Ricomincio a commentare dopo 3 giorni di pausa, e i mercati tentano ( al momento con successo ) l’uscita dallo stretto range delle ultime settimane. Cosa è successo?
Apparentemente, c’è stata una decisa schiarita sul fronte Debt Ceiling, con le parti (in particolare i Repubblicani) che hanno abbandonato la retorica bellicosa, a favore di una molto più morbida. MC Carty ha dichiarato ieri che un deal è “fattibile” la prossima settimana, il che sarebbe comodamente all’interno di qualsiasi deadline. Anche Biden si è dichiarato assai ottimista di evitare un default, e ha cancellato parte del suo tour in Asia e Oceania per rientrare in anticipo a Washington.
Queste news vanno a impattare su un mercato azionario strutturalmente corto, e sul quale sono stati sicuramente costituiti degli hedge contro una potenziale fase di volatilità legata a questa vicenda che sembrava probabile, vista la distanza tra le parti. Comprensibile che l’azionario abbia accelerato al rialzo, visto che gli sviluppi recenti rendono assai più improbabile uno showdown sul tema. Per una spiegazione su perchè la soluzione del debt ceiling potrebbe non avere effetti così positivi sui risk assets leggi lampi di venerdi a questo link )
Coerentemente, i rendimenti sono rimbalzati, complici una serie di dichiarazioni generalmente hawkish da parte dei membri Fed (*FED’S BARKIN: WILLING TO RAISE RATES AGAIN IF NECESSARY), e il Dollaro ha continuato a recuperare terreno. Un aiuto al sentiment ieri è venuto dal settore bancario, autore di un violento rimbalzo (in particolare delle banche regionali) grazie a comunicazioni costruttive di Western Alliance (crescita dei depositi di 2.4 bln da fine marzo).
E i dati macro? A macchia di leopardo, ma nulla in grado di costituire un serio ostacolo al miglioramento del sentiment:
** L’empire NY manufacturing è crollato di 41 punti a -31.8. Un livello terribile. Ma onestamente questo indice da inizio anno ha fatto -32.9, -5.8, -24.6, +10.8, -31.8. Direi che sovrappesare il singolo dato sia da sconsigliare.
** Le retail sales di aprile hanno deluso, ma depurate da auto, gas, e materiali di costruzione, sono uscite sopra attese (+0.7% da prec -0.4% e vs stime per +0.4%) per cui i consumi in termini reali sono deboli, ma non crollano. Intanto però Home Depot ha indicato che si attende un lteriore indebolimento della domanda (link Home Depot posts worst revenue miss in about 20 years, lowers forecast as consumers delay big project)
** La fiducia degli homebuilders di maggio è tornata a 50 quindi in equilibrio tra pessimismo e ottimismo. La verità è che ci sono poche case esistenti in vendita, perchè i proprietari sono bloccati dentro mutui a tassi bassi che non conviene rimborsare. Per cui la poca domanda si dirige verso le case nuove, che attualmente sono oltre il 30% delle transazioni quando storicamente non arrivano al 20%. Però il sottoindice “traffic of prospective buyers” sta a 33, ancora molto sotto 50.
** I nuovi cantieri e i nuovi permessi di aprile sono usciti in linea con le attese, in moderato calo.
Insomma, in generale poco da stare allegri ma nulla di nuovo, per cui debt ceiling e Fed hanno avuto la meglio.
Come dicevo in apertura, questi sviluppi, uniti ad un quadro come noto parecchio difensivo in termini di positioning, hanno prodotto ottime performance ieri, con l’S&P 500 in progresso di 1.19% e in Nasdaq 100 a +1.22% sempre trainato dalle FAANG (+1.82%) animate dalla corsa all’intelligenza artificiale : da inizio anno l’indice è su del 50%.
Il sentiment positivo ha attecchito in Asia in maniera disuniforme stanotte. Molto bene Tokyo, piazza autrice di un rally pazzesco nelle ultime sedute, e prossima a marcare i massimi dagli anni ’90. Il trigger è stato il superamento del massimo relativo dell’agosto 2022 sul Nikkey. Da li sono state 5 sedute positive di seguito per un 5% abbondante in aggregato.
L’attrattività del Giappone è legata ad un economia che sta performando meglio delle attese (ieri il GDP del primo trimestre 2023 è uscito a +0.4% il doppio delle attese link ), accoppiata ad una banca Centrale che resta ultradovish, in un mondo di banche centrali hawkish. I risultati di medio periodo di questa assurdità li vedremo più avanti, per il momento è un forte stimolo. Il caveat è che ad ogni meeting BOJ c’è il rischio che Ueda modifichi la politica monetaria, specie se l’inflazione continua a sparare (e alcuni studi mostrano che ora sta diventando più “domestica”). E al momento il mercato è ultra ipercomprato, con un RSI a 80.
Il resto dell’area è stato più tranquillo, con Hong Kong, HSCEI, Shanghai, Taiwan, Vietnam, Sydney, e Seul positive, e Shenzen, Mumbai e Jakarta marginalmente in calo.
In Cina ieri sono stati pubblicati i prezzi delle case nuove nelle prime 70 città a aprile e la media è salita dello 0.33%, terza salita consecutiva. Oggi in compenso il mercato del lavoro in Australia ha deluso, con perdita di 4.300 posti a aprile, e disoccupazione su 0.2% al 3.7%.
La seduta europea è cominciata con gli indici in catch up con la forza di Wall Street di ieri, che si era manifestata per 2/3 dopo la chiusura delle piazze continentali. A trainare, comprensibilmente, le banche, mentre i rendimenti hanno mostrato immediatamente una tendenza al rialzo agevolata anche dalla recente retorica ECB che in fatto di hawkishness non ha avuto nulla da invidiare a quella Fed
*ECB’S HOLZMANN: WOULD HAVE PREFERRED 50 BPS HIKE AT MAY MEETING
*ECB’S HOLZMANN: SHOULDN’T PAUSE HIKES UNTIL WE REACH 4%
*ECB’S HOLZMANN: BIGGER RATE HIKES APPROPRIATE TO REACH PEAK
*ECB’S GUINDOS: CORE INFLATION MORE PERSISTENT THAN EXPECTED
*ECB TIGHTENING MOSTLY DONE BUT STILL HAS A WAY TO GO: GUINDOS
La mattinata non prevedeva la pubblicazione di dati, e così l’attenzione è rimasta concentrata sugli USA, il debt ceiling, e i dati.
Nel pomeriggio in US alcune pubblicazioni:
I sussidi alla disoccupazione sono tornati a calare, e sono terminati sotto attese. Come illustrato nel Lampi di giovedì scorso, il balzo, e parte del recente rialzo erano dovuti a truffe in Massachissets, che ha visto i suoi sussidi calare di 15.000 unità e forse potrebbe vederli calare ancora di altrettanti, visto che solitamente era in area 5-10.000 e ora sta a 25.000 (il grafico è preso dal citato lampi di una settimana fa)
** Il Philly Fed ha messo a segno un bel rimbalzo ma resta in territorio di contrazione. Tra i sottoindici buon miglioramento dei new orders (da -22.7 a -8.9) e male employees (-8.6 da -0.2) e activity a 6 mesi ( da -1.5 a -7.7). In calo i prezzi ricevuti (da -3.3 di aprile a -7 di maggio).
** in linea con le attese, ma tredicesimo calo di seguito per il leading index del Conference Board. La storia è nota. Questo indice non è mai calato più del 3% dai massimi senza che sia arrivata una recessione negli USA. Al momento è già dell 8.7%, un livello che in precedenza è stato registrato quasi esclusivamente all’interno di recessioni. Ma quelli del Conference board sono a loro volta intimiditi dalla resilience del mercato del lavoro e dei consumi usa e parlano di “mild recession” che parte nel secondo trimestre: Secondo me partirà magari a fine anno, ma non sarà “mild”.
Wall Street è partita incerta, ma poco dopo le 4 una nuova dichiarazione parecchio costruttiva di McCarty ha dato fuoco alle polveri.
*MCCARTHY SAYS HE SEES DEBT LIMIT DEAL ON HOUSE FLOOR NEXT WEEK]
MCCARTHY just now: “I just believe where we were a week ago and where we are today is a much better place because we’ve got the right people in the room discussing it in a very professional manner with all the knowledge and all the background from all the different leaders and what they want.”
Così l’azionario è partito al rialzo, con il solito Nasdaq, che sta già facendo massimi relativi, a trainare, mentre il dollaro ha ulteriormente guadagnato, e i bonds sono scesi, messi sotto pressione anche dalla retorica dei membri.
**FED’S LOGAN DOESN’T YET SEE CASE FOR PAUSE AMID HIGH PRICES
** JEFFERSON: INFLATION TOO HIGH, PROGRESS HAS BEEN SLOWING
** FED’S BULLARD SAID HE WOULD KEEP AN “OPEN MIND” GOING INTO THE NEXT POLICY MEETING IN JUNE BUT SUGGESTED HE IS INCLINED TO BACK ANOTHER RATE RISE- FT
Le chiusure europee vedono le principali piazze trascinate al rialzo dagli USA. La più entusiasta è Francoforte, che ha segnato nuovi massimi da inizio 2022 e la prima chiusura sopra 16.000 da 17 mesi. bene anche l’Eurostoxx 50 che però deve ancora superare i massimi di marzo. Meno bene Parigi e solo marginalmente positive Milano e Madrid, che hanno seguito di malavoglia il rally. I rendimenti rimbalzano per bene, con lo spread che allarga marginalmente. Mala parata per l€, mentre le commodity, che ieri erano rimbalzate, oggi tornano generalmente deboli.
Wall Street successivamente ha perso forza con l’S&P 500 che al momento ha ridotto il guadagno a un decimale. Ma il Nasdaq continua imperterrito, trainato dalle FAANG (+2.7% oggi, +5.2 q 5 giorni, + 12% su 30 giorni). Chi non è ancora saltato sulla A:I:?