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Nuova ondata di risk aversion produce un rimbalzo dei bonds

Lampi di colore 985

Continuano i sussulti dei mercati globali, dopo il crash di Lunedi. Ieri una Wall Street che era arrivata a recuperare ben oltre un punto percentuale, ha chiuso in passivo di 0.6% dopo un finale convulso (-1% negli  ultimi minuti). Con il Vix rientrato temporaneamente su livelli meno inconsueti, il focus è tornato sui tassi,  e cosi la  debole asta di decennali treasury, che ha riportato  i rendimenti sopra 2.8%, non è passata inosservata.
Al congresso US è stato  annunciato un accordo bipartizan sul budget che include una sospensione per 2 anni del debt ceiling, e  300 bln di spesa pubblica, il  grosso della  quale  da destinare alla difesa. L’accordo prevede una proroga del  funding fino al 23 marzo per permettere di elaborare i dettagli della legge. Non è completamente scontato  il passaggio alla House of Representatives, dove potrebbe incontrare qualche difficoltà. Giorni fa, un deal del genere avrebbe alimentato ottimismo per  l’impatto sulla crescita US (0.8% secondo Citigroup nel 2018),  ma  al momento preoccupano di più i 120 bln di deficit in più da finanziare per  ognuno dei prossimi 2 anni.

La seduta asiatica ha comunque avuto un andamento contrastato. Il recupero del dollaro ha restituito un po’ di colore a Tokyo, mentre il rimbalzo di Seul e Mumbai è stato attribuito allo scarico  dell’ipervenduto di breve, un fenomeno che non ha aiutato, però, le “H” shares cinesi che a 5 giorni perdono quasi l’8%. Negative anche le “A” shares cinesi, sulle quali sembra aver pesato l’avanzo commerciale inferiore alle attese a seguito di un esplosione delle importazioni (probabilmente distorto dall’incombere del capodanno cinese). Oltre a ciò, Reuters ha riportato che le autorità avrebbero deciso un allentamento dei controlli di capitale istituiti 2 anni fa. L’interpretazione è  che il Governo stia tentando di attenuare la pressione rialzista sulla divisa, che infatti ha ceduto terreno.

L’apertura europea ha comunque “sentito” la discesa di Wall Street ieri sera. In temporanea controtendenza le banche, supportate dal rialzo dei rendimenti, e da alcuni buoni risultati di primari istituti (Socgen, Intesa Sanpaolo, Commerz, Banca BPM). Poche le news macro, con la bilancia commerciale tedesca a mostrare un surplus inferiore alle attese a gennaio,  anche qui grazie a forti importazioni.
In US, i jobless claims hanno continuato a segnare minimi record, con la media a 4 settimane ai minimi  dagli anni 70 a 230.000 unità.
Una Bank of England assai piu aggressiva delle attese (“la politica monetaria dovrà essere inasprita prima del  previsto  se  l’economia si evolve come ci attendiamo”) ha dato supporto alla sterlina, e soprattutto ha impresso un’altra spinta rialzista ai tassi globali.
Ciò ha offerto a Wall Street e all’azionario globale un pretesto sufficiente per riprendere bruscamente la via del ribasso.
Cosi, con Wall Street giù di oltre un punto, la  chiusura europea è stata decisamente  pesante, sui minimi di seduta. E a mercati continentali chiusi il movimento sta continuando, con il  Vix che ha superato di nuovo quota 30. Evidentemente, l’eccesso di positioning che ha generato la  correzione non si è,ancora esaurito.
Ironicamente, la nuova esplosione di risk aversion ha prodotto un rimbalzo dei  bonds, con il  risultato che i rendimenti US ed Eurozone Core sono quasi invariati.  Ma è comunque significativo che storni del genere da parte dell’azionario non producano che un ritracciamento dei rialzi nei tassi.
Su queste basi, il test dei minimi segnati tra lunedi e martedi, potrebbe avvenire nelle prossime ore, e il risultato indicare se possiamo avere una nuova gamba ribassista, o la  volatilità è  destinata nel breve a rientrare,  ipotesi che personalmente trovo ancora leggermente favorita.

Come nota Citigroup nel grafico sotto, la correzione attuale (-12% dal  picco al minimi di lunedi, misurata col future) è ormai in linea con vari altri episodi degli ultimi 7 anni. Da differenza di alcune delle precedenti, questa non ha una motivazione fondamentale ben precisa, al  di la del  rialzo dei rendimenti. Vi hanno però contribuito l’iperestensione del rialzo e l’assenza totale di volatilità  che la hanno preceduta. Ciò  detto, gli elementi in nostro possesso per ora non sembrano indicare la necessità di una correzione significativamente più forte di quelle osservate dopo la grande crisi.

Lampi di colore 986