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Si accentua la correzione dei mercati azionari alla fine della settimana

Robusto rimbalzo ieri sera a Wall Street. Il “la” sembra essere stato dato dalla conferenza stampa  post meeting del  WHO, nel quale è l’epidemia di Coronavirus stata dichiarata “Public Health Emergency of International Concern” (PHEIC). I toni delle dichiarazioni sono stati relativamente tranquilli. Non sono state imposte limitazioni ai viaggi ed è stato lodato  l’approccio cinese, che avrebbe evitato secondo il WHO un contagio maggiore.
E’ possibile che il mercato abbia reagito positivamente stimando che, come successo,  se non erro,  con la  Sars, la dichiarazione del WHO potrebbe marcare la fase peggiore. Un po’ come quando organismi internazionali come OECD, IMF o World Bank abbassano le stime di crescita globale: solitamente i mercati hanno abbondantemente prezzato la cosa, e non è raro che queste stime avvengano poco prima del turn around (ad esempio l’IMF ha definito l’economia globale in “rallentamento sincronizzato” a ottobre, e il 20 Gennaio ha parlato di “segnali di stabilizzazione”).
Personalmente, non penso che nemmeno il WHO abbia perfettamente chiaro quale può essere il decorso  dell’epidemia, e che in ogni caso le precauzioni prese dalla Cina e da altri paesi (stop ai voli etc), senza precedenti negli altri casi, possono avere un impatto rilevante sul ciclo cinese e globale (ricordo che l’economia cinese valeva il 4% di quella mondiale nel 21003, mentre ora conta per il 16%). Lo stretto grado di interrelazione delle economie, dovuto alle global supply chains, rischia, in caso di un prolungato stop dell’attività cinese (che sembra nelle carte) di mettere scompiglio e frenare l’attività in altre aree del globo. Un potenziale shock di offerta in grado di creare anche effetti sorprendenti sui prezzi, in caso si verifichino scarsità di approvvigionamenti di alcuni beni. Altri settori dove il calo della domanda sarà più rilenvante dei colli di bottiglia all’offerta vedranno per  conto robusti fenomeni di disinflazione.
Poi c’è l’impatto su consumi e consumer confidence dello sviluppo di psicosi li dove si scoprono nuovi casi. E infine quello sulle relazioni Cina USa, dopo le risposte piccate delle  autorità alle dichiarazioni di Navarro sul fatto che i dazi non verranno abbassati per aiutare la Cina.

Tornando alla vigorosa performance di Wall Street ieri sera (S&P 500 +0.25% dopo essere stato in calo di 0.9%) può  essere che parte del  rimbalzo sia stato favorito dal  filtrare sul mercato di rumors sulla spettacolare trimestrale di Amazon, la cui pubblicazione dopo la chiusura ha regalato al  futures Nasdaq 100 un ulteriore 0.7% di balzo. Questi i numeri: EPS 6.47$ vs 4.11$ atteso, e revenues 87.4 $bln, +21% vs stime di 86.2 $bln. Il titolo è giunto a guadagnare il  12% aftermarket.

L’entusiasmo è però  scemato progressivamente in Asia. Il  Dipartimento di Stato USA ha elevato  il livello di all’erta per i viaggi,  indicando che i cittadini USA dovrebbero evitare di recarsi in Cina e aggiungendo che restrizioni potrebbero giungere senza preavviso.
E poi, sono stati pubblicati i nuovi numeri ufficiali che hanno visto  il numero degli infettati eclissare quello della  SARS grazie a 1.800 nuovi ingressi, e quello dei morti salire da 170 a 2013. Senza voler sottrarre significatività ad un bilancio così tragico, osserverei che questi numeri, che comunque non riusciranno a tenere il conto di  tutti gli infettati, visto che il presidio, in particolare delle campagne, non può essere perfetto, crescono in maniera un po troppo regolare.  Ciò fa sospettare, vista la tradizione delle serie cinesi, che siano un po’ addomesticati. In altre parole, si tratta di una progressione un po’ troppo lineare,  quando molti studi dicono che dovrebbe essere un po’ più convessa.

Coperti dal dramma, stanotte sono stati pubblicati i PMI ufficiali cinesi di gennaio che vedono il manifatturiero calare di 0.2 a esattamente 50 in linea con le attese, e i servizi sorprendere al rialzo di oltre un punto (54.1 da prec 53.5 e vs attese per 53. Ma mai come in quest’occasione si tratta di “old news”.

L’apertura europea ha visto gli indici cercare di fare catch up col rally di quelli USA, occorso dopo la chiusura del cash EU ieri sera. Ma è durata poco, e per metà mattinata l’Eurostoxx era già passato in negativo. Non che i dati macro abbiano aiutato particolarmente a risollevare il sentiment:
** Le retail sales tedesche di Dicembre hanno rifilato l’ennesima delusione (-3.3% da +1.6% e vs attese per -0.5%). Il calo nel trimestre è dell’1.1%. E’ vero che Dicembre a volte si presta a distorsioni forti per il ritardo degli operatori a comunicare i volumi. PS, anche le retail sales giapponesi di Dicembre hanno deluso parecchio.
** Il GDP francese del quarto trimestre ha mostrato una contrazione dello 0.1% vs attese per un +0.2%. La precedente contrazione trimestre su trimestre risale al Q2 2016. Il numero porta il peso degli scioperi, e le scorte hanno sottratto parecchio, e potrebbero ridare qualcosa nei prossimi trimestri. Ma c’è ovviamente l’incognita Coronavirus
** Disastroso, a prima vista, il dato italiano (-0.3% da +0.1% e vs attese per +0.1%). La crescita anno su anno è scesa a 0 (zero). Non ci sono dettagli alla prima pubblicazione, ma si può sospettare che anche qui le scorte abbiano sottratto. Speriamo, perchè se no iniziamo il 2020 davvero male. E il Coronavirus non farà sconti all’economia del Belpaese.
**  Con dati del genere da Italia e Francia il GDP EU del quarto trimestre 2019 non poteva non deludere, e cara grazia che lo ha fatto solo di 0.1% a +0.1%, e il dato del terzo trimestre è stato rivisto al rialzo a 0.3%.
** Brutta anche l’inflazione di dicembre che come headline cala di 1% vs 0.9% atteso e come core cala a 1.1% anno su anno, da 1.3% e vs attese per 1.2%.

Con queste premesse, e con un occhio alle notizie sull’epidemia, gli indici Eurozone hanno accumulato discreti passini in mattinata. In calo generale i rendimenti, e il Petrolio, in salita i beni rifugio, mentre l’€ è andato in domanda, eventualmente anche grazie a chiusure di posizioni  di rischio finanziate con la divisa unica, in virtù dei tassi di interesse incredibilmente vantaggiosi.

A metà giornata la trimestrale di Caterpillar si è rivelata un ulteriore doccia fredda per il sentiment, in virtù del profit warning per il 2020 (*CATERPILLAR SEES 2020 EPS $8.50 TO $10.00, EST. $10.55)

L’apertura USA è avvenuta con gli indici già in significativo calo fin dai primi scambi. Dopodichè,  l’azionario americano ha preso a scendere senza più guardarsi indietro. Impressionate come il Nasdaq 100 abbia ignorato la salita di Amazon (che pesando  oltre il  7% nell’indice, col  suo +9% aggiunge uno 0.6%) accumulando rapidamente perdite superiori all’1%.
Sul fronte dati, pessimo il Chicago PMI 42.9 da prec 48.9 e vs attese per 48.9, ma forse parte del  calo può  essere attribuita alla crisi di Boeing. Decisamente meglio il PMi di Milwaukee (+7.2 a 52.3). In generale le survey manifatturiere USA sono andate bene a gennaio il che depone bene per l’ISM, ma vale il  solito discorso che sono un po’ “old news”.

Il mercato USA ha continuato a incattivirsi nel pomeriggio. Pesa anche la  presenza del  week end: 2 giorni di mercati chiusi, in cui possono uscire notizie di qualsiasi tipo, e non si può modificare l’esposizione. D’altronde gli indici USA si trovavano ancora assai vicini ai massimi e in generale su valutazioni elevate e con sentiment euforico e positioning elevato (condizioni discusse fino alla nausea nelle scorse settimane).
Oggi è il primo giorno in cui la risk aversion ha preso decisamente il sopravvento.
Le chiusure europee risentono di questo sentiment e sono pesanti, aggravate dal fatto che ieri non vi era stato alcun tipo di rimbalzo. E in generale i movimenti osservati in mattinata si sono accentuati. Milano ha pesantemente subito il bagno di sangue sul GDP, cancellando sostanzialmente l’ “effetto Bonaccini”.
L’Eurostoxx 50 ha chiuso sui minimi, e col movimento odierno porta a quasi il  3 % il calo da inizio anno, e torna sui livelli di inizio Novembre.
Il quadro tecnico vede, dopo l’abbandono della trendline rialzista da agosto, la rottura confermata della resistenza in area 3.700, con il  primo supporto in area 3.600,  seguito da 3.550 (massimo di luglio e settembre e MM 200 giorni).


Il Dax ha un grafico simile ed è al test del  supporto in area 13.000.

L’america non ha ancora chiuso, ed è possibile che vi sia qualche ricopertura finale a limitare il passivo.  Ma  ipotizzando che la  performance non vari molto nelle ultime ore, abbiamo il fallimento del pullback alla trendline rialzista rotta bruscamente lunedì, e la candela odierna contiene larghissima parte del consolidamento della settimana,  dando con il suo nuovo minimo un nuovo impulso alla fase correttiva.

News cinesi e price action hanno coperto un altro paio di questioni che avrebbero trovato altrimenti risalto:
** Oggi è il  giorno in cui UK esce dall’€. Da domani entra in vigore il deal per la gestione della transizione, e bisognerà negoziare un accordo per la fase post transizione.
** Lunedì vi sarà il  promo atto delle primarie democratiche in Iowa. Il numero di delegati che verranno assegnati è scarso (41 su un totale di 3979, co maggioranza a 1990). Ma è un primo assaggio di un processo che ci accompagnerà nelle prossime settimane e vedrà l’atto principale il 3 marzo,  quando se ne assegnano 1.360. Recentemente Sanders si è portato in testa ai sondaggi, anche se alcuni danno ancora in testa Biden. Gli investitori non sembrano fare molto caso alla cosa, perchè non da alcuna possibilità a Sanders che è mal visto dai mercati, di battere Trump. Ma le cose potrebbero cambiare più avanti, se l’indice di gradimento del Presidente non dovesse recuperare un po’.