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Questa sera il FOMC, sapremo qualcosa sulla balance sheet reduction?

Lampi di Colore 746

La giornata del FOMC è  iniziata con il consueto clima di attesa.
Ieri sera, il  Nasdaq 100 ha interrotto la serie positiva, ma ci ha pensato l’S&P 500 a tenere alta la bandiera, segnando un altro record.  E naturalmente il Vix ha fatto un altro minimo nel durante (9.04), e chiuso per la nona volta sotto 10.

La seduta asiatica ha avuto un  tono discreto. Tokyo ha reagito al recupero del Dollaro,  anche se cominciano a girare con sempre maggiore insistenza studi che invitano alla cautela sul fronte politico. Il succo è che in passato difficilmente i Premier giapponesi si sono ripresi da livelli di gradimento cosi bassi come quello in cui è precipitato Abe, in seguito ai vari scandali sui finanziamenti a intraprese di parenti e amici. Eventuali dimissioni nei prossimi mesi costituirebbero un impasse per il programma economico a cui ha dato nome (gli Abenomics) con ovviamente un impatto sugli asset nazionali, che tanto ne hanno beneficiato.
L’impatto della trimestrale di Caterpillar sui mercati cinesi non si è  fatto granchè sentire. Certo, i miners e in generale i settori resources hanno beneficiato del rally delle commodities, e del petrolio (scorte API in calo di 10 mln barili), ma gli indici generali sono rimasti al palo, eventualmente frenati da attese di tightening. Per il  resto bene Sydney e Mumbay, male Seul.

L’apertura europea ha visto gli indici superare il primo accenno di nervosismo  grazie al  contributo al sentiment di alcune buone trimestrali (i.e. Daimler e Peugeot) e al lieve calo dell’€, mentre l’assestamento sui rendimenti ha prodotto inizialmente qualche presa di beneficio sul settore bancario, star di ieri. Il focus sul livello della divisa è stato confermato quando un brusco scarto del cross €/franco svizzero ha causato un recupero della divisa unica che è rapidamente riverberato sull’azionario. Il  ritorno in calo dell’ €/$ ha restituito agli indici i modesti guadagni.

Nel pomeriggio, il clima di attesa per  il  FOMC si è  ulteriormente accentuato, con Wall Street ed il  Dollar Index in marginale guadagno rispetto ai livelli di ieri, e i tassi generalmente  stabili. Solo le  commodities continuano a mostrare una certa verve, con l’oil ai massimi da inizio giugno grazie a scorte EIA in calo oltre attese, e il rame che mette su un altro punto percentuale dopo  i massimi da 2 anni segnati ieri.

Riguardo il FOMC di stasera, posto che non è attesa azione di alcun tipo, e  quindi non vi sarà (“il mercato non è pronto”), i punti focali sembrano 2:
** l’atteggiamento nei confronti dello scenario inflattivo debole. Verrà reiterata la teoria della temporaneità oppure vi sarà  un qualche segnale di nervosismo/cautela?
** La balance sheet reduction. Verrà annunciata, verrà telegrafata, oppure verrà tutto  rinviato a settembre?

Il consenso sembra attendersi un qualche modesto riconoscimento che l’inflazione sta deludendo, e qualche indizio che la BS reduction verrà  annunciata a settembre e partirà a  ottobre. Il che espone a sorpresa “hawkish” se viene annunciata la BS reduction subito (improbabile ma non da escludersi), e “dovish” se invece la delusione su inflazione prende il sopravvento. In questo secondo caso è facile  immaginare che il  modesto recupero del $ si scioglierà come è avvenuto post ECB, e avremo un’altra leg down.
Detto questo, bisogna considerare che mentre da Draghi il consenso si aspettava un qualche tentativo di contenere la forza dell’€, mentre nel caso della Yellen le attese sono più “neutrali”.
In secondo luogo, posto che con la Yellen non si può mai dire, personalmente non vedo l’utilità, per la FED,  di uscirsene con un atteggiamento particolarmente remissivo. I dati macro  stanno dando qualche segnale  di miglioramento (vedi ISM, PMI flash, housing starts) registrati prontamente dal  Citi Surprise Index, che ha recuperato 20 punti in poco più  di una settimana. Le commodities stanno mostrando qualche segnale di rimbalzo e il dollaro si è svalutato, il che potrebbe offrire un po’ di supporto all’inflazione nei prossimi mesi. E le condizioni finanziarie sono super accomodanti (vedi grafico postato ieri) il che dovrebbe produrre, coeteris paribus, un supporto al ciclo nella seconda parte dell’anno. Il momento sembra propizio per inasprire un po’ la stance.
Può essere che il  Committee giudichi affrettato di segnalare esplicitamente nello statement che a settembre inizia la  BS reduction. Ma un outcome eccessivamente dovish rovinerebbe il lavoro di preparazione del mercato fatto finora, riducendo il margine di manovra della FED. Non mi sembra una mossa molto astuta, a questo punto.