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Lampi di Colore

Lampi di Colore 83

Un altra seduta decente per l’Asia stanotte, nonostante il tono dei PMI services nell’area non sia stato migliore di quello osservato giorni fa per i PMI manufatturieri.
Iniziando dalla Cina, Il PMI markit services di febbraio ha rallentato nuovamente (51.2 da prec 52.4) portando il Composite marginalmente sotto la soglia di contrazione (49.4 da prec 50.1). Spaziando tra gli altri, pesante il calo di quello indiano (51.4 da 54.3), e ugualmente mediocri Giappone (51.2 da 52.4) e Singapore (51.6).
Peraltro, l’attenzione è dirottata  sul Congresso del Partito che inizia sabato, a caccia di indizi di nuovo stimolo fiscale, ragion per cui questi dati, sono considerati un po’ “old news”.

Oltre a ciò, e nonostante i dati mediocri, si sta diffondendo nell’area un sentore di miglioramento imminente del quadroi macro cinese, basato su alcune “evidenze empiriche”.
Intanto il rame e il materiale ferroso stanno dando segnali di bottom. In particolare il primo ha recuperato oltre il 10% dai minimi di gennaio, disegnando quello che sembra un testa e spalle rialzista (vedi grafico), e, udite udite, è marginalmente positivo da inizio anno.

Lampi di Colore 82

Segnali di recupero da parte delle commodities più correlate col ciclo cinese (non a caso non avevano fatto che scendere dalla primavera scorsa) potrebbero preannunciare il famoso rimbalzo congiunturale che si attende da tempo. Un altro potenziale indizio è l’esplosione del credito osservata nei aggregati monetari di gennaio, normalmente indicativa di un accelerazione degli investimenti. Alla fine, non ci sarebbe troppo da stupirsi se le robuste erogazioni di stimolo monetario e fiscale iniziassero a produrre qualche effetto. Naturalmente l’intera regione ne beneficerebbe assai.

Cosi si spiega, a mio modo di vedere, la nonchalance con cui i mercati asiatici hanno preso la grandinata di PMI deludenti degli ultimi giorni. Non che il rafforzamento dello Yuan abbia guastato, s’intende. Detto questo, può essere esso stesso un sintomo del miglioramento del sentiment, nella misura in cui può indicare un calo dei deflussi di capitali. Di fatto, lo Yuan offshore si è indebolito significativamente da metà seduta europea in poi.

La seduta europea è partita con tutti i crismi del movimento di consolidamento. Ha rapidamente dilapidato il guadagno legato al balzo finale di Wall Street ieri sera, è si è inserita in un movimento laterale con volumi ridotti. Ciò detto, i temi dei giorni scorsi, ovvero forza sui settori bancario, resources e auto, sono continuati.
I PMI europei servizi e composite di Febbraio non hanno offerto particolari sorprese (come noto il grosso del messaggio arriva a metà mese con i dati flash, e queste sono le revisioni). Al solito le revisioni hanno ridimensionato la Francia, e upgradato la Germania, mentre, tra i dati non ancora noti, l’Italia ha sorprendentemente mostrato un miglioramento (53.8 da 53.6) mentre la Spagna è scesa (54.1 da 54.6) ma resta su un livello lusinghiero.
Il dato europeo Composite di febbraio ha visto una (neanche tanto) marginale revisione in positivo (+0.3 a 53) che ne limita il calo da gennaio a solo 0.5. La survey resta coerente con una crescita trimestrale di 0.3%.  Piccola consolazione, ma nulla che possa mutare il quadro che si presenta all’ECB giovedi prossimo.

Il vero event risk sul fronte survey era al pomeriggio, con la pubblicazione dell’ ISM non manufactoring di Febbraio, particolarmente atteso dopo il brusco calo di gennaio. Un dato pesante avrebbe messo un po’ in discussione i recenti sviluppi positivi osservati in US. La debolezza registrata nel meno seguito PMI non deponeva bene e il mercato era un po’ nervoso.

Invece il dato è uscito più o meno sui livelli del mese scorso (53.4 da prec 53.5  e vs attese per 53.1). Tra i sottoindici, in calo di un punto i new orders, e di ben 2.4 punti l’employment,  che passa sotto  il livello di contrazione. Buono per contro il general business activity index, tornato 57.8.
Insomma, nulla che possa minare l’aria di stabilizzazione del ciclo che si respira negli USA. Nello stesso tempo, la debolezza dell’Employment (eventualmente un prodotto della volatilità sui mercati e del clima incerto degli ultimi 2 mesi) a meno di smentite dal labour market report di domani, è almeno in parte gradita, perchè leva un po’ di pressione alla Fed. Non a caso, il $ ha accentuato  la ritirata iniziata stamattina, e i treasury sono rimbalzati.
Wall Street non ha aincombono  i payrolls e la prudenza è d’obligo, specie dopo aver recuperato quasi il 10% dai minimi di metà  febbraio.