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Il calo delle tensioni spinge le borse globali… I tassi reagiscono alle sorprese sul fronte inflazione

Lampi di Colore 785

Continua la fase positiva  sui mercati favorita dalle news della fine della scorsa settimana (Deal Trump Democratici sul Debt Ceiling) e del Week end (Uragani/Nordcorea). Ieri sera la seduta a Wall Street è finita in gloria col nuovo massimo dell’  S&P 500, e la  miglior seduta da 3 mesi.
Personalmente, attribuisco il  miglioramento del  sentiment maggiormente all’accordo che ha rinviato le questioni fiscali a dicembre, sgravando settembre dalla pressione delle deadline.
Per quel che riguarda la NordCorea, non ci sono stati altri lanci, ma nemmeno particolari sviluppi positivi. Difficile  che le sanzioni approvate ieri sera dall’ ONU ridicano il regime a più miti consigli. Al  contrario, è probabile che causeranno altre sfide da parte di Pyongyang. La situazione resta intricata.
Sul fronte uragani, aver evitato  il  “worst case scenario” è sicuramente un ottima  cosa ma in realtà un analisi degli episodio precedenti mostra che l’impatto  sulla crescita di questi cataclismi viene recuperato nei trimestri successivi mentre quello sull’inflazione è moderatamente positivo. Quel che è certo che i dati macro dei prossimi mesi risulteranno assai meno affidabili a causa di Harvey e Irma.

La seduta asiatica stanotte ha effettuato  un prevedibile catch up con l’euforia di ieri in Eurozone e US. Il robusto calo dello yen ha levato  pressione a Tokyo, che ha continuato a recuperare il recente gap con le altre piazze. Più moderati i guadagni per gli altri indici, che forse guardano con un po’ di sospetto alla stabilizzazione dei tassi US e  del  $. Non è  un mistero che il  comparto emergenti ha beneficiato parecchio in termini di flussi dalla discesa dei tassi US e dalla debacle del biglietto verde.

La seduta europea è  ripartita da  dove si era interrotta ieri, con azionario in denaro, banche sugli scudi, € in ulteriore discesa contro dollaro.  Rispetto a ieri, si è  fatta più forte la  reazione dei rendimenti Eurozone,  che hanno preso a salire con molta più  convinzione rispetto  le  scorse sedute.
A levare supporto ai bonds,  presumibilmente,  una crescente tendenza dei CPI di agosto a sorprendere al  rialzo. Infatti dopo i citati dati  cinesi di ieri,  oggi hanno battuto le  stime nell’ordine il CPI svedese di agosto, quello UK (insieme col PPI) e quello indiano. Un comportamento sospetto in vista dell’attesissimo dato di CPI US in arrivo dopodomani,  che precede di meno di una settimana il  FOMC di settembre. Vedi mai che dopo 5 sorprese negative ne arriva una positiva? Di sicuro, i tassi monetari e il fixed income US non sono prezzati per un outcome del genere, nonostante il  recente rimbalzo.

Sui bonds europei ha forse pesato l’attenuarsi delle aspettative di prolungamento del  quantitative easing seguite alla conference di Draghi della scorsa settimana. D’altronde, se il sentiment migliora e  l’€  cala, aumenta la probabilità  di un tapering più  incisivo a ottobre. Qualcuno ha visto anche qualche minaccia in questo senso nel discorso di Constancio di oggi, quando ha dichiarato che l’ECB continuerà ad utilizzare la forward guidance “in una certa misura”.
Il brusco rimbalzo dei rendimenti ha messo un freno alla discesa dell’€, il che ha finito per temperare marginalmente l’esuberanza dell’azionario europeo.  Brusco il rimbalzo della sterlina in seguito alla sorpresa  del  CPI.

In US, in attesa del  CPI giovedi oggi sia lo  small business optimism di agosto che i job openings di luglio hanno ben figurato, segnalando entrambi un mercato del  lavoro sempre  più  vicino alla piena occupazione.  Sul  fronte politico, Mnuchin ha cercato di rafforzare le speranze sulla  riforma fiscale  sostenendo che spera ardentemente di vararla entro l’anno, e che potrebbe essere retroattiva. Dichiarazioni del genere sarebbero state salutate da un impennata di borse e $ 7/8 mesi fa.  Non oggi.

In ogni caso, Wall Street sta costruendo sulla performance di ieri, ha fatto nuovi massimi nel durante e l’ambita quota 2500 punti di S&P  500, con la quale flirta da metà  luglio,  sembra a portata di mano. E un lieve calo nel finale non ha impedito all’Eurostoxx di chiudere ai massim da un mese.

Sul fronte tecnico, per l’S&P 500 un progresso  oggi costituirebbe un follow through del breakout di ieri, e quindi un segnale positivo. Va notato che gli  ultimi breakout di questo tipo (circoli gialli nel grafico) hanno effettivamente confermato  il trend rialzista,  ma ottenuto movimenti tutt’altro che esplosivi.

Lampi di Colore 784