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Squarci di sereno tra USA e Cina e le borse respirano.

Un altra bella giornatina rilassante sui mercati!

La seduta è iniziata con un tono negativo in Asia. Ieri Wall Street ha chiuso praticamente sui minimi (S&P -1.22%) mentre i rendimenti treasury hanno segnato il nuovo minimo di periodo a 1.64%, con grande gioia del settore bancario, anche da quella sponda dell’atlantico (-2%). Spaventosi i numeri in Argentina, dove la borsa ha perso il 37%, il cambio il 17% e il 2 anni è salito del 22% a 37% (stasera rende il 44%). Va detto che il contagio con gli emergenti dell’area è stato ridotto : il Bovespa ha perso il 2% e il Real ha perso l’1.1%.

Il mood si è pienamente riflesso sull’Asia stanotte, con i principali indici in calo, guidati da quelli di Hong Kong, su cui grava anche la questione delle proteste. A testimoniare il livello di risk aversion, i metalli preziosi hanno iniziato la seduta europea sui nuovi massimi di periodo.

Con queste premesse, gli indici Eurozone hanno approcciato le contrattazioni con le gambe molli. E il quadro si è ulteriormente deteriorato a metà mattinata, in corrispondenza della pubblicazione dello Zew tedesco di Agosto. La survey di analisti ha clamorosamente deluso nella componente aspettative (-44.1 da prec -24.5 e vs attese per -28) uscita ai minimi dal 2011. Meno tremendo, ma sempre sotto attese, il dato relativo alla situazione attuale (-13.5 da prec -1.1 e vs attese per -6.3). Orrendo anche il dato sulle aspettative relative all’Eurozone (-43.6 da prec -20.3).
Insomma, gli analisti vedono Germania ed Eurozona indirizzate verso una recessione, ed è significativo che il cambio di passo dell’ECB non abbia minimamente scalfito le loro convinzioni. Personalmente non attribuisco un gran peso a quest’indicatore, assai influenzabile dalla performance degli asset. Detto questo, la componente aspettative ha mostrato spesso buona correlazione con gli investimenti in Germania e quindi non è certo una buona notizia.

Sotto i colpi dello ZEW gli indici europei hanno accumulato perdite per quasi un punto percentuale. La risk aversion si è estesa agli asset USA con i future S&P in calo, i rendimenti in contrazione e il $ in ritirata contro tutti. L’oro si è issato fino a 1535$.
In questo clima opaco, si è fatta notare l’outperformance degli asset italiani. I BTP hanno aperto in denaro e costantemente outperformato il Bund, e Piazza Affari ha ha sua volta tenuto meglio dei peer europei (in particolare del Dax, per ovvie ragioni). Dietro la forza, il persistere degli sforzi per rinviare le elezioni anticipate da parte dei 5 Stelle e di ampie frange dell’opposizione, a fronte delle difficoltà di accordo tra la Lega e Forza italia.

Subito dopo pranzo, il primo mini shock.
Il CPI USA di luglio è uscito in linea con le attese per quanto riguarda il dato headline, ma il dato core (+0.3% da prec +0.1% e vs attese per 0.2%) ha sorpreso in positivo per il secondo mese di seguito.
Quale ironia! Proprio quando la Fed ha rotto gli indugi, l’inflazione si mette in mezzo? Il rally dei tassi si è preso una pausa, e il $ ha messo a segno un modesto rimbalzo. Dopo di chè, il mercato deve aver pensato che, con questi chiari di luna, non è certo un decimo un più di inflazione a fermare la mano di Powell e C.
E così tutto è tornato più o meno come prima, con una maggiore tendenza della curva USA ad appiattirsi.

Ma il secondo shock è stato più grosso.
Poco dopo l’apertura di Wall Street, hanno fatto la propria comparsa su Bloomberg 2 notizie:
1) Il Vice Premier Cinese Liu He avrebbe parlato al telefono con Lighthizer e  Mnuchin secondo Xinhua. Ai colloqui avrebbero partecipato altre autorità cinesi come il Ministro del Commercio e il Governatore della Banca Centrale. I cinesi avrebbero protestato alquanto per la minaccia dei dazi. Ma soprattutto, le parti avrebbero in programma di risentirsi tra 2 settimane.
2) l’US Trade Representative avrebbe deciso di rinviare al 15 dicembre l’imposizione di dazi su alcune linee di prodotto (cellulari, laptop, computers, console videogames e capi di vestiario). Altri prodotti sono stati tolti dalla lista in via permanente.

L’impatto sui mercati è stato immediato, con gli indici azionari a strappare al rialzo, un rimbalzo dei rendimenti, e oro e yen impegnati in brusche correzioni. Spettacolare l’accelerazione del Petrolio, a tratti sul del 5%.
Successivamente Trump ha commentato le news: Lo staff ha avuto una conversazione “molto produttiva” con i Cinesi, i quali vogliono “fare qualcosa di importante” su trade. La decisione di rinviare i dazi serve a “aiutare un sacco di gente” ed ” è destinata a preservare la stagione natalizia”.

Ora, le ultime esperienze hanno insegnato a dubitare dell’affidabilità di queste svolte: appena giorni fa il Presidente aveva messo in dubbio i colloqui di settembre.
D’altro canto, è anche vero che gli sviluppi odierni sono materiali (con tanto di pubblicazioni ufficiali sul sito dell’USTR) e colgono completamente di sorpresa un mercato che era rimasto – appunto – allo stallo di giorni fa. Anzi, attendeva il severo editoriale annunciato ieri dal Caporedattore del Global Times Hu.

Ne consegue che la reazione è giustificata, anche alla luce del livello di negatività raggiunto dal sentiment nelle ultime ore. Ed è possibile che i flussi di ricopertura durino più di una mezza seduta.
Detto questo, non si può fare a meno di notare che l’impatto sugli asset diversi dall’azionario, non è stato poi cosi dirompente, a dimostrazione che gli investitori rincorrono l’equity, ma sono riluttanti a lasciare gli hedge: i rendimenti dei Treasury salgono per il momento di una manciata di BPS, tra i cambi solo lo yen si muove di un 1%, e l’oro ha permane sopra 1500.
In Europa poi, il rimbalzo dei rendimenti core si è rapidamente eclissato, complice la testardaggine della Merkel. Angela ha un po’ gelato le nascenti attese di stimolo fiscale, anche se dubito che i numeri sul GDP le daranno le conferme che desidera.

*MERKEL: SO FAR THERE’S NO NEED FOR A STIMULUS PACKAGE
*WE WILL ANALYZE SECOND QUARTER GDP FIGURES, MERKEL SAYS
*MERKEL: WE WILL ACT ACCORDING TO THE SITUATION

Gli sviluppi sul trade hanno permesso agli indici Eurozone una chiusura insperata. Detto dei tassi core, l’€ ha finito col cedere quanto guadagnato in giornata proprio in virtù del cambio della dinamica sui tassi.
Giornata positiva per gli asset italiani. A quanto pare le elezioni si allontanano: Salvini avrebbe accettato di votare prima la riduzione dei Parlamentari. Se non erro, la durata dell’iter per la riforma costituzionale sposta le elezioni a 2020 inoltrato. In secondo luogo, il voto di fiducia è stato fissato, contrariamente al desiderio di Salvini, al 20 agosto, il che lascia più tempo al parlamento per organizzare una maggioranza diversa.
Questi sviluppi potenziali hanno prodotto l’outperformance del FTSEMib e il robusto calo dello spread odierno.

Riprendendo quanto detto sopra sulla reazione tiepida dei bonds, osservo che vi è un preciso effetto sui tassi che contrasta decisamente con tutta quest’euforia di breve. Grazie anche alla sorpresa del CPI, e nonostante il rimbalzo del sentiment, la curva USA continua ad appiattirsi.
Lo spread tra scadenze più osservato, l’ultimo a doversi ancora invertire sulla curva treasury, ovvero il 2 – 10, è oggi arrivato a meno di 2 bps (vedi grafico).

La storia è nota: l’inversione di questo spread ha preceduto tutte le recessioni, e quindi è considerato più di un cattivo presagio. Naturalmente vi sono diversi caveat: ha sempre preceduto recessioni e picchi di mercato di trimestri, e dall’inversione al picco spesso le performance sono state buone.
Intanto vediamo se/quando si inverte, e poi riprenderemo in mano tuttoi l’armamentario per valuitare il segnale, già preparato in precedenti occasioni.