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Lampi di Colore

Lampi di Colore 12

Le ultime ore hanno fornito numerosi esempi di questi sforzi, con il presidente della Fed  di Atlanta Lockhart  a dichiarare ieri sera che il rialzo dei tassi sarà più lento e “halting” (qualunque cosa intenda) che in passato, e che il mercato e il pubblico sono stati “ben preparati” alla mossa. Il vicepresidente FOMC Fischer è andato oltre oggi, dichiarando che la Fed ha fatto tutto il possibile per non prendere di sorpresa mercato e governi esteri col primo rialzo dei tassi dal 2006, al punto che diversi Governatori di banche centrali di paesi emergenti e non,  hanno ripetutamente invitato la Fed a “farlo e basta”. Il presidente della Fed di New York ha dichiarato che “l’effetto sulla Cina sarà minimo”.
Al momento, l’opera di convincimento sembra coronata dal successo, se è vero  che a meno di un mese dal meeting del FOMC, i mercati sembrano aver ritrovato compostezza, in particolare mercati e divise emergenti.

La seduta asiatica è stata tranquilla e povera di spunti. Indici  generalmente poco mossi se si esclude il rialzo di Hong Kong.
L’apertura europea è stata gratificata da un nuovo discorso assai munifico in termini di promesse di nuove misure di politica monetaria da parte di Draghi (al Frankfurt Banking European Congress):
** L’ECB dispone dei mezzi per aumentare lo stimolo monetario. Si tratta di calibrare l’azione alle esigenze.
** A tale proposito vi sono 3 rischi rilevanti: i) la crescita globale ai minimi dal 2009 ii) la debolezza della ripresa, assai inferiore come momentum ai precedenti episodi iii) il protrarsi del periodo necessario a recuperare i livelli pre crisi, che può  impattare sulla confidence di aziende e consumatori e quindi sull’inflazione.
** Nel considerare l’ opportunità di erogare nuovo stimolo monetario, si terrà conto del fatto che la disinflazione si è protratta a lungo, e della necessità che l’inflazione torni, e si stabilizzi, al target.

Draghi ha concluso l’intervento con una frase ad effetto: se decidiamo che lo stimolo è insufficiente, faremo ciò che dobbiamo per far salire l’inflazione più  presto possibile (“… we will do what we must to raise inflation as quickly as possible.”)

Per dirla con un vecchio amico trader, il Presidente ECB avrebbe potuto sembrare più determinato solo se avesse parlato da un elicottero in volo. La battuta si riferisce alla famosa metafora di Friedmann, con cui comunemente  si raffigura la politica monetaria più  reflazionaria possibile : stampare banconote e distribuirle alla popolazione da un elicottero.

Peraltro, come osservato  ieri, al momento i mercati europei sembrano incapaci di prezzare ulteriore stimolo monetario. L’effetto si è notato soprattutto sulla divisa, eventualmente grazie all’accenno nel discorso all’efficacia del livello del tasso di deposito, che lascia intendere un taglio più profondo dei 20 basis points prezzati attualmente dai tassi monetari. I rendimenti dei bonds si sono compressi ulteriormente, salvo restituire qualcosa nel finale.
Marginale l’effetto sull’azionario continentale, ancora zavorrato dalle banche.

Il settore bancario sembra soffrire proprio delle crescenti attese di taglio del tasso di deposito, visto come una tassa per gli istituti, che depositano ingenti quantità di liquidità presso l’ECB, e che vedono il margine di interesse compresso dai tassi bassi. Personalmente, ritengo che questi effetti saranno più che controbilanciati, a tendere, dal miglioramento degli asset sui bilanci bancari, derivante dalla ripresa europea. L’eventuale calo dei non performing loans condurrà a massicce riduzioni degli accantonamenti, liberando risorse, mentre i bassi margini potranno essere in parte compensati dalla crescita dei volumi di loans (e dall’aumento delle fees).
Per il momento però il mercato è più concentrato sugli effetti perversi del tasso di deposito negativo. E ciò deprime una piazza come Milano, ad alto contenuto bancario, mentre il Dax, che ha poche banche, respira (dopo aver sofferto parecchio per la Cina e Volkswagen però).
In generale, mi attendo che gli asset europei smaltiscano in tempi abbastanza brevi l’indigestione di attese di easing, e riprendano a performare meglio degli altri mercati, per lo meno nelle fasi neutro/positive di sentiment. Anche perchè dubito che Draghi abbia intenzione,  il 3 Dicembre, di deludere le attese che sta febbrilmente alimentando.