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Speranze su trade e Brexit alimentano un rimbalzo in Europa.

Le preoccupazioni circa l’indotto di Apple (-30% di ordini di parti causa calo domanda di Iphone secondo alcune stime) hanno visto ieri il loro impatto esaltato dal clima semifestivo a Wall Street (giornata del Veterano). Il risultato è stato un -4.1% per il FAANG index, un -2.8% per il Nasdaq e un più moderato ma pur sempre notevole -1.97% per l’S&P 500. Con un Tweet, Trump ha stroncato sul nascere il rimbalzo del petrolio, anche se è difficile dire cosa sarebbe successo altrimenti, e comunque un ridimensionamento dell’oil non è certo univocamente un negative per il sentiment, visto che allevia i consumatori e toglie pressione al rialzo ai rendimenti.

Stanotte, l’Asia è parzialmente riuscita a sfuggire agli influssi negativi di Wall Street. Certo, l’indotto sugli smartphone ha continuato a soffrire, mentre il circolare di indiscrezioni su una nuova bozza di proposta per elevare dazi sulle importazioni di auto in US ha pesato in particolare su Tokyo.
Ma l’azionario cinese si è progressivamente scosso di dosso la negatività, grazie ad una serie di news costruttive sul fronte Trade. Il WSJ ha commentato che sono ripresi i contatti tra il Segretario del tesoro Mnuchin e il vice Premier cinese Liu He, allo scopo di preparare il terreno per il meeting del 29 Settembre. Il Premier Li Keqiang si è dimostrato assai costruttivo a Singapore (*CHINA, U.S. WILL FIND SOLUTION THAT MEETS COMMON INTEREST: LI). La schiarita ha offerto supporto a tutto il “China complex” ad eccezione di Taiwan, troppo piena di semiconduttori per sottrarsi all’effetto Apple. In recupero anche Mumbai, mentre Samsung ha frenato Seul. Il calo delle commodities però ha penalizzato Sydney.

Il buon mood sugli asset cinesi non si è stemperato nemmeno con la pubblicazione dei dati sul credito di ottobre, alquanto deludenti. Brusco rallentamento dei news loans (697 bln da 1.38 trln e vs attese per 904 blns), e anche del Total Social Financing (728 bln da 2.168 trln e vs attese per 1.3 trln). I cali rispondono in parte ad una logica stagionale ed in parte eventualmente alla correzione dei dati fortissimi di settembre. In ogni caso le autorità sono già intervenute a stimolare il credito i giorni scorsi, e forse per questo i dati non hanno avuto grossi effetti sul sentiment.
Lo dico piano, ma il grafico di Shanghai comincia ad avere un aria leggermente più costruttiva. La perdita di momentum ribassista è confermata dai minimi crescenti e dai  rimbalzi di entità decrescente contro la resistenza in area 2.650. Siamo a vedere.

L’azionario europeo ha a sua volta beneficiato in apertura del recupero notturno del sentiment, anche se lo slancio iniziale ha lasciato il posto ad un mood più incerto. A gravare sul clima, l’incombere dell’asta italiana, proprio nella giornata di presentazione della nuova (!?) versione della manovra a Bruxelles, e con le discussioni sulla Brexit a fare da sottofondo. Così lo spread a superato 310 e il settore bancario italiano ha frenato la voglia di rimbalzo di quello europeo.
Peraltro, l’asta ha coinciso con il picco di rendimento per il BTP, che nonostante una domanda non proprio esuberante specie sul 20 anni, ha passato il resto della giornata a recuperare terreno, ridando fiato agli istituti bancari nazionali.
Sul fronte macro, oggi era prevista in Europa la pubblicazione dello ZEW di novembre, che ha mostrato un calo della componente coincidente superiore alle attese ma aspettative in lieve ripresa.
Sotto attese, in US, lo Small Business optimism index di ottobre (107.4 da 107.9 e vs stima ddi 108), ma la sostanza non cambia. Il dato resta su livelli storicamente elevatissimi (meno di un punto dai massimi storici) e il problema principale resta il reperimento di manodopera qualificata (il 60% delle SME sta assumendo o cercando di assumere).

Il sentiment con cui Wall Street ha approcciato la seduta è sembrato tutt’altro che stabile. Ma diverse news sono intervenute a supportare l’azionario globale nel pomeriggio:
** Sul fronte trade, il Capo consulente economico della Casa Bianca Kudlow ha dichiarato che Cina e USA stanno colloquiando a tutti i livelli, mentre Pence ha dichiarato al Post che l’America vuole un cambio di atteggiamento dalla Cina, ma Trump è aperto ad un deal.
** Sul fronte Brexit nel tardo pomeriggio è trapelata la notizia che l’EU e UK hanno trovato un accordo sulla questione più spinosa, ovvero quella del confine tra le 2 Irlande. Stasera la May incontra personalmente tutti i ministri, e domani è previsto un Consiglio dei Ministri alle 14 per valutare la bozza di accordo. Da qui a dire che l’accordo sarà approvato in Parlamento, ne passa. Ma l’eventuale cmpromesso con l’EU sui confini è un bel passo avanti

Così la Sterlina ha messo a segno un balzo, seguita con più circospezione dall’€, e gli asset europei hanno accelerato al rialzo verso fine seduta, seguiti di malavoglia da una Wall Street che non ha ancora smaltito le scorie del rimbalzo e le difficoltà dei suoi campioni. Buon recupero delle banche EU, mentre i tassi core hanno reagito marginalmente alla salita di quelli UK.
Lo spread termina invariato una seduta che aveva iniziato in forte rialzo. Circa la manovra, dovrebbe esserci un Consiglio dei Ministri alle 20, cui seguirà l’invio a Bruxelles di un testo che non dovrebbe vedere modifiche nei numeri principali, ma potrebbe contenere un meccanismo di adeguamento della spesa in caso di crescita insufficiente e/o maggiori introiti da privatizzazioni.

Sul fronte tecnico, dopo la discesa di ieri il quadro è interlocutorio per l’S&P 500. Un ritorno sopra 2.800 configura un progetto di testa e spalle rovesciato, con target nuovi massimi. Viceversa un ritorno sotto 2.700 configura un test dei minimi in area 2600, come avvenuto nel primo trimestre.