Qualche presa di beneficio a Wall Street dopo il robusto rimbalzo.

Ieri sera, Wall Street ha effettivamente suonato la quinta. Non succedeva da Aprile scorso, in cui ne aveva infilate addirittura 8, di sedute positive a fila. Ma il cumulato di quella serie superava di poco il 3%, in questo caso parliamo di oltre un +5%, al ritmo dell’1% a seduta. L’inizio di Giugno è la migliore prima decina del mese da ottobre 2011. Tanto per dare un idea del livello di ipercomprato di breve.
A ciò, possiamo aggiungere che, nonostante la situazione macro e geopolitica poco rassicurante, l’S&P è tornato a circa il 2% dai massimi, il che è una dimostrazione di forza niente male, e nello stesso tempo un caveat. Anche perchè il rialzo ha preso molta della sua forza da attese di supporto da parte della FED, ma con 3 ribassi prezzati nei prossimi 12 mesi, non sarà facile per Powell superare le aspettative dei mercati il 19 Giugno, data del prossimo FOMC.

Più che dei fasti di Wall Street, la seduta asiatica ha vissuto del traino delle “A” shares cinesi, in gran denaro apparentemente grazie a aspettative di aumento degli investimenti in infrastrutture. Il motivo sarebbe un rilassamento delle condizioni di finanziamento dei progetti, deciso dalle autorità. Il mercato vi vede un segnale generale che Pechino vuole ulteriormente allargare i cordoni.
Sul fronte trade, il newsflow resta non troppo ispirato. Trump  ha dichiarato che se Xi non lo incontrerà, i dazi sulle restanti importazioni potrebbero essere fissati al 25% o anche “molto più in alto” (vai al link ).
Sembra improbabile che il Presidente cinese accetti un meeting sotto questo livello di minaccia. Non a caso, a stretto giro è arrivata la risposta cinese : Il Ministero del Commercio ha ribadito che la Cina non vuole la guerra, ma in caso di escalation, “lotterà fino alla fine”. Al momento non ha ricevuto informazioni su eventuali Summit in Giappone in occasione del G-20 (vai al link ).
Nel frattempo il Vicepresidente Pence ha dichiarato che gli USA mostreranno fermezza con la Cina, perchè  sono in una posizione di forza.
E’ inoltre emerso che Tokyo electron, il terzo produttore di cheap mondiali, basato in Giappone, ha dichiarato che rispetterà il divieto americano di rifornire Huawei ( vai al link ). Si sta progressivamente realizzando la “profezia” del Premier di Singapore Hsien Loong, che ha dichiarato che se la situazione non si tranquillizza, tutto il mondo sarà costretto a scegliere se intrattenere rapporti commerciali con gli USA, o con la Cina. Non molto “pro business”.
Sul fronte macro, le esportazioni Sudcoreane dei primi 10 giorni di giugno hanno continuato a mostrare un robusto calo anno su anno (-10.8%) ( vai al link ). Spiccano il -30% sui chip, e, regionalmente il -26.7% in direzione della Cina. Come nota Bloomberg, in questa luce, il rimbalzo dell’11% da inizio giungo e il recupero del 27% da inizio anno del SOX semiconductor index sembrano ancora più ottimistici. Infine, le vendite d’auto in Cina hanno mostrato un calo anno su anno per il dodicesimo mese di seguito, del 12.5 % vs il -14.6% di Aprile scorso.
Queste notizie hanno contribuito a contenere la forza dell’azionario asiatico. Tra i principali indici solo Sydney (+1.55) ha mostrato di condividere l’euforia delle “A” shares (+2.6%)

L’apertura europea è avvenuta comunque con toni costruttivi, con gli indici trainati da basic Resources e Auto, che si sono eventualmente giovate degli spiragli sul deal FCA – Renault. Trump ha lasciato intendere che in autunno potrebbe aprire un fronte commerciale con l’Europa. Ma evidentemente novembre, data di scadenza della proroga, sembra lontano.
Sul fronte politico italiano, il vertice di ieri ha apparentemente ricompattato l’esecutivo, e la linea nei confronti dell’EU che sembra prevalere è quella del dialogo e degli sforzi per evitare la procedura. O almeno così sembra aver inteso il mercato, che ha ripreso a comprare la carta italiana con forza, con particolare focus sul 10 anni. Poco dopo metà giornata, su future BTP sono transitati pesanti acquisti, presumibilmente ulteriori ricoperture, a segnalare una continuata capitulation dei corti.
Sul fronte macro oggi c’era poco: il NFIB Small Business optimism USA di Maggio ha stracciato le stime ( 105 da 103.5 e sopra attese per 102) riportandosi sopra il livello “pre shutdown governativo”. Sorprendente, alla luce delle recenti notizie, la rappresentazione del mercato del lavoro: reperire mano d’opera qualificata resta il principale problema per le piccole aziende USA, che hanno riportato 0.3 nuovi assunti per azienda, a maggio. Il 62% ha dichiarato di stare assumendo o cercando di assumere lavoratori. Le difficoltà emerse da ADP e labour market report qui non si vedono (come non si vedevano nel sottoindice occupazione del sondaggio ISM non manifatturiero USA di Maggio).
In generale, tra i dati di contabilità nazionale e i sondaggi continua ad esserci un bel divario. Non a caso, i 2 modelli previsionali più noti GDPNow della Fed di Atlanta e Nowcast della Fed di NY continuano a indicare un tasso di crescita anemico per il secondo trimestre, rispettivamente a 1.4% e 1.01%.

Wall Street ha prodotto un apertura robusta, segnando i massimi dal 6 maggio. Dopodichè, gradualmente, e senza un particolare catalyst, gli indici hanno cominciato a perdere momentum, finendo con terminare in negativo. Visto quanto detto sopra, la comparsa di prese di beneficio spontanee non deve sorprendere troppo.
L’evaporare del rally USA ha finito con moderare le performance degli indici europei, che però conservano parte dei progressi, un po’ perchè alla chiusura Wall Street era ancora positiva, un po’ perchè vuoi per la delusione ECB, vuoi per altro, la performance di Giugno era poco più della metà di quella USA. Il deterioramento del sentiment ha offerto supporto ai bonds core, mentre i BTP hanno mantenuto la loro forza finchè il Tesoro, a mercati praticamente chiusi, ha annunciato un nuovo mandato per emissione sindacata di un 20 anni. E’ evidente che, alla gestione del debito pubblico, giudicano attraenti questi livelli, e vogliono giustamente approfittare un po’ della domanda rigogliosa. Con queste premesse, i – 4 bp di spread indicati dal monitor sono “buguardi” perche il cash non ha fatto in tempo a prezzare le news. Domani attendiamoci un adeguamento significativo di primo mattino. Anche perchè dopodomani ci sono aste per oltre 8 bln.

La debolezza dell’azionario USA si è riflessa un po’ anche sul $ nel finale, ma i movimenti restano comunque ridotti. La Sterlina si è giovata della notizia i Laburisti starebbero approntando una mozione volta ad evitare la “no deal brexit” che prevede la creazione di un meccanismo per evitare l’uscita senza accordo ( vai al link ).  Ma, con Boris Johnson Premier, mosse del Parlamento per bloccarne le iniziative negoziali possono portare a nuove elezioni, e questo, in una fase in cui il Brexit Party è così forte, può portare il mercato a prezzare una maggiore probabilità di una uscita a ottobre senza accordo nelle prossime settimane.