La tregua Cina – USA sul fronte commerciale ha ispirato Wall Street ieri sera. L’S&P 500 ha chiuso ai massimi da oltre 2 mesi, con tutti i settori in positivo. A favorire il sentiment, anche la stabilizzazione dei rendimenti, con il 10 anni treasury, con il corollario di una pausa nel rally del Dollaro.
Non che la seduta asiatica ne abbia tratto particolare beneficio. Con le chiusure di Hong Kong e Seul a pesare sul livello di attività, gli altri indici hanno avuto un andamento contrastato, chiudendo in ordine sparso tra il +0.2% di Mumbai, e il -0.7% di Sydney. A Shanghai, l’impatto positivo per il possibile abbandono del controllo delle nascite è stato bilanciato dalla discesa del settore immobiliare a causa dell’annuncio, da parte del ministero per il residenziale, di ulteriori misure di contenimento della speculazione. Più difficile spiegarsi l’ignavia del Nikkei, vista la debolezza recente dello Yen e la forza di Wall Street, ma è vero che l’indice è tornato a contatto con la resistenza in area 23.000 punti e un po’ di lotta è da mettere in conto.
L’apertura europea è avvenuta all’insegna delle ricoperture sugli asset italiani, con FTSE Mib e BTP a mostrare robusti guadagni entro le prime 2 ore di contrattazione. I flussi in acquisto hanno interessato anche il settore bancario europeo, che era stato preso di mira al pari della carta italiana negli ultimi giorni, per motivi non del tutto chiari (almeno al sottoscritto) . Il robusto rimbalzo dell’€ sopra 1.18 che ha accompagnato queste ricoperture ha un po’ frenato gli altri indici azionari generali, Dax compreso, che riapriva oggi dal week end lungo. La ricomparsa sui media dell’ipotesi di taglio dei dazi all’importazione di auto da parte della Cina ha offerto supporto al settore.
Se sul fronte macro oggi non erano previste news di rilievo in Eurozone, su quello politico italiano tante indiscrezioni ma pochi fatti. In mattinata hanno preso a circolare i commenti sulle inesattezze del Curriculum di Conte e si è capito, nel bene e nel male, che per il varo dell’esecutivo c’erano ancora diversi ostacoli da rimuovere.
Quando, intorno a metà giornata, gli USA hanno nuovamente lasciato intendere cosa pensano degli asset italici, per giustificare il brusco ritracciamento di Piazza Affari e del BTP si è indicato il circolare della candidatura dell’economista Savona al Ministero dell’Economia. In altre parole, un altra notizia vecchia, come quella sui mini-bot a cui era stato attribuito il disastro di ieri.
La verità è che dopo il movimento delle ultime ore, un rimbalzo ci stava, ma difficilmente la volatilità abbandonerà gli asset italiani in tempi brevi. Il problema è l’assenza di alternative attraenti, dal punto di vista degli investitori, con lo spettro di nuove elezioni in autunno, nel caso la trattativa per il nuovo Governo salti in extremis.
Se non altro, insieme con quello degli asset italiani si è esaurito anche il rimbalzo della divisa unica, e ciò, insieme con una Wall Street partita in rialzo, ha ridato un po’ di verve agli indici europei.
Nel pomeriggio il Richmoind Fed manufacturing index è stata la terza survey regionale dopo NY e Philly Fed a uscire in marcato rialzo e parecchio sopra attese (16 da -3 e vs attese per 10). L’ipotesi di un accelerazione del ciclo US prende corpo, anche se conviene aspettare almeno i PMI domani prima di abituarsi troppo all’idea.
Nel pomeriggio, la candidatura di Conte si è ulteriormente indebolita, per i crescenti dubbi sul suo CV, e forse il suo status di non eletto, in aperto contrasto alcuni dei capisaldi dei proponenti. Si è ricominciato a parlare di Di Maio come Premier, ma è evidente come questa soluzione presenti problemi di equilibrio tra le forze politiche.
Difficile dire se sia stato questo passo indietro sul varo dell’esecutivo a ridare un po’ di fiato agli asset italiani (personalmente non vi vedo alcuna good news). Sta di fatto che le ricoperture sono riprese, e i consuntivi odierni vedono Milano chiudere in recupero e lo spread cedere 10 basis points.
Generalmente positivi gli altri indici, con il Dax ai massimi da fine gennaio. Diversamente dagli asset italiani, il settore bancario europeo non si è più guardato indietro e ha chiuso sui massimi di seduta in guadagno di oltre 2 punti. A 2 ore dalal chiusura Wall Street non ha ancora deciso la direzione.
Come accennato sopra, domani, oltre alle ultime news politiche italiane abbiamo i PMI flash di maggio dove l’America è chiamata a confermare le survey regionali (in atttesa degli ISM) e l’Eurozone potrebbe dimostrare un minimo di riaccelerazione dell’attività economica dopo le delusioni di febbraio e marzo e la parziale stabilizzazione di Aprile. L’€ ha perso il 5% nell’ultimo mese, ma forse è presto per avere un impatto sulle survey. Il consenso punta prudentemente ad una sostanziale stabilità.
In serata si torna a parlare di FED, con la pubblicazione delle minute FOMC.