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I PMI di Aprile segnalano ripresa globale trainata dai servizi


Ieri sera (giovedì) Wall Street ha interrotto la sua serie di variazioni infinitesimali, mettendo giù un moderato calo (S&P 500 -0.6% e Nasdaq 100 -0.78%) che per l’indice principale è anche la maggior discesa da quasi un mese, tanto per rimarcare la recente assenza di movimento. La distribuzione settoriale ha confermato il tema di debolezza macro rilanciato dai dati, con i difensivi a outperformare (Consumer Staples & utilities) e i ciclici pesanti (Consumer discretionary,energy e IT, insieme al real estate. Il quadro è stato confermato dal calo dei rendimenti.

Stanotte in Asia il tono è stato, una volta di più, opaco. Colpa ancora del China Complex che ha ancora mostrato performance comprese tra -1.5% e -2%. Il tema odierno sembra essere la minaccia (assai concreta) di nuove sanzioni da parte degli USA riguardanti l’investimento nel tech e nei semiconduttori cinesi ( link  Biden Aims to Unveil China Investment Curbs With G-7 Backing). Effettivamente il rischio geopolitico è sicuramente un motivo di cautela sugli asset cinesi da parte degli investitori internazionali, e un argomento che frena il sentiment anche degli investitori locali. Detto questo, è da osservare che il rimbalzo congiunturale che si osserva nei dati (consumi, credito, attività) è totalmente assente nei livelli degli asset, sia azionario, che commodities che divisa, che staziona sui livelli di inizio anno vs $. Per il momento la ripresa cinese resta confinata ai dati macro, il che è un po’ preoccupante, visto quanto affidamento fanno gli investitori sul supporto che questa può dare al ciclo globale.
Sul fronte macro, i PMI flash di aprile in Australia e Giappone hanno avuto andamenti opposti. In Australia, in linea con quanto si vedrà poi in Europa, l’attività ha accelerato parecchio, grazie ai servizi, mentre il manifatturiero resta pesante. In Giappone per contro l’attività si è assestata, con variazioni ridotte ma il manifatturiero marginalmente meglio.

In Giappone è anche stato pubblicato il CPI di marzo, sopra attese per quanto riguarda i dati depurati da cibo ed energia. Fonti anonime si sono precipitate a dichiarare che la BOJ non ha alcuna intenzione di modificare la politica monetaria ultra espansiva in atto, al meeting della prossima settimana
BOJ LIKELY TO MAINTAIN ULTRA-LOOSE MONETARY POLICY, MAKE NO CHANGE TO INTEREST RATE TARGETS AND YIELD ALLOWANCE BAND, AT NEXT WEEK’S MEETING – SOURCES

Miglioramento del trade in Sud Corea nei primi 20 giorni di Aprile. L’export è rimbalzato e, corretto per i giorni lavotativi, sale del 7% mese su mese, dopo 2 mesi di calo. In calo le importazioni, influenzate dal calo dei carburanti.

L’apertura europea è stata, per la terza seduta di seguito, caratterizzata da un tono incerto. Sul fronte macro abbiamo esordito con le retail sales UK di marzo, deludenti, e continuato con i PMI flash di aprile, che, come accennato sopra, hanno visto un ulteriore divergenza tra manifatturiero, sempre più debole, e servizi dove i report ormai segnalano ritmi di crescita dell’attività decisamente sostenuti, ai massimi da un anno.

La domanda nel settore servizi è tornata esuberante e traina l’attività, mentre nel manifatturiero si sperimenta il contrario e i nuovi ordini sono calati al ritmo massimo da 4 mesi. S&P Global ha osservato che la divergenza tra servizi e manifatturiero è ai massimi dal 2009 e che i primi non sono mai andati così bene, quando il manifatturiero era contrazione. I prezzi in entrata poi sono calati nel settore beni e hanno continuato a salire in uscita mentre nei servizi hanno continuato a salire sia in input che in output a ritmi forti, ma hanno un po’ rallentato. Le attese a 12 mesi si sono leggermente ridimensionate ma restano ottimistiche. S&P Global non lo ha detto, ma mi rimane l’impressione che le letture del manifatturiero siano artificialmente abbassate dalla riduzione dei tempi di consegna e dei backlogs, che sono letti dal modello come calo di domanda, ma quì possono riflettere in parte il miglioramento sulle catene di approvvigionamento. Ma nella nota si è rilevato che il manifatturiero, in particolare in Germania, sta campando degli ordini precedentemente inevasi.
Anche i report UK ricalcano questo quadro di generale recupero trainato dai servizi.le retail sales di marzo però non confermano mi pare.

Nel pomeriggio sono stati pubblicati anche i PMI flash di marzo in USA, e qui la faccenda si è ulteriormente complicata, perchè non solo sono usciti migliori delle attese ma anche il manifatturiero ha outperformato, ed è tornato in espansione dopo 5 letture in contrazione.

S&P Global rimarca la forza dei servizi e la ripresa della domanda nel manifatturiero, sottolineando la crescita dei nuovi ordini ai massimi da maggio 2022, l’ottimismo delle aziende e la riaccelerazione dei prezzi. Personalmente, avevo messo in conto un rimbalzo dell’attività con il calare delle tensioni di marzo, ma il quadro è davvero di difficile interpretazione qui in US. Questo perchè, come si nota dal grafico sotto, nella seconda metà del 2022 e nei primi mesi del 2023 i PMI segnalavano un’attività molto più debole dei più seguiti ISM, con differenze medie arrivate a totalizzare 10 punti a favore dei secondi sui servizi, e in media di 7/8 punti. Sul manifatturiero vi è stata più concordanza, se si eccettua il il fatto che il minimo del PMI è stato a Dicembre e per l’ISM a marzo.

Mancano ancora 10 giorni alla pubblicazione degli ISM, ma il PMI servizi ha già superato l’ ISM services, mentre il PMI manifatturiero è tornato in espansione quando l’ISM manufacturing ha fatto il minimo proprio il mese scorso.
Vedremo come saranno i dati macro di aprile, ma, senza tirare in ballo survey regionali come il Philly, a guardare al Beige Book Fed, l’occupazione, le retail sales etc non sembra di vedere la ripresa di attività di cui parlano i PMI. Personalmente, ho sempre pensato che i PMI fossero meno precisi ma avessero una maggior sensibilità per le inversioni di tendenza. Va detto però che il  rallentamento segnalato in Europa e negli USA in autunno è stato parecchio sovrastimato da questi report, visto che la crescita non è praticamente mai andata in negativo. Forse il Covid ha inflitto qualche danno alle capacità previsive di queste serie. Vedremo.
intanto oggi su varie fonti si osservava che le notices al Worker Adjustment and Retraining Notification (WARN), il dipartimento che raccoglie le segnalazioni di licenziamenti di grosse dimensioni sembrano indicare una brusca accelerazione, e quindi nelle prossime settimane potremmo avere un ulteriore deterioramento del quadro sul mercato del lavoro (grafico di Steno Larsen)

Tornando ai nuneri macro positivi odierni, l’impatto dei numeri si è visto un po’ sui tassi, pochissimo sulla divisa. Wall Street ha aperto tentando un paio di volte la via del ribasso ma senza convinzione. Oggi è anche giornata di scadenze tecniche cosa che può aver reso erratica la price action, ma al momento la tranquillità della prima parte della settimana sembra essersi riaffermata. Oggi abbiamo anche gli ultimi 3 discorsi di membri Fed prima del black out pre FOMC che inizia domani. Bostic e Narker sono stati abbastanza cauti, vedremo cosa dirà la Cook, che parla alle 22 italiane. La Fed Future Strip continua a prezzare un altro rialzo entro giugno, ma al 90% al 3 maggio, e più di 2 tagli poi entro dicembre.
*FED’S BOSTIC REPEATS HE FAVORS ONE MORE RATE HIKE, THEN A PAUSE
*BOSTIC: POLICY HAS MOVED INTO RESTRICTIVE SPACE, WORKS WITH LAG
*BOSTIC: TIGHTER CREDIT IS STARTING TO DO FED’S WORK FOR IT
*BOSTIC SEES INFLATION COOLING TO MID- TO HIGH 3% RANGE YR-END
*FED’S HARKER SAYS SOME ADDITIONAL TIGHTENING MAY BE NEEDED
*HARKER SEES FED HOLDING ONCE POLICY SUFFICIENTLY RESTRICTIVE
*HARKER SAYS FULL EXTENT OF BANK STRESS FALLOUT STILL UNCLEAR
*HARKER SAYS MONETARY POLICY LAGS MAY NOT BE AS LONG AS IN PAST
*HARKER: IN A PERIOD OF UNCERTAINTY YOU SHOULD MOVE CAREFULLY
*FED’S HARKER: RATES ARE `PRETTY CLOSE’ TO WHERE WE NEED TO BE
*HARKER SAYS FED COMMITTED TO 2% INFLATION AND NOT CHANGING GOAL

Le piazze europee hanno approfittato della tranquillità a Wall Street per chiudere in progresso discreto la seduta, e la settimana. a trainare però sono IT, Helthcare e Consumer Staples, seguite dalle utilities. Se i cambi sono rimasti tranquilli i rendimenti salgono. Ma le commodity continuano ad arrancare. Oggi sono i metalli, preziosi e industriali, e le agricole a zavorrare. A 2 ore dalla chiusura Wall Street oscilla poco sopra la parità. Sarà un’altra chiusura da +0.1%?