Comportamento schizofrenico ieri sera a Wall Street, con l’S&P 500, che prima ha tentato la via del ribasso, arrivando a un calo di circa mezzo punto, per poi invertire la tendenza, accumulando un progresso fissato alla campana a 0.45%. A trainare ancora il tech (Nasdaq 100 +1.11%). La svolta e il recupero sono forse stati favoriti da questo pezzo di Timiraos, considerato la “gola profonda” della Fed (dopo che anticipò un rialzo maggiore delle attese mesi fa) uscito a 2 ore dalla chiusura sul WSJ ( link Why the April Inflation Report Reinforces the Fed’s Plans to Pause ). Non certo un concetto astruso (anche io lo avevo in qualche modo sottolineato nel pezzo di ieri) ma evidentemente la fonte ha la sua rilevanza. La reazione del mercato è legata al fatto che in passato, le pause della Fed hanno visto buone performance dell’azionario (in tempi recenti, quantomeno nel 2005-2007, vedi sotto).
Il fatto è che al momento il mercato dei tassi non solo sconta una pausa, sconta anche un taglio dei tassi entro settembre e 3 comodi entro dicembre. In altre parole sta scontando l’imminente inizio di un ciclo di easing.
Questo vuol dire che o questo tipo di pricing si rivela totalmente errato (cosa che ovviamente è tutt’altro che da escludere) oppure un ottimismo protratto del mercato, sulla base di una pausa nei rialzi, è totalmente fuori luogo. Già, perchè normalmente, quando la Fed inaugura un ciclo di tagli, in presenza di una recessione, l’azionario performa male, come mostra ancora il grafico sopra. Eccezioni a questa regola si sono avute nel ’95 e nel ’98, quando dei tagli isolati, motivati da una fase di incertezza aggravata dalle difficoltà degli emergenti, e dal default della Russia e del fondo LTCM. Come accennato sopra, il pessimismo dell’obbligazionario potrebbe dimostrarsi eccessivo e questo pricing rientrare. Certo è che il mercato dei tassi sta mostrando una certa testardaggine nell’anticipare una serie di tagli.
Stanotte per l’Asia è stata l’ennesima seduta incolore, con il migliore dei principali indici, HSCEI, in progresso dello 0.18%, Jakarta e Taiwan in calo sostenuto e gli altri a mostrare perdite marginali.
Sul fronte macro, mini shock dall’inflazione cinese di aprile, con il CPI in rallentamento ben sotto attese, e il PPI in calo oltre attese.
I valori mese su mese sono -2.2% per il CPI e -4.2% per il PPI. Apparentemente la debolezza proviene dagli sconti su cibo e beni durevoli, e i prezzi dei servizi mostrano aumenti più robusti. Ma resta un quadro coerente con una domanda debole. Stesso discorso per i prezzi alla produzione, che riflettono sicuramente il calo dei prezzi delle materie prime grezze, ancora un problema di domanda.
Al momento la storia del rimbalzo congiunturale cinese inizia a fare acqua da tutte le parti.
A mercati chiusi sono usciti anche gli aggregati monetari di aprile, e sono deludenti pure quelli, con poco più della metà del total social financing rispetto alle attese e la metà dei new loans.
E’ vero che da gennaio a marzo l’ammontare di credito generato è stato massiccio, ma l’effetto sull’economia è stato per ora evanescente e se già si comincia a rallentare (questi numeri segnalano calo della domanda sia da consumatori che da aziende) si rischia di non vedere effetti materiali. Si spiega quindi perchè le autorità ieri hanno esortato le principali banche a tagliare i tetti ai tassi di interesse ( link EXCLUSIVE-China’s big four state banks to lower the interest rate ceilings – sources).
La seduta europea è partita con un tono abbastanza arzillo, e gli indici rapidi ad accumulare buoni progressi. Difficile ipotizzare l’origine di questa forza, al di la del catch up con il turn around di wall Street ieri sera, sul quale i futures USA avevano aggiunto qualche decimale. La mattinata europea era priva di dati rilevanti e così il mercato è rimasto in attesa degli eventi, con i rendimenti stabili. Sorpresa della mattinata è stata la scivolata dell’€, non in sintonia con il sentiment effervescente, e nemmeno con la retorica ECB, che continua ad essere decisamente hawkish
* ECB SAYS CONSUMER INFLATION EXPECTATIONS ROSE `SIGNIFICANTLY’
*ECB: CONSUMERS SEE 2.9% INFLATION 3 YEARS AHEAD VS 2.4% IN FEB.
A metà giornata la Bank of England ha deliverato il rialzo dei tassi atteso, da 25 bps. Ci sono stati 2 dissenzienti, che avrebbero voluto tassi invariati. Peraltro, diversamente da Febbraio, quando si era detto che ulteriore tightening avrebbe richiesto dati migliori delle attese, questa volta Bailey si è mantenuto imparziale limitandosi a dire che ulteriori mosse sarebbero dipese dai dati. Inoltre la Bank of England ha cancellato la recessione dalle sue projctions, e la previsione sul raggiungimento del target di inflazione è stata “allungata” di un anno.
Il mercato ha provato a scontare questa relativa hawkishness BOE, con rialzo moderato di rendimenti e della Sterlina. Ma il movimento non ha tenuto nemmeno mezz’ora, e queste variabili si sono adeguate al sentiment generale.
Che da metà giornata in poi è andato progressivamente deteriorandosi.
Alle 14.30 qualche dato in US:
I sussidi di disoccupazione hanno fatto un bel balzo, toccando i massimi da ottobre 2021, oltre un anno e mezzo fa. Il monte sussidi, che è relativo alla settimana precedente, è rimasto invariato. Va detto che il grosso dell’aumento è dovuto allo stato del Massachussets, che ha visto le richieste, cresciute vertiginosamente di recente, raddoppiare. La cosa puzza, come fa notare Goldman Sachs. In passato ci sono stati tentativi di frode nello stato.
Gli import prices di aprile non hanno smentito il quadro di calo del trend inflattivo confermato ieri dal CPI. I mercati al momento però non lo hanno preso con il medesimo entusiasmo (anche se in questa fase della seduta scendevano anche ieri).
A turbare ulteriormente un sentiment già in fase di affievolimento è arrivata la notizia che, la scorsa settimana i depositi della banca regionale USA Pacwest sono calati del 9.5%. Come noto, in quei giorni l’azione aveva sofferto parecchio, a causa della comunicazione, da parte della banca, che stava esplorando ipotesi di operazioni societarie, compreso la ricerca di compratori. Così, l’istituto in questione ha accumulato oltre 20% di perdite, trascinando con se alcuni altri (Zions Bancorp, Keycorp) con perdite più modeste, e mandando in negativo il settore. Wall Street ha aperto al ribasso e sostanzialmente cancellato i progressi di ieri, cosa che ha tolto brio alle piazze europee. Ma la risk adversion si è fatta notare soprattutto sui bonds, ancora con i rendimenti in calo (e il 2 anno ben sotto il 4%) e sulle commodities con con petrolio, rame e metalli industriali a mostrare perdite pesanti, coinvolgendo oggi anche i preziosi.
La chiusura europea vede evaporare quasi completamente il rimbalzo azionario, con Dax e FTSE Mib entrambi in calo zavorrati dagli industriali e dall’Energy. Coerentemente i rendimenti scendono per un secondo giorno di seguito, e anche l’€ è penalizzato a fronte di un Dollaro che guadagna su tutto.
Dopo la chiusura Wall Street ha tentato un rimbalzo che per il momento resta un tentativo