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Permangono le preoccupazioni su settore bancario USA.

Tonfo finale per Wall Street ieri sera (mercoledì) con l’S&P 500 in calo dell’1.65%, e il Nasdaq 100 in perdita dell’1.37%. Cosa è successo?
I commentatori hanno dato la colpa al Segretario del Tesoro Yellen, che ha dichiarato che al momento una garanzia totale per i depositi “non è presa in considerazione” e nemmeno si considera di modificare la soglia di 250.000 $. In effetti l’indice delle banche regionali ha accelerato al ribasso nell’ultima ora chiudendo a -5.7%.
Personalmente, osserverei che una Fed che alza i tassi e lascia intendere che vuole alzarli ancora almeno una volta, a fronte di una situazione macro per sua stessa ammissione in possibile deterioramento di un ammontare non determinabile con certezza, non è un buon viatico per l’azionario. E in particolare per le banche regionali che hanno visto i depositi sparire per gli effetti diretti e indiretti dei rialzi.
Coerentemente, i rendimenti USA sono calati con forza, in particolare sulle scadenze brevi/medie.
Qualunque sia la mia opinione, il sentiment ha messo a segno un recupero all’inizio della seduta asiatica. Dei principali indici solo Tokyo, Sydney e Mumbai hanno ceduto moderatamente. Bel balzo, per contro, di Hong Kong e delle “H” shares cinesi, allettate dalla buona trimestrale di Tencent, che ha trainato l’intero settore tecnologico ad un +5%, Il colosso ha riportato un ritorno alla crescita del fatturato sull’advertising. Alla fine, l’azionario cinese (in particolare Hang Seng e HSCEI), sta iniziando a mostrare forza relativa nei confronti degli indici occidentali. Considerando il quadro macro e la politica monetaria amministrata dalla PBOC, ci sta. Vediamo se dura.

L’apertura europea ha visto gli indici tentare un primo recupero, dopo aver fattorizzato inizialmente il calo di Wall Street ieri sera dopo la campana europea. Il contagio al settore bancario europeo dei dubbi alimentati dalla Yellen ieri sera ha affondato questo primo tentativo, e gli indici hanno accumulato un discreto passivo nelle prime ore di contrattazione. In compenso i rendimenti hanno ignorato le continuate dichiarazioni dei vari membri ECB e invece fatto catch up con i robusti cali osservati sui treasuries ieri sera. Sull’azionario il sentiment si è ripreso in tarda mattinata, complice una stabilizzazione delle banche, che però mai hanno dato l’impressione di poter recuperare interamente le perdite.

A metà giornata la Bank of England ha alzato i tassi di 25 bps come da consenso, sottolineando il rimbalzo dell’attività e la sorpresa al rialzo dell’inflazione di ieri. Ma il Committee ha osservato che le pressioni salariali si stanno attenuando, e che i rischi su inflazione sono bilanciati e non più al rialzo. Due membri su 9 avrebbero preferito lasciare i tassi invariati. L’approccio di qui in avanti è ovviamente data dependant, anche se è stato mantenuto un riferimento al fatto che se le condizioni lo richiedono alzeranno ancora. La curva ha ancora un rialzo scontato in corso d’anno, che poi verrebbe cancellato entro gennaio 2024.
Nel pomeriggio un po’ di numeri in US:

I sussidi di disoccupazione continuano a mantenersi su livelli molto bassi, anche se il monte sussidi resta ben sopra i minimi della prima parte del 2022. Credo che se vi sarà un impatto dalla crisi bancaria lo inizieremo a vedere da Aprile in avanti. Intanto però dal big tech i layoff stanno migrando altrove (*WALMART LAYING OFF US WORKERS AT FIVE FULFILLMENT CENTERS: RTRS).
Il Chicago PMi ha deluso ma è una media di 85 indicatori macro e non ha tutta questa rilevanza da un mese all’altro. In compenso le new home sales a febbraio sono uscite leggermente sotto attese, ma soprattutto gennaio è stato rivisto pesantemente al ribasso. Qui il discorso è sempre legato all’enorme ammontare di case in costruzione, il cui arrivo sul mercato nei prossimi mesi metterà pressione ai prezzi e forse sull’attività (grafico di Calculated Risk)

Wall Street è partita bella arzilla, con l’S&P 500 rapido a recuperare interamente il calo di ieri, e il Nasdaq 100 a mostrare progressi oltre il 2%. Gli indici europei sono andati al traino, passando in positivo. I rendimenti però non hanno restituito nulla dei cali maturati in giornata. Successivamente l’azionario USA ha cominciato a ritracciare, e così i progressi europei sono rientrati, con le principali piazze che hanno terminato attorno alla parità o poco sotto. Dopo la chiusura europea il mercato è tornato ad accanirsi contro le banche regionali USA e gli indici USA hanno cancellato i rialzi. I rendimenti treasury hanno preso a calare con più forza, col 2 anni USA al 3.77% mentre scrivo, la bellezza di 110 bps sotto i Fed Funds. Il Dollaro vede un po’ di domanda da flight to quality, e sulle commodities il petrolio scende e  i preziosi vanno. Poco fa la Yellen ha prodotto un sussulto, con una correzione del tiro rispetto a quanto dichiarato ieri. Ma poi le vendite sono per ora riprese.
*YELLEN: PREPARED FOR ADDITIONAL DEPOSIT ACTIONS `IF WARRANTED’
*YELLEN SAYS STRONG ACTIONS TAKEN TO ENSURE DEPOSITS ARE SAFE
*YELLEN SAYS IMPORTANT ANTI-CONTAGION TOOLS COULD BE USED AGAIN

A tale proposito, oggi mi è cascato l’occhio sulla performance degli indici di Commercial real estate backed obligations, in particolare quello con rating BBB-

Mi ha ricordato un po’ la performance degli ABX, gli indici degli ABS collateralizzati col residenziale, nel 2006. Ora, ovviamente la situazione è diversa, li c’era una mega bolla immobiliare con mutui erogati in maniera allegra su un asset diffuso come il residenziale.
Questo però è comunque un sintomo di sofferenza di un comparto che, guarda caso, è dominato dalle banche regionali come financing. Quindi qui abbiamo un potenziale circolo vizioso, con la crisi delle banche che va a impattare su un settore su cui il loro business si concentra, indebolendolo e ottenendo di rimando un deterioramento degli asset, che peggiora la crisi delle banche. In verità il Commercial Real Estate era già debole per via del rialzo dei tassi, del rallentamento macro, e, strutturalmente, del calo della domanda di spazi commerciali e uffici post covid.
Non a caso, l’indice che anticipa l’attività del settore, l’AIA Architecture buildings, sta segnalando ulteriore debolezza in arrivo.