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Lampi di Colore

Lampi di Colore 107

NB: Oggi il tempo è tiranno per cui massima sintesi.

Brusca inversione di tendenza del sentiment nelle ultime ore, dopo che il disastro di ieri aveva avuto degna conclusione con il calo più forte per Wall Street da febbraio scorso (-1.2%).

Un modesto rimbalzo del $/Yen ha contribuito ad attenuare la negatività fin dalla seduta asiatica. La performance di Tokyo e degli altri indici dell’area sottostima l’entità del rimbalzo, in quanto questi avevano chiuso prima che si scatenasse la bufera ieri. Nondimeno, spicca l’apaticità di Shanghai, che risulta in controtendenza insieme a Sydney. Vediamo come saranno i dati cinesi nei prossimi giorni (Investimenti, aggregati monetari, e vari dati macro di marzo).

Difficile dire cosa abbia arrestato l’ascesa dello Yen, visto che non sono comparse novità all’orizzonte. Ma come osservato ieri, l’ipercomprato sulla divisa giapponese era stratosferico. La questione resta aperta ovviamente. In assenza di provvedimenti nuovi attacchi della speculazione sono probabili. Ma se non altro la pausa da più tempo per organizzare la difesa.

Detto dello Yen, quello che non può essere in alcun modo definito modesto è il rimbalzo del petroli, che ha acquistato ulteriore momentum in giornata (+6% mentre scrivo).
Difficile dire cosa abbia scatenato tanto entusiasmo. Le scorte EIA di greggio hanno mostrato il primo calo da diverso tempo mercoledi. Sui media si inseguono indiscrezioni sulla possibilità di un accordo per bloccare la produzione ai livelli di gennaio anche se l’Iran non partecipa. Ma che valore può avere un simile accordo? Forse la telenovela OPEC sta coprendo dinamiche domanda/offerta meno immediate ma più controllabili come l’impatto del crollo degli investimenti sulla produzione US nei prossimi trimestri, e la potenziale salita della domanda.

In Europa, il recupero del sentiment è stato apparentemente aiutato da buone notizie sul fronte bancario. In Italia, le indiscrezioni sui veicoli sponsorizzati dal Governo per supportare le ricapitalizzazioni e l’acquisto dei non performing loans che già circolavano ieri si sono arricchite, con la possibilità che il primo prenda vita la prossima settimana, in tempo per coprire l’aumento di capitale della Vicenza. In questo modo il circolo vizioso tra ricapitalizzazioni obbligatorie e valutazioni delle banche si spezzerebbe.
Personalmente, sulla base delle informazioni disponibili, ritengo che metà del rally odierno poteva avvenire ieri. Speriamo che effettivamente gli schemi vedano la luce nel week end, altrimenti questo rally di short covering svanirà come quelli che lo hanno preceduto.
Vale la pena di ricordare che il complesso schema messo insieme in America nel 2008 per rilevare i toxic assets dalle banche coi soldi della TARP, il Public Private Invetment Program non è mai entrato veramente in funzione, se non per importi limitatissimi. Il problema era simile a quello che si affronta in Italia: ai livelli proposti, le banche non avevano alcuna convenienza a disfarsi degli asset.
Una volta ricapitalizzati gli istituti, il problema è sparito. E se non erro, nel complesso la TARP è stato un affare per il Tesoro US.

Prevedibilmente, l’impatto del risk appetite sulla parte lunga delle curve e sulle attese di inflazione ha contribuito a estendere il sollievo all’intero settore bancario europeo (+2.95%).
A seduta europea chiusa, il rientrare del rally del $/Yen sta levando vigore al sentiment. In ogni caso, la reazione odierna, avvenuta per molti asset in corrispondenza di rilevanti livelli tecnici, è una buona notizia essa stessa.