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Il possibile impeachment di Trump pesa sul sentiment a fine seduta.

Giornata movimentata, sul fronte di dati e notizie, quella  odierna.
La seduta è iniziata con un tono decente in Asia.
** In nottata, Mnuchin ha dichiarato che la delegazione cinese è attesa a  Washington il 7 ottobre, e che “la buona notizia” è che la Cina ha ripreso gli acquisti agroalimentari USA. Il Segretario del Tesoro ha aggiunto che le fattorie USA sono rilevanti nella questione trade, ma il nodo principale restano le  proprietà  intellettuali.
** Dal canto loro, i Cinesi avrebbero secondo Bloomberg sospeso i dazi sulla soia.
** Il Governatore  della PBOC, Yi Gang, ha riaffermato la necessità  di una politica monetaria prudente, e aggiunto che la Cina deve evitare stimolo di grosse dimensioni e mantenere il debito a  un livello sostenibile. Affermazioni ambivalenti, che in altri frangenti avrebbero deprresso le attese di easing monetario ma in questo caso sono state considerate più “di maniera”.
Sta di fatto che le “A” shares hanno recuperato un po’, e il resto degli indici dell’area ha mostrato analoghi modesti guadagni, oppure è rimasto invariato. E questo nonostante i PMI flash giapponesi di settembre abbiano deluso, pur non quanto quelli europei (51.5 da 51.9 il composite).

L’apertura europea è avvenuta con un tono vagamente costruttivo, in attesa degli eventi della mattinata: l’IFO tedesco, e la pronuncia della Corte Suprema UK.
Dopo il  disastro di ieri sui PMI, l’IFO di Settembre era atteso con trepidazione. L’indice generale ha messo a segno un marginale recupero (94.6 da prec 94.3 e vs attese per 94.5) che probabilmente costituisce una sorpresa più grossa di quanto indicato dalle attese ufficiali, visto che sicuramente i numeri di ieri le avevano modificate al ribasso. Nel dettaglio, la componente current assessment ha recuperato 1.1 a 98.5, ma le attese, che tendono fornire un indicazione di massima delle intenzioni di investimento, sono scese di un altro mezzo punto a  90.8. Meno sconfortante di ieri, ma niente segnali di inversione.
L’aspetto disturbante dei dati di ieri è che il sottoindice new orders ha segnato 37.5, minimo dal picco della grande crisi. Il collasso dei rendimenti Eurozone occorso ad Agosto è stato unanimemente attribuito a crescenti attese di QE, ma la  piega degli eventi che indicano i PMI lascia intendere che forse i bonds hanno annusato anche altro.
Non tutti i dati però sono risultati così deludenti. La Business confidence francese di settembre è addirittura migliorata (106 da 105 vs attese per stabilità) grazie al settore retail. In effetti, è grazie al recente rimbalzo dell’attività in Francia, non ancora totalmente cancellato, che il PMI Eurozone ieri non è  ancora terminato sotto 50.
In generale i report hanno lasciato abbastanza le cose come stavano nella mattinata europea.

Il secondo evento era la Corte Suprema UK, e anche qui lo spettacolo non è mancato. La Corte  ha sentenziato all’unanimità (11 a 0) che la proroga cadeva sotto il suo giudizio, è stata illegale, e quindi è nulla. Ha quindi indicato che il Parlamento può ricominciare le sedute già da domani. Una disfatta per Johnson.
La reazione iniziale è stata  significativa, con il balzo della sterlina e un ulteriore recupero del sentiment. Successivamente, il mercato ha assunto un tono più riflessivo. Senza lo spettro del “No deal”, è improbabile che si arrivi ad un accordo tra EU e UK, in quanto gli incentivi al compromesso scendono. A questo punto l’unico modo per Johnson per evitare (legalmente) di chiedere un’estensione è dimettersi, il che apre ad un Governo tecnico/di unità nazionale, e a nuove elezioni, con tutte le incertezze del caso. Non di meno, alla fine la Sterlina ha recuperato terreno oggi.

Nel pomeriggio, una manciata di dati USA a tenerci compagnia:
** La consumer confidence USA di Settembre ha ripiegato ben oltre le attese, (125.1 da precedente 134.2 e vs stime di 133). Il  calo è distribuito quasi equamente tra present condition (-7 a 169) ed expectations (-10.6 a 95.8) sulle quali avrà pesato l’escalation sulla trade war. Deterioramento anche della percezione del mercato del lavoro.
** Il Richmond Fed, terza survey regionale, ha deluso a sua volta, perdendo 10 punti a -9 (di nuovo in contrazione) vs attese di stabilità. Per il momento le survey manifatturiere regionali hanno tutte indicato cali, anche se solo quest’ultima indica contrazione.

Su un sentiment già reso fiacco dalle news, è successivamente intervenuto Trump, con il suo discorso alle nazioni unite, in cui ha attaccato la Cina su più fronti (non ha fatto le riforme promesse, continua a sussidiare le aziende, ruba le proprietà  intellettuali) aggiungendo che non firmerà un accordo non conveniente, e che sta monitorando la situazione ad Hong Kong. In generale Trump ha condannato il globalismo, esaltando invece il patriottismo e l’attitudine a regolare le relazioni ad una ad una.

Così, progressivamente i mercati hanno perso il buon tono, accumulando marginali perdite che si riflettono sulle chiusure europee. Il tono delle news più sfavorevole agli USA ha impattato sui rendimenti, e di conseguenza sul cambio, con l’€ tornato sopra 1.10 vs $, dove scambiava pre PMI. Anche i bonds Europei però continuano a recuperare terreno. D’altronde, le notizie macro di ieri rendono difficile di venderli con convinzione.

Fine delle sorprese? Nossignore.
Dopo la chiusura europea, l’ex vice Presidente USA e attuale candidato alla nomination democratica Biden ha dichiarato che se Trump rifiuta di rispondere a tutte le domande del Congresso riguardanti la vicenda della sua esortazione al Presidente ucraino a indagare su di lui, si unirà ai Democratici che ne chiedono l’impeachment. Apparentemente, le probabilità di un impeachment di Trump sui siti di scommesse sono più che raddoppiate, al 42%. Naturalmente dall’impeachment alla condanna il passo non è breve. Alla fine servono 2/3 sei Senatori a favore, e al Senato i Repubblicani hanno la maggioranza. E poi si potrebbe parlare del fatto se la destituzione di Trump sia negativa o meno per l’azionario (probabilmente si perchè lui è pro business e soprattutto pro Wall Street). Per il momento l’impressione è che un apertura ufficiale della procedura surriscalderà il clima a Washington e nel paese, finendo per gravare sul sentiment e l’economia.

In ogni caso, in attesa di una comunicazione ufficiale alle 20 e 30, queste news sono state troppo per un mercato già fragile, e così l’azionario USA si è inabissato. L’S&P perde un punto, ed esce con decisione al ribasso dal ristretto range che lo ha contenuto negli ultimi 10 giorni. Coerentemente i tassi scendono maggiormente e i metalli preziosi, che consolidavano, sono passati in positivo. Poichè la seduta non è terminata, rimandiamo le considerazioni tecniche a domani.