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Lampi di Colore

Vista la chiusura loffia di Wall Street ieri sera, appena sopra il supporto, un Asia cosi spumeggiante stamattina ha costituito una discreta sorpresa. In realtà, come osservavo ieri, i paesi emergenti hanno tutto da guadagnare da un rinvio del rialzo dei tassi Fed, che non avvenga per colpa loro, ma sia legato a questioni interne (almeno finchè tali questioni non diventano cosi serie da minacciare l’economia globale).
Il vero  inedito è la concomitanza di un forte rafforzamento dello yen (oltre  1% in meno di 24 ore, e massimo dal 25 agosto), con un rally dei risk assets (Tokyo compresa). Normalmente i rally della divisa giapponese corrispondono ad altrettante fiammate di risk adversion, vista la sua tradizionale funzione di finanziatrice di carry trades ( tassi languono nei pressi di zero da circa un ventennio). Ciò le è valso la funzione di termometro del risk appetite, un aspetto che non si è attenuato in tempi recenti, nonostante ormai ci sia l’imbarazzo della scelta in termini di divise a basso costo di indebitamento.
L’anomalia si giustifica in parte col fatto che essendo  il calo del dollaro una conseguenza del recedere delle attese di rialzo dei tassi in US, in questa fase il mercato premia maggiormente il sollievo che questo porta agli emergenti rispetto alle conseguenze che comporta per la leva nel sistema e l’efficacia delle politiche monetarie di BOJ ed ECB. Dall’altro lato la forza dello yen sembra un invito a Kuroda a uscire dalla sua torre d’avorio e affrontare la necessità di ulteriori ritocchi al policy mix.

Su queste basi, il rimbalzo delle borse asiatiche è stato robusto, guidato dagli indici cinesi che stanno emergendo dai recenti consolidamenti, e corredato da un rafforzamento di quelle divise libere di fluttuare.

Una seduta europea partita già bene ha poi ottenuto ulteriore supporto dalle dichiarazioni del membro ECB Nowotny, il primo a scendere in campo a difesa dell’€ dopo il recente rafforzamento. Il Governatore della Banca Centrale Austriaca ha dichiarato che l’ECB sta chiaramente fallendo sul target dell’inflazione, aggiungendo che sono necessari “nuovi strumenti” per consentire all’ECB di avere successo (per quanto questa notazione ha a che vedere con riforme strutturali a carico dei governi). Lo step up nella retorica da l’impressione di un ECB sul piede di guerra giovedi prossimo. Salgono le probabilità che Draghi segnali qualcosa in arrivo per Dicembre, eventualmente utilizzando il collaudato sistema di indicare le staff projections, in pubblicazione a quel meeting, come arbitro per l’erogazione di ulteriore stimolo. E’ evidente che un certo deterioramento dello scenario macro e sui prezzi è intervenuto.

Immediata la reazione dell’ €, che ha ritracciato rapidamente parte dei guadagni di ieri, arrivando a perdere l’15 nei confronti dello yen, rimasto in attesa di eventuali news dalla BOJ, e quasi altrettanto contro la sterlina.

Good news anche sull’importante fronte Cinese: gli aggregati monetari di settembre mostrano erogazione di credito di settembre 100 bln yuan sopra attese, a 1.3 trilioni. Spettacolare la crescita delle emissioni in corporate bonds, in salita di 373 bln.
Oltre a ciò, il colosso dei consumer good Unilever ha riportato una crescita dell’8.4% dei ricavi negli emergenti, alimentati da un recupero in Cina. Dai risultati aziendali balza agli occhi la progressiva metamorfosi della domanda cinese, con Caterpillar, LVMH, Burberry e altri titoli del lusso che segnalano debolezza, e Nike e Unilever che riportano forza. In generale sembra che gli sforzi delle autorità inizino a produrre effetti.

Il buon newsflow ha consentito all’Europa di terminare la mattinata con buoni progressi. Nel pomeriggio il CPI US ha riservsato, per una volta una sorpresa positiva, con il dato core marginalmente sopra attese (0.2% vs 0.1% atteso) e anno su anno non più cosi lontano dal target FED (1.9% vs attese per 1.8%), anche se la FED guarda il Core PCE, che gira ancora in area 1.3%, depresso dal healthcare. Al solito è la componente servizi a trainare il dato.
Ciò insieme a jobless claims migliori delle attese, che continuano a non recare traccia della recente debolezza dei payrolls, ha offerto un ulteriore supporto al $, che ha recuperato marginalmente anche contro Yen. Meno positivi NY Empire e Philly Fed di ottobre. ma ormai in US dati mediocri son diventati nel breve la norma. Miste le trimestrali,  con Goldman sotto attese e Citigroup sopra.
A temperare un po’ l’entusiasmo a Wall Street ci ha pensato il petrolio, al quarto giorno di calo a fila, dopo il più grosso incremento di scorte da aprile. La debolezza dell’oro nero di questi tempi ha un impatto triplice, sugli emergenti produttori, sulle attese di crescita e sul high yield US. Detto ciò, oggi il sentiment sembra impermeabile, tant’è che Wall Street appare impegnata a ripristinare un po di distanza dal suo supporto.