Il clima festivo in US copre l’approvazione del Hong Kong Democracy bill

Diavolo di un Trump.
Aveva da gestire il problema della firma al “Hong Kong Rights & Democracy act bill” con eventuali ricadute sulle trattative per l’accordo commerciale, e di riflesso, sui mercati azionari. L’ampia maggioranza con cui il progetto di legge è stato approvato  al  Congresso gli impediva di opporre un veto. Come fare ad attutirne il più possibile l’impatto?
Col tipico pragmatismo che gli si conosce, il Presidente ha firmato la  legge alla vigilia del Ringraziamento. Se la borsa è chiusa, non può stornare, avrà pensato. Un filo miope, come ragionamento, ma è  anche vero che, visto che domani l’orario delle contrattazioni è ridotto (Wall Street apre alle 15.30 italiane ma chiude alle 19) i mercati hanno 4 giorni, con solo 4 ore di mercato ufficialmente aperto, per “digerire” la notizia e le eventuali reazioni cinesi.
Volendo andare un po’ più in profondità, si può ipotizzare il timing della firma della legge sia stato scelto in modo da sottrarla il più possibile all’attenzione generale e comunicare implicitamente a Pechino che non la si ritiene importante, ne si vuole che questa interferisca nelle trattative. Come noto, la legge prevede revisioni annuali del rispetto dell’indipendenza dell’ex colonia, e un eventuale perdita del suo status di partner commerciale privilegiato, oltre che sanzioni per chi si rendesse colpevole di violazioni dei diritti umani. Poichè la revisione è annuale, è possibile che passi un bel po’ di tempo prima che la Cina si veda costretta a una rappresaglia.

Prima di questo, Wall Street aveva messo a segno un’altro record storico, in un altra seduta tranquillissima. Anche la soglia di 3.150 punti di S&P ha dato temporaneamente strada. Certo, nel frattempo l’RSI 14 è arrivato a 75, un livello di ipercomprato di breve non più osservato da inizio 2018. Per la verità, in quell’occasione l’RSI segnalò un ipercomprato molto più forte, arrivando sopra 86, ma la successiva correzione accumulò un -10% in 9 sedute. Per la cronaca, il Vix passò la prima parte del  mese di gennaio per lo più sotto 10, prima di salire progressivamente arrivando a 50 nel durante il 5 febbraio. Al momento gira a 11.6/11/7.

Le news relative al “Hong Kong Rights & Democracy act bill” un certo effetto sull’azionario asiatico lo hanno avuto. Il Ministero degli Esteri cinese ha convocato l’Ambasciatore USA intimando di non implementare la legge e ha minacciato serie contromisure se ciò dovesse avvenire. Ha aggiunto che ogni tentativo di interferire nel rapporto tra la Cina e Hong Kong è destinato a fallire.
Così, tra i principali indici, solo Mumbai e Sydney hanno tenuto il naso fuori dall’acqua, anche se alla fine le perdite sono moderate. Sta di fatto che, in totale controtendenza con i mercati azionari globali, Shanghai è tornata sui livelli minimi da agosto scorso.
Dal lato positivo, si può osservare che le condizioni finanziarie in Cina si sono recentemente rilassate. l’indice di Bloomberg le colloca sui livelli del 2016, che hanno contribuito al rimbalzo congiunturale del 2017. In quel caso l’immobiliare ha fornito un contributo che questa volta dovrebbe in parte mancare, ma l’easing operato dalla PBOC dovrebbe continuare nei prossimi mesi.

Con queste premesse, la seduta europea è partita con un mood incerto, rispecchiato anche dai future su Wall Street, in moderato calo rispetto alle chiusure record di ieri.

Nonostante il clima festivo, dovuto alla chiusura USA, la mattinata non era priva di eventi.
** Gli aggregati monetari ECB di ottobre danno indicazioni positive sul ciclo. La crescita di M3 è rimasta stabile a 5.6%, ben sopra il livello medio della prima metà del 2019 (4.4%). M1 è passata da +7.9% di settembre a +8.4% di ottobre, tornando vicino ai livelli di agosto, massimo da quasi 2 anni. Questo primo aggregato ha una buona correlazione con la crescita, e quindi depone bene per i prossimi mesi. Accelerazioni rispettivamente di 0.1% a 3.5% e di 0.2% a 3.8% per i loans ai privati e alle aziende.
** Segnali migliori dalle survey EU di novembre. L’Economic sentiiment mostra il primo rialzo da 3 mesi (+0.5% a 101.3 vs attese per 101) trainato da Francia, Spagna e Germania, mentre come visto ieri in Italia si è assestato e scende in Belgio e Olanda. Dal punto di vista settoriale meglio services che l’industrial confidence e stabile la consumer confidence. In generale segnali di bottoming del ciclo, come emerge dai PMI.
** Sul fronte elezioni UK, la survey MRP (multi-level regression and post-stratification) di Yougov, che aveva correttamente previsto nella scorsa tornata lo stallo in Parlamento (mentre gli altri sondaggi davano progressi per i Conservatori) ha attribuito una larga maggioranza a Johnson e C (68 seggi). La Sterlina ha reagito bene alla prospettiva di una forte maggioranza conservatrice, ma lo stesso modello ha ammonito che un calo di 4 punti dei Tories potrebbero far tornare il Parlamento nelle condizioni attuali per cui a 2 settimane dalle elezioni non abbiamo certezze.
** In questo contesto si è svolta l’asta di titoli del Tesoro di fine mese (BTP a 5 e 10 anni e CCT per totali 5.750 bln) che ha visto, per la prima volta da un po’ di tempo a questa parte, una domanda poco entusiasta. Il 5 anni è uscito sul livello di mercato, il 10 anni anche un po’ sotto, con una copertura di 1.22x, ai minimi dal 2012. Il CCT è uscito anche lui senza premio sul livello di secondario. E’ possibile che la chiusura per festività in US abbia fatto mancare la domanda d’oltreoceano e che anche qualche operatore europeo abbia optato per prendere ferie, contando su 2 giorni a  scartamento ridotto. Il BTP ha ovviamente accusato la scarsità di interesse, anche se si è successivamente, almeno in parte, ripreso. La cosa è riverberata in parte su Piazza Affari che ha sottoperformato le altre piazze europee.  In ogni caso la carta italiana dovrebbe ottenere supporto nei prossimi giorni da corpose scadenze, la cui liquidità si riverserà sul mercato (15.5 bln di BTP il primo dicembre e 13.4 bln di CCT il 15).

Il tempo per il CPI tedesco di Novembre di deludere marginalmente le attese e si è piombati nell’apatia del pomeriggio, con gli Americani alle prese col tacchino. Nemmeno un tweet della corrispondente del WSJ a Pechino, una professionista con buone relazioni locali, secondo cui fonti interne indicano che “la fase 1” sta venendo finalizzata, è riuscita ad ottenere effetti rilevanti, segno che il calcolo di Trump si è rivelato giusto. Ci pensiamo lunedì.