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Lampi di Colore

La giornata dell’ECB è iniziata con un sentiment discreto, nonostante la la debolezza di Wall Street ieri sera. Il merito va principalmente ai mercati azionari cinesi che,  mettendo a segno, dopo qualche titubanza, un discreto rimbalzo, relegano a episodio isolato la slavina di ieri. Eventualmente, al mood può aver giovato il China Business Indicator di Market News per ottobre, rimbalzato di 4.3 punti a 55.6, seconda miglior lettura del 2015.
In realtà la  performance del resto dell’area asiatica è a macchia di leopardo, anche perchè alcuni indici hanno chiuso prima che comparissero i compratori a Shanghai.

L’effetto Cina si è notato soprattutto all’apertura europea, avvenuta con gli indici marginalmente positivi (dopo i primi scambi) nonostante l’azionario US si fosse indebolito di 0.75% dopo la chiusura continentale ieri sera.  Ciò detto, supporto agli indici è sicuramente venuto anche dalla buona qualità generale delle trimestrali europee pubblicate stamattina (Akzo Nobel, Roche, Orange, Pernod, Daimler…. ).
Dopodichè, gli  asset europei si son messi ad aspettare al  Conference ECB mostrando la consueta price action laterale, caratterizzata da volumi ridotti.

Superato senza novità l’appuntamento delle 13.45 (comunicazione dei livelli dei tassi) le sorprese sono arrivate alle 14.30.

In sintesi, gli aspetti che rendono questa Conference assai più accomodante delle attese sono 3:

1) Nello statement, Draghi ha esordito sottolineando i rischi per lo scenario macroeconomico e quello inflattivo derivanti dagli sviluppi sui mercati finanziari e sulle commodities. Per questo motivo il livello di stimolo monetario dovrà essere riesaminato a Dicembre, quando si renderanno disponibili le nuove Staff projections. Con questa nota, quasi in apertura di statement, il presidente ECB è sembrato voler preannunciare un azione a Dicembre.

2) Nella sessione di Q&A Draghi ha ammesso che vi è stata un ampia discussione sulla possibilità portare ulteriormente in negativo il tasso di deposito (attualmente fissato a -0.2%). Qui siamo di fronte ad un significativo cambio di atteggiamento, visto che in passato era stato più volte ribadito che i tassi avevano raggiunto il loro “limite inferiore” (lower bound).

3) Sempre nel Q&A , Draghi ha rafforzato il messaggio di urgenza, dichiarando che l’atteggiamento attuale non è di attesa (wait and see) ma di attività ed esame (work and assess), e che alcuni membri avrebbero voluto muoversi oggi, sebbene non fossero la maggioranza. Sembra evidente l’intento di mostrare un governing Council impegnato a decidere non se agire, ma cosa fare.

Per quanto ottimista, il mercato non poteva attendersi tanta determinazione, e la reazione è stata maestosa:

** La divisa unica è piombata giù come un sasso, chiudendo la seduta europea con 2 figure piene di deprezzamento rispetto al $, e 1.2 contro sterlina.
** I bonds europei hanno visto i rendimenti crollare sui minimi di periodo, guidati dalla periferia. Lo spread Bunf BTP è tornato prepotentemente sotto i 100 basis points, livello violato solo brevemente a marzo scorso.
** L’azionario europeo è partito al rialzo senza guardarsi più indietro, per chiudere la giornata sui massimi da agosto scorso, trascinandosi dietro gli altri mercati.

Chiudo con qualche considerazione a caldo:

** Difficile attendersi di più da Draghi oggi. Il Presidente ECB è andato oltre le più rosee aspettative, il che spiega l’entità della reazione. Ciò detto, a mio modo di vedere una parte dell’esuberanza deve essere ascritta anche ad un posizionamento ancora scarico e difensivo, che costringe gli investitori a rincorrere gli asset. Evidenza di cià la da la forza di Wall Street, indolente negli ultimi giorni, a fronte di un dollaro che guadagna quasi il 2% contro € e 1.2% in generale (dollar index). A bocce ferme, corporate america non ha tanto da rallegrarsi dell’aggressività di Draghi. Ma l’S&P sale dell’1.5%. Interessante vedere se ci saranno ripensamenti nelle prossime ore.

** La rincorsa agli asset è alimentata dall’incombere, tra 8 giorni, del meeting BOJ. Se Draghi ha sorpreso un consenso già ottimista, cosa potrebbe fare Kuroda ad un consenso sicuramente più bilanciato? Improvvisamente ci si rende conto che le banche centrali sono al contrattacco, e l’easing globale nuovamente in aumento.

** Peraltro, molta di questa forza è “presa a prestito”, se mi si concede il termine. Se nelle prossime settimane il quadro macroeconomico e/o inflattivo dovesse migliorare, la cosa potrebbe non essere troppo evidente sui livelli degli asset, se ciò dovesse ridurre le probabilità di incremento dello stimolo.

** Ciò detto, grazie alla fiammata odierna, parecchi indici hanno ragione delle resistenze che fin qui li hanno contenuti (sto pensando all’Europa ma non solo).  Ciò migliora ulteriormente il quadro tecnico nel breve.