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Rischi geopolitici e elezioni unici catalyst… Melenchon recupera

Lampi di Colore 577

Quella che inizia è una settimana corta per le festività di Pasqua, e povera di dati macro, come al solito dopo quella che culmina con i dati occupazionali US, tipicamente pubblicati il primo venerdi del mese. Come tale dovrebbe avere un attività ridotta ed una price action quieta, specie in questo periodo in cui anche le settimane regolari si sono rivelate poco volatili.

A confondere le acque possono però arrivare news politiche sia dalla Francia (primo round elezioni presidenziali tra meno di 2 settimane) che dagli USA, visto l’avvicinarsi della deadline per l’approvazione del budget, nonchè termine dei “primi 100 giorni” di Trump alla Casa Bianca. E’ tempo di bilanci e il carniere di The Donald mi pare vuotino, sui tempi interni. E poi c’è la geopolitca, con la questione siriana, con impatto sui rapporti USA – Russia e quella nordcoreana che costituisce uno dei nodi nelle relazioni tra USA e Cina.

Cominciando da queste ultime, il meeting tra Trump e il Presidente XI ha avuto un decorso tutto sommato positivo. Al di la delle cordialità espresse dai leaders, è stato stabilito di dedicare i prossimi 100 giorni ad un piano per ridurre lo sbilancio commerciale (sperando che siano più produttivi dei primi 100 giorni di Trump), ed è stato elaborato un nuovo schema di negoziazione su varie questioni, supervisionato direttamente dai leaders. La questione del livello della divisa cinese è stata diplomaticamente accantonata, in attesa che il Tesoro US decida a breve se etichettare o meno la Cina un “currency manipulator”.
Resta la questione della Corea del Nord, sulla quale i Cinesi non hanno ufficialmente risposto alla dichiarazione di Trump di mettere ordine. Nel week end una portaerei US si è diretta verso la penisola coreana, anche se il Segretario di Stato Tillerson ha dichiarato che gli USA non sono interessati ad un cambio di regime a Pyongyang.

La seduta asiatica ha avuto un tono opaco. Se Tokyo ha reagito al rimbalzo del $/Yen, il resto dei principali indici ha mostrato variazioni marginalmente negative o stabilità, ad eccezione di Sydney (Seul per ovvii motivi). In Cina una certa attenzione ha suscitato un inchiesta sul capo dell’agenzia di sorveglianza alle assicurazioni.

L’Europa ha provato ad aprire col piede giusto, ma apparentemente sul sentiment hanno impattato nuove evoluzioni nei sondaggi in Francia. La media di 3 poll pubblicate nel week end (BVA, Harris Interactive, Odoxa) mostra Macron e la Le Pen in calo (rispettivamente a 23.5% e 23%), mentre Fillon recupera a 18.8%. Ma è il candidato della Sinistra Radicale Melenchon a fare il balzo più grosso, salendo a 18.3% in quello che sembra un sostanziale allargamento a 4 della corsa al secondo round. L’eventuale approdo di Melenchon tra i papabili apre a 2 scenari invisi al mercato.:
** un secondo round Le Pen – Melenchon, partita tra euroscettici (la Kantar Sofres poll vede favorito Melnchon 57% a 43%)
** uno scontro Macron Melenchon in cui al primo la Kantar Sofres poll attribuisce la vittoria, ma solo 53% a 47%, in altre parole un margine non a prova di bomba.

Se il momentum di Melenchon continua, aspettiamoci un po’ di volatilità sugli spread e sull’azionario nel run up verso il primo round di Domenica 23.

La risk aversion si è notata nell’allargamento degli spreads vs bund (6 bp la Francia, 4 l’Italia), la debolezza dell’azionario continentale, e quella relativa del settore bancario. Meno evidente l’impatto sulla divisa unica, che però veniva da un calo significativo, e dal punto di vista tecnico è alle prese col supporto in area 1.055-06.

L’apertura di Wall Street è stata positiva, ma in coincidenza con la chiusura europea, una sedicente organizzazione per il monitoraggio dei rischi nucleari  denominata Defconwarningsystem ha riportato in un tweet  che la Cina stava accumulando 150.000 truppe al confine con la Corea del Nord, in previsione di un attacco US. Ciò ha mandato in marginale negativo Wall Street ed è costato qualche frazione di punto all’Eurostoxx in chiusura. Successivamente la notizia è stata categoricamente smentita dal portavoce cinese del Ministero Degli Esteri nell’ambito di una conferenza stampa (seconda domanda) e l’S&P ha recuperato larga parte del calo.

Come accennato sopra, in termini di dati macro la settimana è tranquilla.
Domani in Eurozone abbiamo la produzione inbdustriale di marzo e lo Zew, mentre in US il NFIB small business optimism ci dirà se il flop di Trump e le ridimensionate ambizioni sulla riforma fiscale hanno un impatto sul loro sentiment. Mercoledi abbiamo PPI e CPI cinesi. Giovedi sempre in Cina il trade balance di marzo. Venerdi abbiamo in US CPI e retail sales di Marzo (occhio al clima, dovrebbero essere brutte) ma tanto i mercati sono chiusi.

Il calendario riprende vita dopo Pasqua, con le varie survey di Aprile.  Dopo i dati un po’ misti di marzo in US, i mercati vi guarderanno con parecchia attenzione, Infatti, in seguito al ridimensionamento delle ambizioni di stimolo fiscale finanziato con deficit o con i tagli alla sanità e in generale le difficoltà di Trump, la tenuta dell’accelerazione ciclica risulta ancora più importante per le prospettive dell’azionario.