Ancora segnali di calo dell’inflazione USA, sale l’azionario.

Correzione ieri sera (mercoledì) per l’S&P 500 (-0.41%) con il tech (Nasdaq 100 – 0.89%) a guidare la discesa, insieme ai consumer discretionary (molto pesanti le auto). La rik aversion ha ridato slancio al treasury verso fine seduta, dopo che un asta 10 anni loffia aveva cancellato l’effetto CPI.
Può essere che la menzione di una “mild recession” nelle minute FOMC abbia contribuito al tono relativamente opaco. Io credo che la parola “mild” costituisca già un edulcorazione. Ma in effetti mi pare la prima volta che la Fed mette questa previsione nello scenario centrale.

Ancora poco ispirata l’Asia, con le “A” shares cinesi, Taiwan, Vietnam, Sydney, e Jakarta in calo, e Nikkei, Hong Kong, “H” shares cinesi, India e Sud Corea in marginale progresso (Seul, la migliore, ha preso lo 0.43%).
Parecchi dati stanotte nell’area asiatica.  A fare più scalpore, la bilancia commerciale cinese di marzo, che ha visto un esplosione dell’export, a fronte di import a sua volta sopra attese ma poco sopra i livelli di 12 mesi fa.

La crescita dell’export è avvenuta verso tutte le destinazioni ma in particolare quelle asiatiche. Sicuramente le riaperture, lo sblocco delle catene di approvvigionamento e la ripresa dell’attività post festività di Capodanno hanno un ruolo rilevante in questa sorpresa. E’ anche un segnale di decente domanda globale. Ma commentatori autorevoli osservano che dietro questa forza vi sono anche sussidi statali e in generale stimolo dell’attività di export. Di qui la differenza con l’import, che dovrebbe risentire positivamente di un rimbalzo dei consumi, ma per ora resta meno brillante. Il risultato è un avanzo commerciale record. Sul fronte micro, però, LVMH, che ha riportato una trimestrale assai brillante ha dichiarato che i segnali dalla Cina sono ottimi
*LVMH RISES 4% AFTER 1Q SALES BEAT ESTIMATES, HEADS FOR RECORD
 *LVMH CFO: EXTREMELY OPTIMISTIC ABOUT CHINESE RECOVERY – BBG
*LVMH CFO: 1Q NUMBERS `BODE WELL’ FOR REST OF YEAR IN
CHINA

L’India ha invece visto un aumento del deficit commerciale a causa di export che cala più dell’import. In generale un dato contrastante con quello cinese, anche se la situazione è opposta (la Cina è una export powerhouse).
In Australia a marzo il mercato del lavoro ha dato un colpo di coda.

L’apertura europea è avvenuta con un tono timidamente costruttivo. In mattinata. Pochi i dati in mattinata. La produzione industriale italiana ha moderatamente deluso, ma la cosa non ha impedito a quella Eurozone di sorprendere al rialzo, forte di quelle francese e tedesca, pubblicate i giorni scorsi, che erano state molto robuste.

Contrariamente alle attese di qualche mese fa, il GDP EU del primo trimestre del 2023 potrebbe essere positivo di un po’. Naturalmente la palla passa ora al secondo, per il quale le incognite non mancano. Ma è un fatto che l’economia Eurozone sta mostrando resilienza, a differenza, recentemente, di quella US, che nel primo trimestre del 2023 avrà crescita positiva, ma sta mostrando deterioramento in diverse serie macro.

Il mercato continentale ha quindi assorbito la sottoperformance di Wall Street di ieri sera, aiutato dalla forza di Parigi (vedi risultati di LVMH), mentre i rendimenti hanno provato, senza troppo successo, a fare catch up con i cali di quelli treasury ieri. L’€ ne ha approfittato per attaccare quota 1.10.
Nel pomeriggio negli States un paio di report.

I sussidi di disoccupazione hanno nuovamente sorpreso al rialzo, ma non di un ammontare tale da allarmare. Tra l’altro, il monte percettori, che è relativo alla settimana precedente, è calato. Si accumulano i segnali di allentamento del mercato del lavoro USA, ma le serie che contano restano indietro.
In compenso, i prezzi alla produzione USA di marzo hanno sorpreso al ribasso praticamente su tutta la linea. I carburanti hanno un grosso ruolo in questo calo, ma anche altre componenti hanno contribuito, tra cui i margini. In generale un altro segnale di attenuazione delle pressioni inflazionistiche, anche se recentemente il petrolio ha ripreso a salire e questo può fermare la dinamica virtuosa in atto.
In generale i numeri odierni aggiungono poco alla narrativa recessionaria, e un po’ di più a quella disinflattiva. Tra l’altro i prezzi in entrata più bassi di quelli al consumo lasciano intendere ancora ottimi margini finali.
Su un mercato già posizionato difensivamente questi dati hanno avuto un impatto positivo. Dopo qualche incertezza, Wall Street ha preso la via del rialzo, con una price action super tranquilla, e il tech a outperformare.

Nel pomeriggio il membro ECB e Governatore Bundesbank Nagel ha approfittato dei numeri macro buoni per sottolineare il suo ottimismo sull’economia continentale e ribadire la sua stance aggressiva sulla politica monetaria. Gli hanno fatto eco i meno rilevanti Wunsch, Kazaks, Kazimir e Vasle (rispettivamente Belgio, Lituania, Slovenia e Slovacchia)
*NAGEL: BUNDESBANK MORE OPTIMISTIC ON EURO AREA THAN IMF
*ECB’S NAGEL: CORE INFLATION IS STILL VERY HIGH
*ECB’S NAGEL: THERE’S MORE TO DO ON MONETARY POLICY
*NAGEL: TOO EARLY TO COMMENT ON ECB’S MAY RATE DECISION
*ECB’S NAGEL: THERE’S NO THREAT OF A SYSTEMIC BANKING CRISIS
*ECB’S NAGEL: EXPECT TIGHTENING CYCLE TO CONTINUE
*NAGEL: IMPORTANT TO WATCH FOR SIGNS OF TIGHTER BANK LENDING
*ECB’S WUNSCH: MAY RATE DECISION BETWEEN 25 AND 50 BPS HIKE
*ECB’S KAZAKS: WOULDN’T EXCLUDE 50 BPS HIKE IN MAY
*ECB’S VASLE: CHOICE FOR MAY MEETING IS 25 BPS OR 50 BPS
*ECB’S KAZIMIR: MUST CONTINUE TIGHTENING DESPITE CURRENT EVENTS

Inutile dire che la retorica aggressiva di parte EU e la tendenza disinflattiva in US hanno indebolito il Dollaro, con tutte le conseguenze intuibili per commodities e preziosi (ma oil e gas scendono). L’€ scambia ai massimi da oltre 12 mesi.
La chiusura europea vede gli indici giovarsi del sentiment, con la sola Milano tra le principali piazze al palo, gravata dalla cattiva vena di Enel. Detto dell’€, i tassi si muovono poco oggi. Dopo la chiusura, Wall Street ha preso ulteriore terreno e al momento guadagna quasi un punto (S&P500). La bassissima volatilità realizzata che ha caratterizzato le ultime 2 settimane ha compresso anche quella implicita, con il Vix che al momento sta approcciato quota 18 vol, un livello sotto il quale ha chiuso, negli ultimi 15 mesi (da gennaio 2022) solo una volta, il primo Febbraio 2023.

Faccio fatica a pensare che il livello possa essere rotto in maniera sostenibile, considerando il quadro macro attuale, la volatilità sui tassi e gli eventi che ci troviamo ad affrontare. Domani ad esempio abbiamo le retail sales di marzo, e il rischio e di non vedere numeri così confortanti come quelli odierni. E poi parte la earning season, con le grandi banche (JP Morgan, Citi, Wells Fargo). Sembra davvero troppo tranquillo, la fuori. Va detto che a volte in queste occasioni il Vix spesso inizia a salire prima che parta la correzione azionaria.