Riportano bene le prime grandi banche USA, Wall Street verso il nuovo record.

Seconda chiusura marginalmente negativa per Wall Street ieri sera (giovedì) con l’S&P 500 in calo di 0.21% e il Nasdaq 100 quasi stabile (-0.05%).Visto il tenore del CPI, i commenti successivi di membri Fed (*BOSTIC: COMFORTABLE ‘SKIPPING A MEETING’ IF DATA BACKS THAT), e il livello dei jobless claims settimanali, direi che è andata egregiamente. In ogni caso, il settore “rate sensitive” per eccellenza, il real estate, è stato il peggiore. Anche se in realtà, almeno ieri, complice un’asta 30 anni dalla domanda molto forte, i tassi sono stati stabili sul 10 anni al 4.06% e calati sulla scadenza 2 anni di 6 bps al 3.96%, nuovamente sotto il 4%. La geopolitica continua ad essere un tema poi, con il meeting del Security Cabinet israeliano che dovrebbe aver discusso stanotte la reazione all’attacco missilistico, anche se per il momento nessuna decisione sembra essere stata presa.
Tornando ai dati, in particolare quelli occupazionali, che sembrano essere l’ago della bilancia in questo periodo, il problema è che le prossime pubblicazioni, tra uragani, scioperi (Boeing, porti della east coast) e altro, saranno decisamente poco affidabili. In che misura il mercato gli presterà fede? Probabilmente più del dovuto, come ieri, anche se non li prenderà alla lettera.

La seduta asiatica stanotte ha avuto un tono contrastato. Con Hong Kong chiusa per festività, Hang Seng e le “H” shares non hanno scambiato, ma le “A” shares sono tornate a calare, con Shenzen e Shanghai a perdere in chiusura poco più di 2 punti e mezzo. Perdite, marginali in questo caso, anche per Sydney, Mumbai e Seul, mentre Tokyo, Vietnam, Taiwan e Jakarta hanno progredito.
Bloomberg ha riportato che, secondo Goldman Sachs, gli Hedge Funds martedì scorso, dopo la delusione del meeting National Development and Reform Commission NDRC, sarebbero saltati addosso al mercato e avrebbero venduto un’ammontare record di azioni cinesi ( link Hedge Funds Sold Record Chinese Stocks on Tuesday, Goldman Says). Gli Hedge Funds avrebbero liquidato le posizioni e implementato corti, in particolare sulle “A” shares. Si spiega bene l’esplosione della volatilità e la violenza dei movimenti (naturalmente prima gli stessi avevano comprato).
Intanto le misure di politica monetaria continuano ad essere implementate: diverse banche commerciali cinesi, tra cui CBIC, Bank of Communications, China Merchants Bank e China Zheshang Bank, hanno annunciato che abbasseranno i tassi sui mutui esistenti al tasso Loan Prime Rate meno 30 punti base entro la fine di questo mese. Inoltre, Secondo un articolo di prima pagina del media ufficiale Financial News, la facility di rifinanziamento della PBOC per le aziende non finanziarie avrà una scadenza di un anno e sarà estensibile. La medesima fonte riporta che la gamma di asset accettati in garanzia potrebbe ampliarsi in futuro, se necessario.
Gli occhi di tutti sono però puntati sul briefing del Ministero delle Finanze, dove si speradi avere qualche dettaglio in più sul piano di stimolo fiscale da 2 trilioni di Yuan (284 bln $) di cui metà destinato a supportare consumi e ceti disagiati. La speranza è che i contenuti non deludano. Il mercato sembra un po’ timoroso. Sono sorpreso che diano all’evento un po’ più di fiducia.
Nel frattempo, secondo uno statement del State Council Information Office, è stato indetto un altro breefing finalizzato al supporto alle aziende. All’evento parteciperanno funzionari provenienti dal State Administration for Market Regulation, dal National Financial Regulatory Administration, dal ministero dell’Industria, e dell IT, e dal ministero della Giustizia.
Nelle prossime ore avremo parecchio materiale su cui mettere le mani.

La seduta europea è iniziata ancora con un tono consolidativo, eventualmente in parte un effetto delle ambasce cinesi.
Sul fronte macro, solo una serie di dati macro UK, in generale peggio delle attese e confusionari, per colpa delle revisioni ai mesi precedenti, un classico di questo periodo.

La mattinata è scivolata via in attesa della pubblicazione delle trimestrali delle grandi banche  e dei dati USA del pomeriggio.
Relativamente alle prime, è stato un successo, direi. Sia JPM ( link ) che Wells Fargo ( link ) Bank of New York Mellon e Blackrock hanno tutte battuto abbondantemente le stime, ottenendo reazioni abbastanza entusiastiche al momento che sono riverberate per tutto il comparto (S&P 500 Banks Industry Group +4.5% mentre scrivo).

Relativamente ai dati, il PPI USA di settembre è stato più benigno del CPI, con sia headline che core sotto attese. Peccato che tra le componenti che entrano nel PCE core, sia le tariffe aeree che i servizi sanitari siano usciti forti, il che vuol dire che il loro contributo lascia la stima del PCE in area 0.25-0.30%,in altre parole un 3-3.5% su base annua.

La U.of Michigan consumer confidence preliminare di ottobre è tornata a deteriorarsi su entrambe le componenti, current conditions e expectations. La nota accompagnatoria indica, come causa principale, l’incertezza per le elezioni, che però non ha ancora impattato sui mercati. Riguardo le (inutili) survey sull’inflazione. quella a un anno è salita e quella a 5 anni è rimasta stabile.
Wall Street ha ignorato i dati, e trainata dai finanziari, e dal transportation (grazie al balzo di Uber galvanizzata dal flop della presentazione dei robo taxi di Tesla), ha accumulato buoni progressi, portandosi sui nuovi massimi. Anche se il Nasdaq fatica un po’, frenato dalla stessa Tesla (-7%), e dal consolidamento di Nvidia dopo il volo dei giorni scorsi.
La forza dell’azionario USA ha aiutato quello Eurozone a issarsi in positivo, portandolo a chiudere con progressi moderati. A trainare, però, sono maggiormente i difensivi, con il real estate che si riprende dal calo di ieri, insieme a utilities, e healtcare, più i finanziari, al traino di quelli USA. I rendimenti rimbalzano un po’ oggi, messi sotto pressione dal sentiment, e dalla salita delle commodities, in particolare di metalli industriali e preziosi. Sul fronte cambi, l’€ si asserraglia poco sopra 1.09, livello dove lo ha spedito il rimbalzo dei tassi USA.
A metà seduta, Wall Street continua a mostrare forza, e a scambiare oltre la soglia di 5.800, su livelli che, in chiusura, marcherebbero il quarantacinquesimo nuovo massimo di questo 2024. Dal punto di vista tecnico, il breakout, con il catalyst degli earnings delle banche, ci sta tutto. Ma sono sorpreso che non compaiano venditori, dal momento che stiamo entrando in un week end in cui il rischio di un attacco di Israele all’Iran è abbastanza elevato. Evidentemente le attese si stanno spostando verso un evento di portata minore. Perfino il petrolio è debole oggi.
A supportare l’azionario eventualmente anche il livello delVix, ancora sopra 20 vols. L’indicatore della volatilità implicita nelle azioni dell’ S&P 500 è forse l’unico asset che mostra un premio al rischio geopolitico, e, in assenza di sviluppi che una settimana fa sembravano imminenti, il calo della tensione fa comparire venditori di volatilità, su questi livelli storicamente elevati, che sono oltretutto insoliti, per un mercato che fa i massimi stori a raffica.
Infatti, come si nota dal grafico sotto (linea rossa S&P500, linea gialla Vix con scala inversa) la divergenza tra il VIx e l’S&P 500 in ottobre è davvero notevole. Nell’ultimo anno (ma è una regola di lungo periodo) la stra-grande maggioranza dei massimi di periodo e a maggior ragion quelli storici avviene col Vix compreso tra 11-12 e 15 vols.

E’ possibile che questa divergenza sia dovuta interamente ad hedging contro rischio geopolitico, che sta andando in sofferenza e il cui smontamento quindi sostiene l’azionario. Alternativamente può essere una componente di qualcosa di diverso, e meno positivo.
A tale proposito, vi è un altro fenomeno strano, che al momento risulta privo di spiegazione. I Credit Default Swap, ovvero gli strumenti per assicurarsi contro un default o evento di credito degli Stati Uniti, stanno vedendo le quotazioni impennarsi (ovvero i costi salire rapidamente).
Nel grafico, fatto un po’ di fretta, abbiamo il CDS a 5 anni (arancione) e il CDS a 1 anno, che copre su questo periodo più breve.

Si nota bene che a metà settembre è cambiato qualcosa e la domanda di protezione si è impennata. Non è un fatto raro, e le spiegazioni possono essere molteplici. Ma al momento nessuna motivazione convincente ha fatto la sua comparsa.