Lampi di Colore – 3 Luglio 2015

NB: nota breve oggi in una giornata resa insignificante dalla bank holiday US e dall’incombere del Referendum greco.

La giornata è partita con una nuova batosta per la borsa cinese (-5.8%) che chiude la settimana con un fragoroso -12%. Il crollo, che sfiora il -30% dai massimi, apparentemente inizia a preoccupare seriamente le autorità. Il regulator locale (CSRC), ha comunicato che darà inizio a indagini su manipolazioni finanziarie, e varerà norme a supporto dei mercati come il blocco delle IPO e aumenti di capitali, e rafforzerà l’ente che finanzia l’investimento a leva. Vedremo se le misure avranno successo la prossima settimana. In ogni caso, la media mobile a 200 giorni, primo serio supporto tecnico, non dista più di un 8% (a questi ritmi un paio di sedute), e li forse i più audaci possono provare a giocarsi un rimbalzo.
Misti il resto dei principali indici dell’area, compresi tra il +0.45% dell’India e il – 1.1% di Sydney.

L’apertura europea è avvenuta con un clima nervoso. Ovviamente l’incertezza sulle sorti del referendum ha reso timidi i compratori, e l’assenza di liquidità ha esaltato l’impatto dei flussi.Gli ultimi sondaggi sono quanto mai indecisi e il fatto che non si sa in quanti avranno i soldi per andare a votare nel seggio dove sono residenti (in particolare nelle isole) aggiunge margine d’errore. Dopo la fiammata d’ottimismo di metà settimana, i principali commentatori si sbilanciano poco, sostenendo che è impossibile attribuire delle probabilità. Oltre a ciò, gli investitori si stanno rendendo conto che in entrambi i casi restano incognite robuste, e quindi tendono, nelle loro valutazioni, a ridurre un l’importanza del risultato di domenica, a favore di “cosa succede dopo?”.
Sul sentiment ha pesato la dichiarazione di default dell’EFSF, che però ha sospeso la decisione sull’accelerazione dei rimborsi. Si è a lungo attesa una dichiarazione di legittimità del referendum da parte del Consiglio di Stato, che non mi risulta sia mai arrivata.
In compenso Tsipras ha fatto un nuovo intervento in TV in cui ha ribadito che votare no non vuol dire uscire dall’Euro, e che la dichiarazione dell’IMF di ieri (il debito greco è insostenibile e serve uno sgravio) da ragione al governo greco. Peccato che il Fondo abbia dichiarato che questo èprincipalmente un effetto della recessione causata dal Governo.
L’ìdea che l’IMF abbia offerto un involontario appoggio alla causa di Tsipras ha forse pesato un po’ sul sentiment con l’azionario che ha superato il -1% di perdita prima di rimbalzare nel finale (Eurostoxx -0.75%). Diversa la reazione dei bond periferici che hanno tenuto dietro al bund senza problemi (spread – 1 bp a 146) eventualmente anticipando un intervento ECB lunedi in caso di vittoria del “NO”.
Ma eviterei di trarre troppe conclusioni dall’erratica performance odierna degli asset, probabilmente governata dalle ultime sistemazioni in un regime di liquidità ridotta.
Secondo le ultime informazioni, le urne resteranno aperte tra le 5 am CET e le 17 CET di Domenica. E’ controverso se vi saranno Exit polls. In assenza, le prime informazioni verranno dai piccoli centri, il che secondo alcuni distorcerà inizialmente a favore del si i risultati, ma anche questo è controverso.

Stamattina sono uscite le revisioni dei PMI servizi e composite di giugno. Marginalmente rivisto al rialzo il composite europeo (da 54.1 flash a 54.2) ai massimi dal 2011. Un risultato discreto vista l’incertezza derivante dalla crisi greca. Buono il dato italiano dei servizi (53.4 da prec 52.5 e vs attese per 52.3), un punto oltre il consenso. Chissà se da lunedi ricominceremo a guardare un po’ anche al quadro macro.