La retorica Fed e buone notizie sul fronte trade raddrizzano una seduta partita male ancora a causa di dati macro europei mediocri.

Dopo l’euforia di ieri, la seduta asiatica ha avuto un tono consolidativo. In assenza di news particolari, gli indici cinesi hanno recuperato le iniziali perdite, per chiudere sostanzialmente in pari (perdita di mezzo punto per le small caps). L’ingresso della Bank of Japan tra la schiera di Banche Centrali che hanno ammorbidito la stance, in quest’inizio 2019, ha offerto ulteriore supporto a Tokyo. Kuroda ha dichiarato al Parlamento giapponese che la BOJ potrebbe aumentare le misure di stimolo monetario per raggiungere gli obiettivi, in particolare se lo Yen dovesse rafforzarsi e impattare su ciclo e prezzi.
Gli altri indici hanno mostrato performance di entità modesta, comprese tra il -0.35% di Mumbai e il +0.3% di Sydney. Sul fronte trade, le negoziazioni sono riprese oggi, mentre il Vicepremier cinese Lui He arriverà a Washington giovedi.

L’apertura europea è avvenuta con il medesimo tono moderatamente consolidativo dell’Asia, e un occhio allo Zew tedesco di febbraio previsto in ulteriore deterioramento. E invece la stangata è arrivata dal fatturato e dagli ordinativi all’industria italiani di dicembre, che hanno mostrato cali davvero significativi. La discesa del fatturato mese su mese è del 3.5%, mentre quella anno su anno è del 7.3%. Gli ordinativi sono scesi dell’1.8% mese su mese, e del 5.3% anno su anno. In particolare sugli ordinativi il calo della domanda estera ha costituito il principale motivo di debolezza. Sappiamo che queste serie sono assai volatili, e che dicembre è stato un mese assai negativo per tutta Europa (abbiamo visto anche i dati di produzione industriale, non solo italiani).
Solitamente, i dati italiani di questo tipo non influenzano granchè il Mercato, anche perchè in Italia escono con un certo ritardo. Ma questo report era davvero troppo brutto per non lasciare una traccia sul mercato.
Btp, Piazza Affari e settore bancario italiano hanno accusato, accumulando rapidamente un discreto passivo, quantificabile in una decina di bps di allargamento dello spread, 3/4 di punto sul FTSE Mib e perdite diffuse sui principali istituti. La debolezza si è estesa un po’ anche all’azionario europeo e al settore bancario, che ha sofferto anche della trimestrale debole di HSBC.
Poco dopo, ha sorpreso in negativo anche lo Zew tedesco di Febbraio, in particolare nella componente coincidente (da 27 a 15 vs attese per 20) mentre le aspettative hanno recuperato un punto e mezzo a -13.4 (in linea con attese). Diciamo che la citata serie di dati nefasti di Dicembre ha influenzato le aspettative degli analisti, più dei recuperi dell’azionario.

Con questo mood opaco siamo giunti al primo pomeriggio, quando a modificare la situazione sono intervenuti un paio di fattori:
1) La May sarebbe attesa a Bruxelles domani per un “significant” (sic) meeting con Juncker, nel quale si potrebbero negoziare piccole modifiche all’accordo, da proporre poi al Parlamento UK. In verità c’è poca sostanza dietro queste aspettative di accordi sulle modifiche, al di la di indiscrezioni relative ad un clima “molto costruttivo” tra le parti. Sta di fatto che il mercato gli è andato dietro e la Sterlina ha preso il volo
2) Wall Street non si è accodata alle perdite europee, ed anzi, dopo una partenza in moderato calo si è arrampicata verso la parità, aiutata in questo da un recupero oltre attese della fiducia dei homebuilders USA di febbraio (62 da 58 e vs attese per 59). L’immobiliare era stato il primo settore a mostrare indebolimento nel 2018 e un eventuale recupero, agevolato con ogni probabilità dal recente ridimensionamento dei tassi sulle lunghe scadenze

Nel pomeriggio inoltrato un altro paio di sviluppi ha attirato l’attenzione degli operatori:
** La Presidente della FED di Cleveland, Loretta Mester ha dichiarato che la Fed comunicherà i piani relativi alla riduzione del proprio bilancio con molto anticipo. Lei personalmente è a suo agio con l’idea di iniziare a rallentare la normalizzazione e o fermarla addirittura durante l’anno in corso. In ogni caso è dell’idea che il bilancio Fed debba essere composto principalmente da treasuries. Dando credito alla Mester, dovremmo avere notizie ufficiali sull’argomento nel volgere di un paio di FOMC. Naturalmente sia Wall Street che il Dollaro hanno sentito le dichiarazioni, la prima passando in positivo e il secondo cedendo ulteriore terreno.
** Infine, è trapelato che, alla ripresa delle negoziazioni tra USA e Cina gli Americani hanno chiesto alla controparte di mantenere stabile il cambio. Le parti starebbero cercando di mettere giù una lettera di intenti, che formi a base di un accordo da far firmare a Trump e Xi.

Questa seconda news è giunta troppo tardi per influenzare l’azionario europeo, che ha comunque chiuso con perdite marginali, e comunque assai inferiori a quanto maturato a fine mattinata. Significativo recupero anche per il BTP, che ha chiuso con appena 2 bp di allargamento. Niente male, considerando che venerdì abbiamo la pronuncia di Fitch sul rating italiano.
La verità è che l’azionario e gli altri risk asset europei hanno assorbito abbastanza bene la salva di bad news relativa ai dati di dicembre, a dimostrazione ulteriore di un sentiment mutato (e/o di investitori coi portafogli assai leggeri).
Dopo la seduta europea, le news sul trade hanno ulteriormente indebolito il $, cosa che non è dispiaciuta all’azionario dei paesi emergenti, che era in stallo da qualche seduta a causa principalmente del recupero del Biglietto verde. Wall Street dal canto suo sta facendo altri passi in direzione del livello psicologico di 2800 punti di S&P 500.
Sul fronte comodities, 2 movimenti interessanti. Mentre il rame sta testando con decisione la resistenza indicata nel pezzo di ieri, l’oro si sta avvicinando ad un livello, in area 1355-70$, che lo ha contenuto negli ultimi 5 anni. Lo scorso test, avvenuto quasi un anno fa, ha avuto esito negativo. Dovessimo ottenere una rottura, il movimento di rialzo si annuncia non banale.