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Lampi di Colore – 5 Ottobre 2015

Venerdi sera, il discreto recupero messo a segno nell’ultima ora di contrattazioni in Europa si è trasformato, a mercati europei chiusi, in una frenetica corsa all’acquisto, che ha prodotto, per l’S&P 500, un solido +1.43%. Notevole l’escursione dell’indice che, dopo aver superato l’1.5% di perdita poco dopo l’apertura, ha guadagnato d’un fiato bel 57 punti. Se, come già osservato, la reazione iniziale ai payrolls US di Settembre è stata un po’ troppo emotiva e superficiale, è altrettanto evidente che il rally delle ultime ore ha più a che vedere con violente ricoperture causate da un eccesso di pessimismo generale che non con la rilettura del dato, che da solo, non giustifica tutta questa euforia. Non a caso, Energy e Materials, recentemente nell’occhio del ciclone, sono stati i settori migliori. Il Week end è stato avaro di notizie, per cui i mercati hanno ripreso dove si erano interrotti venerdi. L’Asia, che già nell’ultimo mese aveva preso a far meglio di molti mercati dei paesi industrializzati, ha ben figurato ma senza strafare per il momento. Tra l’altro i mercati locali cinesi sono chiusi fino a Mercoledi compreso, il che toglie un importante riferimento all’area. Tokyo è stata gratificata da un PMI services assai debole (51.4 da prec 53.7) a dimostrazione dell’impatto che la crisi degli emergenti dell’area sta avendo sull’economia giapponese. Ma, a 2 giorni dal meeting BOJ, non si può definire interamente una cattiva notizia, visto che alza leggermente la probabilità di un incremento del QQE (se non mercoledi, il 30 ottobre). E poi l’aria in Cina sembra in miglioramento. Com’era immaginabile, l’Europa ha capitalizzato immediatamente, con gli interessi, il balzo di Wall Street. I temi sono stati analoghi a quelli US, con basic resources e energy a guidare il gruppo (vedi Glencore +20%) La revisione dei PMI europei di settembre ha comportato un calo di 0.3 del dato composite europeo, da ascriversi principalmente ad un assestamento dei dati periferici (Spagna e Italia in calo rispettivamente di 1.6 e di 4.2 punti – ma da livello molto elevato) mentre la Francia ha dato segnali positivi, incrementando di 1.7 da agosto a 51.9. In generale dati che mostrano un impatto sull’economia europea degli eventi esterni, ma restano coerenti con un tasso di crescita dello 0.4% trimestrale. Ovviamente la lieve perdita di momentum manterrà in stato di allertà l’ECB (Draghi aveva già dichiarato un mese fa che la crescita era inferiore alle attese dello staff della Banca Centrale). Non che gli investitori ci abbiano guardato più di tanto, intenti com’erano a inseguire gli asset. In US, dopo il doppio flop di ISM manifatturiero e Payrolls, c’era una certa attesa per l’ISM services, serie che naviga ancora su livelli elevati. La Survey di settembre ha marginalmente deluso le attese, ma è facile immaginare che i dati di scorsa settimana avessero spinto il consenso vero più in basso di quello ufficiale. A 56.9, da 59 di agosto, e vs attese di 57.5, il dato resta su un livello abbastanza buono, indicante una crescita robusta dell’attività. Il calo è principalmente dovuto alle componenti new orders e business activity, scese rispettivamente di 6.7 punti a 56.7 e di 3.7 punti a 63.9. Per contro, assai sorprendente è il comportamento del sottoindice Employment, salito di 2.3 punti a 58.3 a segnare il secondo miglior livello del 2015 dopo luglio scorso (59.6). Stridente la divergenza con gli ultimi 2 labour market reports, debolucci. La Strategia su tassi di DB osserva che le rare divergenze tra il trend di creazione di posti di lavoro nel settore privato, e quello implicito nell’ISM Services vengono normalmente risolte a favore di quest’ultimo, grazie a revisioni del primo. Vedremo. Tracce di questo ragionamento possono forse essere trovate nella performance del $, che ha accelerato nel pomeriggio contro € e Yen (tornati nei pressi dei livelli pre NFP), ma ha continuato a perdere contro le divise emergenti, oggetto a loro volta di ricoperture. L’azionario ha proseguito imperterrito a salire, mentre i bonds soffrono la forza del risk appetite. Che dire? Brusche oscillazioni nel sentiment sono state la norma nell’ultimo periodo. Come osservato sopra, il movimento delle ultime ore presenta una chiara matrice di short covering. Le resistenze incombono (la pluritestata 1990-95 sull’S&P 500 e l’area sopra 3200 per l’Eurostoxx). E la rapidità a cui vi stiamo approcciando rende improbabile che siano superate di slancio. Ciò detto, sui grafici daily dei principali indici (i 2 sopra citati e il Dax) stanno prendendo forma dei doppi minimi che rendono il quadro tecnico più costruttivo (nel grafico in fondo l’S&P500). Anche alcune commodity mostrano figure analoghe (Rame) o di altre varietà rialziste. Il Vix potrebbe fare stasera la prima chiusura sotto 20 da 6 settimane. E varie misure di positioning e di sentiment (alcune citate i giorni scorsi) continuano a segnalare un posizionamento di mercato tra i più difensivi del recente passato. In generale un quadro tecnico che permette di guardare con maggior ottimismo alle prossime settimane, se i fondamentali non riserveranno altre brutte sorprese. A tale proposito, Giovedi, Alcoa inaugura ufficialmente l”earning season US.