si ottiene un pari e patta. Come al solito, le guidance dei CEO costiuiranno l’aspetto più interessante.